Al Mugello Marc Marquez ha fatto vedere che, anche nelle piste non amiche, è tornato fenomeno

  • Postato il 24 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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C’è stato un momento, dopo pochi giri, in cui il Mugello si è alzato in piedi. La bandiera italiana sventolava tra le colline toscane e le grida di incoraggiamento si perdevano nella velocità di un sogno che sembrava potersi avverare: Francesco “Pecco” Bagnaia, due volte re della MotoGP, ci stava provando. E lo stava facendo alla sua maniera. In modo feroce, coraggioso, da pilota che conosce i propri limiti ma non ha paura di forzarli, almeno per un po’. I primi sei giri della gara del Mugello sono stati un inno al coraggio, alla tecnica e alla speranza di un intero Paese che sperava di vedere la rossa Ducati ufficiale davanti a tutti nel Gran Premio di casa.

Pecco c’era, eccome se c’era. Ha attaccato, ha lottato, ha sfruttato ogni centimetro del tracciato. La sua moto ha urlato dentro la Casanova-Savelli, ha frenato al limite alla San Donato, si è lanciato in percorrenza alla Bucine e ha cercato di mettere pressione agli avversari. E per un attimo ha anche dato la sensazione di poter reggere il passo e provare a vincere. Ma poi, come spesso accade quando si alza l’asticella, è venuta fuori la legge non scritta di questo sport: non vince chi parte meglio, ma chi riesce a durare di più. E Marc Marquez, ancora una volta, ha dimostrato che quando il livello si alza, lui sale ancora più in alto e mostra il suo essere alieno a tutti.

Lo aveva fatto intendere già dal sabato, nella Sprint. La sua postura in sella, il sorriso tirato ma convinto, quella voglia di dimostrare che no, non è finito. Anzi. Marc è tornato più forte che mai e se c’era una pista in cui dimostrarlo valeva doppio era proprio il Mugello. La pista toscana non è mai stata amica dello spagnolo, ma questo weekend è stato incantevole per lui e per la Ducati. Anche se il pubblico è caldo e non lo ha apprezzato più di tanto fischiando sia prima della partenza sia sul podio, ma nemmeno Tardozzi è servito a portare la calma nei tifosi più accaniti. Domenica, come spesso gli accade, è stato semplicemente perfetto. Calcolatore nei primi giri, chirurgico nei sorpassi, martellante sul passo gara. Quando ha capito che Pecco stava dando tutto quello che aveva, ha aspettato. Quando ha capito che stava iniziando a cedere, ha colpito. E da lì non lo ha più visto nessuno.

Anche nelle piste non amiche, il fenomeno è tornato fenomeno, e lo ha fatto con la lucidità dei giorni migliori. Non una sbavatura, non un rischio inutile, non un tentennamento. Quando c’è da raccogliere, Marc è sempre pronto: pole position, vittoria nella Sprint e vittoria del Gran Premio d’Italia. E mentre Bagnaia arrancava e cercava almeno di difendere il podio, si è fatto largo un altro Marquez: Alex. Più silenzioso, meno spettacolare, ma dannatamente efficace. Il fratello minore non sarà una star mediatica, ma in pista ha saputo costruire una gara da manuale: partenza intelligente, passo costante, gestione perfetta delle gomme. Un secondo posto meritato, che premia un pilota troppo spesso sottovalutato e che invece, da un anno a questa parte, si sta ritagliando un ruolo sempre più importante nella MotoGP. Risultati che lo pongono di diritto nelle idee di Ducati per la sella rossa, proprio quella di Bagnaia. Chissà se presto o tardi rivedremo i due Marquez in squadra insieme.

La gara non finisce qui per Bagnaia. Se le prime due posizioni si sono con il tempo cristallizzate, la terza non era minimamente salda. Per Bagnaia è arrivata l’altra sorpresa di giornata: Fabio Di Giannantonio. Il “Diggia”. Un pilota che negli ultimi mesi non ha fatto grandi risultati, ma al Mugello tutti danno di più. Bagnaia rallentava il ritmo e Diggia lo aumentava. A due giri dalla fine ha capito il momento e ha piazzato la zampata. Sorpasso secco, deciso, su Bagnaia, che non ha nemmeno potuto rispondere.

C’è tanto da dire dopo una gara così. C’è il rammarico per un Bagnaia che ci ha creduto ma non ha potuto resistere per via dei soliti problemi che evidenzia all’anteriore e quando “è calata la gomma” non è più riuscito a guidare come Bagnaia sa fare. C’è l’orgoglio per un Di Giannantonio che ha portato sul podio il Tricolore. C’è la consapevolezza che Marc Marquez è spaventoso. La certezza acquisita che Alex sia costante e la bellezza di un campionato che nonostante abbia un padrone fisso, Marc, possa ancora dire tanto in termini di spettacolo. E a proposito di spettacolo: che rimonta quella del Bez! Il pilota Aprilia aveva dichiarato “Firmerei per una top 5” ed è riuscito a conquistarla nonostante la decima posizione in griglia. Ennesima rimonta del romagnolo che deve ancora sistemare la qualifica.

Il Mugello, ancora una volta, non ha tradito le aspettative. Ha regalato adrenalina, sorpassi, delusioni, gioie. E ha acceso la fiamma dell’amore italiano per le due ruote. Pecco non ce l’ha fatta, ma ci ha provato da campione. Marc ha vinto, ma ha dovuto sudarsela. Alex ha confermato di meritare un posto tra i grandi. E il Diggia ha messo il suo nome tra quelli che conteranno da qui in avanti.

E questo, forse, è il vero regalo di questa domenica rovente in Toscana: una MotoGP viva, imprevedibile, emozionante. Che ci fa sognare. Che ci fa gridare. Che ci fa, ancora una volta, innamorare. E chissà quali saranno le novità che Liberty Media apporterà a questo sport per aumentare ancora la mediaticità e lo spettacolo.

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Il Fatto Quotidiano

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