A Shangai diagnosi mediche in metropolitana. Ci stiamo ammalando di sanità artificiale?
- Postato il 17 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Come ho scritto nell’ultimo mio articolo e sull’ultimo mio libro Una partita a scacchi, in uscita a giorni in tutte le librerie e su tutte le piattaforme online, l’Intelligenza Artificiale sbaglia e sbaglia parecchio rispondendo alle domande seppur precise e circostanziate. Non può sapere tutto, come l’uomo che ne ha scritto gli algoritmi a cui si ispira, in particolare se le domande sono tecnicamente difficili. In fondo viviamo in un mondo di immagine, di finzione avanzata, di spersonalizzazione, in cui l’Intelligenza Artificiale trova spazio e diviene, anche in sanità, partecipe della nostra salute. Come in Cina dove da tempo viene implementata la telemedicina, con investimenti di miliardi, in particolare nelle zone rurali con chioschi veri e propri, non per vendere alimenti o bibite, ma salute ai cittadini.
Ora anche a Shanghai sono stati installati 250 chioschi nelle metropolitane che servono più di 15.000 pazienti al mese. Il tempo medio per una consultazione è di 8 minuti, con un costo di soli 2 RMB (0,25 euro) per le misurazioni base come la misurazione della pressione, della saturazione e della temperatura. Inoltre offrono una consultazione con un medico da remoto ed emettono ricette elettroniche per farmaci di primo aiuto senza mai dare una diagnosi definitiva.
Naturalmente anche società private stanno investendo. Ping An Good Doctor ha installato 1.200 chioschi gestendo 3,5 milioni di consultazioni annuali con un tasso di soddisfazione dell’87%. Il sistema ha ridotto i tempi d’attesa del 70% rispetto alle strutture tradizionali. Alibaba Health ha sviluppato 500 cliniche ibride che combinano presenza umana e tecnologica, gestendo 2,4 milioni di diagnosi assistite da AI nel 2023. Il sistema raggiunge un’accuratezza diagnostica del 94% per condizioni comuni e ha ridotto i costi del 30% per il sistema sanitario. Le proiezioni future indicano 15.000 chioschi a livello nazionale entro la fine del 2025. Il 40% della popolazione utilizzerà servizi di telemedicina entro il 2027. Il mercato raggiungerà i 45 miliardi di RMB (6,2 miliardi di euro) entro il 2030.
L’utilizzo effettivo vede il 45% delle consultazioni per raffreddore e influenza, il 25% per condizioni dermatologiche minori, il 15% per follow-up di condizioni croniche e il restante 15% per altri servizi.
Mi viene tanto in mente quella applicazione che inventai nel 2012. Con Tweetsalute non serviva nemmeno andare ad un chiosco, bastava Internet per avere un colloquio con uno specialista, non con l’Intelligenza Artificiale. Anteguerra che nessuno volle sfruttare. Ora la spersonalizzazione e la mancanza di empatia viene portata proprio dall’IA ai massimi estremi.
Ma Tweetsalute aveva come sottotitolo “Non per curare ma per prendersi cura” confermando l’impossibilità materiale di una diagnosi accurata. In medicina, secondo il modesto parere di un medico che è in campo da quarantacinque anni, occorre prima fare una diagnosi e poi una terapia e, senza dubbio non può prescindere dalla intelligenza. Umana.
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