A Milano la Fondazione Adolfo Pini riparte: visite guidate serali e la mostra su Renzo Bongiovanni Radice 

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Arti Visive
  • Di Artribune
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È la mostra Un lungo e meditato atto d’amore, curata da Silvia Bolamperti, Responsabile del Dipartimento Cultura della Fondazione al centro della riapertura della storica dimora di Corso Garibaldi 2 a Milano. L’esposizione, infatti, attraversa oltre cinquant’anni di attività artistica di Renzo Bongiovanni Radice, pittore e zio del fondatore Adolfo Pini, con una selezione di oltre quaranta opere restaurate. Le tele sono accompagnate da arredi originali, porcellane, tappeti, libri e oggetti della tradizione lombarda, che restituiscono l’atmosfera di una casa borghese milanese sospesa tra arte e memoria.

Visite guidate serali alla Fondazione Adolfo Pini di Milano

Per l’occasione, dopo la pausa estiva, la Fondazione da settembre a dicembre 2025 propone quattro appuntamenti gratuiti e su prenotazione, in orario serale. Si tratta di visite guidate accompagnate da Bolamperti, che condurrà i visitatori attraverso le stanze della casa-museo, offrendo uno sguardo più approfondito sull’opera di Bongiovanni Radice e sul progetto culturale della Fondazione. Le date in programma sono giovedì 18 settembre, giovedì 16 ottobre, giovedì 20 novembre e giovedì 11 dicembre.

Chi era Renzo Bongiovanni Radice

Nato a Palazzolo Milanese nel 1899 Renzo Bongiovanni Radice cresce in una famiglia divisa tra la tradizione militare e diplomatica paterna e la cultura borghese e illuminata della madre. Dopo essere partito volontario al fronte durante la Prima Guerra Mondiale a soli sedici anni, rientra con una nuova consapevolezza: la sua vera vocazione è l’arte, nonostante le aspettative familiari. Sostenuto dalla madre, intraprende gli studi con Attilio Andreoli all’Accademia di Brera, dove apprende la tecnica della spatola, raggiungendo rapidamente il successo tra i collezionisti milanesi. Il suo debutto ufficiale avviene nel 1925 alla Biennale di Brera e nel 1928 alla Biennale di Venezia, ma è il contatto con l’ambiente artistico parigino, a partire dagli Anni Trenta, a cambiare profondamente il suo stile. A Parigi, seguendo i corsi di André Lothe, abbandona il virtuosismo degli esordi per una pittura più sperimentale, moderna, riflessiva, pur rimanendo distante dalle avanguardie.

La Fondazione Adolfo Pini e l’opera di Renzo Bongiovanni Radice

Figura schiva e disciplinata, lavora in solitudine nel suo studio di corso Garibaldi 2 a Milano, futura sede della Fondazione. Qui solo pochi amici e colleghi, tra cui Dino Buzzati, Orio Vergani e Donato Frisia, riescono a entrare, oltre al nipote Adolfo Pini. Nonostante la sua ritrosia verso le mostre personali, ottiene importanti riconoscimenti e partecipa a esposizioni prestigiose in Italia. Alla sua morte, nel 1970 a Parigi, lascia il suo patrimonio artistico ad Adolfo, che ne custodirà la memoria istituendo la Fondazione.

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Autore
Artribune

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