A due anni dall’abbattimento dei maiali di Sairano, ecco cos’è cambiato nei Santuari di Animali Liberi

  • Postato il 19 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Lisa Marino

Sono passati due anni dai tragici fatti del 20 settembre 2023: il giorno in cui tutto è finito e tutto ha avuto inizio, stravolgendo per sempre il mondo dei Santuari di Animali Liberi in Italia.

Il ricordo di quella mattina vive impresso in noi attiviste come se fosse ieri, mentre frammenti nitidi di immagini, suoni e sensazioni ci riportano costantemente a quell’alba ferita. Alba in cui, dopo tredici giorni di presidio permanente davanti al santuario “Progetto Cuori Liberi” di Sairano, in provincia di Pavia, una sfilata di camionette con decine di poliziotti in tenuta antisommossa fecero irruzione al rifugio. Il motivo? Reprimere il dissenso in atto e permettere ad Ats di Pavia di assassinare Crusca, Crosta, Ursula, Spino, Carolina, Mercoledì, Pumba, Dorothy e Bartolomeo: nove maiali liberi sopravvissuti alla peste suina africana.

Ma cos’è la peste suina africana? Ecco qualche dato. Stiamo parlando di una malattia molto contagiosa e con un elevato tasso di mortalità, che può colpire maiali e cinghiali. Non è una zoonosi, ma un virus specie specifico, che pertanto non è nocivo per l’essere umano. Nell’agosto 2023 la peste è riuscita a varcare le mura degli allevamenti intensivi della Lombardia, nel Pavese, generando un allarme senza precedenti in cui l’industria zootecnica si è scoperta fragile ed esposta. Prima di allora la PSA era stata riscontrata solo nei cinghiali tra Liguria e Piemonte, mai dentro agli allevamenti di maiali; al che, per difendere il comparto suinicolo e il portafoglio degli allevatori, si è ricorsi alla biosicurezza e sono state messe in atto misure spropositate come lo stamping out, ovvero l’abbattimento di tutti soggetti di un concentramento di animali anche in caso di un solo positivo alla malattia. Pensate che per proteggere “l’eccellenza italiana” tra Lombardia e Piemonte, sono stati sterminati in maniera atroce più di 117 mila maiali in un anno, oltre a 612 mila cinghiali solo nel 2023.

Ebbene, in questa mostruosa macchina di morte, sono finiti risucchiati anche i maiali del santuario Progetto Cuori Liberi, individui liberati che erano faticosamente usciti dagli ingranaggi del sistema zootecnico. Circostanza, questa, che ha scosso e cambiato per sempre il movimento di liberazione animale nel nostro Paese, e che è culminata nei fatti del 20 settembre 2023 generando una drammatica presa di coscienza: gli animali che abitano i Santuari non sono affatto al sicuro. Lo abbiamo dolorosamente avvertito sulla nostra pelle, quando abbiamo visto decine e decine di poliziotti della celere accerchiare il rifugio e prendere a manganellate tutte noi che coi nostri corpi stavamo facendo da scudo al santuario. Ce ne siamo rese conto con sgomento e incredulità, quando con inaudita violenza li abbiamo visti scardinare il cancello del rifugio, per poi calpestarci e camminarci sopra. Letteralmente. Ne abbiamo, infine, drammaticamente preso coscienza, quando li abbiamo visti distruggere il rifugio pezzo dopo pezzo, per arrivare allo spazio in cui vivevano i maiali superstiti e aprire la strada ai veterinari di Ats, che hanno così potuto eseguire la sentenza di morte.

Quel giorno, insieme ai nove maiali che vivevano da Progetto Cuori Liberi, sono stati uccisi i diritti civili, l’empatia e l’umanità. Altresì quel giorno, l’attimo stesso in cui una parte di noi morì insieme a quei maiali, fu il momento esatto in cui qualcosa è scattato. Poiché se è vero che la rabbia e il dolore bruciano come se il 20 settembre 2023 fosse stato ieri, è altrettanto vero che quel giorno tutto è cambiato. Come un brusco risveglio. Delineando un prima e un dopo. Perché quel giorno, che ha messo fine a delle vite, ha altresì legato in una sorellanza indissolubile le attiviste che hanno lottato fianco a fianco. E ha chiamato il popolo dei Santuari di Animali Liberi a essere quello che è oggi: l’avanguardia del movimento antispecista.

Contro la narrativa dominante, saldamente ancorata al sistema specista, capitalista e patriarcale, i Santuari sono spazi di azione e rivendicazione in cui si agisce l’inclusività, quella vera. Luoghi al margine in cui individui di diversa specie esistono e resistono, contro ogni oppressione. Territori sovversivi, intrisi di valore politico, che mediante la cura e la reazione allo status quo, ci mostrano l’alternativa, l’unica possibile. Quel giorno le istituzioni “ci hanno visto”. E hanno visto persone che si oppongono, si ribellano, si alleano e resistono. Fino all’ultimo respiro.

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Il Fatto Quotidiano

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