A Trieste c’è un nuovo spazio espositivo che vuole legare territorio e società attraverso l’arte contemporanea

Nell’immediato entroterra di Riva del Mandracchio e sotto il Colle di San Giusto, prende forma Cavana, lo storico quartiere di pescatori e marinai, magazzini e squeri (piccoli cantieri) di Trieste.
A due passi da Piazza dell’Unità, sorge Cavò, un piccolo spazio espositivo indipendente gestito dall’Associazione culturale Cizerouno dal 2018.
Una realtà che nel corso degli anni si è radicata nel territorio portando avanti progetti multidisciplinari dedicati a tematiche politiche e sociali. Ne parliamo con il presidente di Cizerouno Massimiliano Schiozzi che, assieme a Vincenzo Luongo, Nicole Carrieri e Giacomo Plos portano avanti l’organizzazione dell’Associazione e la programmazione espositiva.

Intervista a Massimiliano Schiozzi, presidente dell’Associazione Cizerouno

Quando nasce l’Associazione culturale Cizerouno?
L’Associazione nasce nel 2001 e dal 2018 gestiamo Cavò con una programmazione che vede anche la collaborazione di artiste esterne che ci segnalano progetti che dialogano con le dimensioni dello spazio, rispecchiando le tematiche geografiche e politiche che ci stanno a cuore. In questa modalità i progetti espositivi e le opere ospitate diventano uno strumento di dibattito con la comunità e con gli artisti coinvolti.

Come è nata la scelta di gestire Cavò?
Cavò è stata la sede di Alpe Adria Cinema, associazione che da trent’anni promuove il Trieste Film Festival, e con la quale Cizerouno collabora da anni. Dal 2018 abbiamo riattivo questo luogo come spazio espositivo indipendente con una serie di appuntamenti che ci hanno dato modo di crescere e crare collaborazioni con altre realtà regionali e non solo. Tra queste per esempio c’è la Caritas che ci ha affidato una serie di eventi culturali volti alla sensibilizzare il pubblico su tematiche socio-politiche attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea.

Cavò a Trieste: tra arte, società e territorio

Come risponde il territorio e la comunità alla programmazione espositiva di Cavò?
Tra i progetti che nel corso degli anni hanno avuto maggior riscontro con il territorio e la comunità sono stati quelli che hanno trattato la memoria del territorio, coinvolgendo i locali e creando un dialogo intergenerazionale all’interno della comunità.

Quali sono stati i progetti maggiormente impattanti?
Tra le mostre ospitate, ricordiamo Lune di Barbara Stefani e Cerco… di Adriana Torregrossa.
A queste si aggiunge anche il progetto di luci d’artista (permanenti) dedicate a Joyce nel quartiere Cavana e una serie di tour notturni realizzati con Francesca Pitacco, accompagnando il pubblico alla scoperta di queste luci e delle storie e memorie del quartiere triestino.

Cosa trattava il progetto “Lune” di Barbara Stefani?
Lune era una sorta di diario lunare dove ogni giorno, dal 2023 al 2024, l’artista Barbara Stefani aveva dipinto una luna raccontando attraverso il colore e la pennellata cosa le era successo e le sue emozioni. Una sorta di ritratto all’interno del quale le persone si riconoscevano e spigavano quale luna sentivano più vicina a loro.Con questo progetto abbiamo potuto vedere il coinvolgimento totale della comunità, coadiuvato da un allestimento di luci e musica elettronica realizzato appositamente per la mostra.

Il futuro di Cavò a Trieste

Quali sono gli obiettivi raggiunti e quali i progetti futuri di Cavò a Trieste?
Ad oggi siamo molto felici di come si sia radicato sul territorio Cavò, considerando anche il tragico periodo pandemico. Abbiamo fatto rete e un pubblico affezionato che riconoscono il valore dei progetti espositivi.
Sui progetti futuri speriamo che Cavò possa trovare dei “compagni di strada” per portare avanti la propria mission e continuare a crescere e a contaminarsi con altre realtà, come sta già facendo con l’Università di Trieste, la Caritas e l’Accademia della follia (di produzione teatrale).

Le prossime mostre in programma?
Per ora possiamo anticipare che ospiteremo un artista campano e poi un progetto esterno dedicato al tema della tolleranza che si comporrà di manifesti per le vie del quartiere, con l’obiettivo di aprirsi ad altre zone triestine.

Valentina Muzi

L’articolo "A Trieste c’è un nuovo spazio espositivo che vuole legare territorio e società attraverso l’arte contemporanea" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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