Via Porro, il quartiere “sotto il ponte” rinasce lentamente ma passando per il sociale
- Postato il 23 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Lentamente ma in maniera costante rinasce il quartiere del “sottoponte“, via Porro, centro di un progetto di rigenerazione urbana curata dal Comune di Genova e da Spim, insieme ai municipi, al terzo settore e alle associazioni. Oggi, oltre sette anni dopo il crollo del ponte Morandi, iniziano a vedersi le prime luci di Natale e qualche pianta sui balconi delle case ristrutturate in base a standard energetici di ultima generazione.
Questo pomeriggio è stato presentato un altro tassello del programma, voluto fortemente dalle associazioni del territorio e dal comitato degli sfollati del ponte Morandi: un “laboratorio delle autonomie” e un appartamento destinato al cohousing in via Porro 5 e in via Porro 6. Nello stesso giorno anche la notizia di un’altra soluzione di cohousing in via Pastore, nel ponente.
Le tre nuove strutture che si aggiungono alle soluzioni di coabitazione di via Calamandrei, via Fiasella 3-4 e al laboratorio per le autonomie di via Pastore. Al taglio del nastro l’assessora al Welfare Cristina Lodi, quello alla Casa Davide Patrone, i presidenti dei municipi Valpolcevera e Centro Ovest Michele Versace e Michele Colnaghi, Manuel Sericano, del consorzio Agorà, Franco Ravera, della consulta disabili e dell’associazione Quelli del ponte Morandi, oltre a tanti cittadini e cittadine.
Le nuove soluzioni abitative sono spazi ristrutturati, accoglienti, pensati per favorire la socializzazione, la crescita personale, l’acquisizione di autonomie relazionali e personali, abitative e socio lavorative, nonché per la partecipazione attiva alla vita dei quartieri. Non solo i cohousing ma anche il laboratorio è strutturato come una casa, con una cucina, stanze e bagni, aperti a turno alle varie associazioni ma che possono essere sfruttate anche per chi si occupa di persone con disabilità per far sperimentare loro una vita in autonomia.
Da questo punto di vista, il laboratorio di via Porro 5 dovrà essere adeguato con l’abbattimento delle barriere architettoniche, mettendo in funzione un ascensore o dotandolo di una rampa.
In analogia alle altre soluzioni di cohousing, le due nuove coabitazioni garantiranno percorsi di autonomia e supporto alla vita indipendente, attraverso l’elaborazione di progetti personalizzati finalizzati ad accompagnare e sostenere ogni persona nella realizzazione del proprio progetto di vita, mentre il laboratorio di via Porro sarà un punto di riferimento sia per il vicino cohousing, sia per i quartieri Certosa e Campasso in connessione con la Casa di Quartiere.
“Queste nuove strutture sono il risultato di un lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni del territorio e terzo settore, che si inserisce anche nel percorso del progetto di comunità QR code, con l’obiettivo di valorizzare le competenze e le potenzialità di ogni persona – dice l’assessora al Welfare Cristina Lodi – puntiamo su una rete di servizi inclusivi, affinché Genova sia sempre più una città capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. L’apertura di questi spazi è un segnale concreto di attenzione e investimento sul Welfare, per costruire una comunità più coesa e solidale. Voglio ringraziare Fondazione Compagnia di San Paolo, sempre al fianco del Comune per il sociale”.
“Le nuove strutture rappresentano un passo significativo nella strategia dell’amministrazione a sostegno delle persone adulte con disabilità, perché mettono a disposizione spazi accoglienti e inclusivi in grado di favorire l’autonomia, la socializzazione e la qualità della vita – commenta l’assessore alle Politiche della casa Davide Patrone – questi progetti, realizzati grazie a una forte collaborazione con le associazioni del territorio e il terzo settore sono il frutto di un lavoro condiviso e di una visione di welfare abitativo innovativa. Un ringraziamento va anche a Fondazione Compagnia di San Paolo per il prezioso supporto. Il nostro obiettivo è costruire una rete di servizi capace di garantire dignità, opportunità e partecipazione attiva alla vita della comunità per ogni persona”.
Entrambi hanno sottolineato la necessità di avere maggiori trasferimenti economici dal governo per progetti destinati all’abitare e alle disabilità. Concetti espressi anche dai presidenti di municipio. Il laboratorio di via Porro è stato allestito con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo. Le coabitazioni di via Porro e Via Pastore sono state completate attraverso lo specifico progetto che il Comune ha implementato con successo in relazione alla Linea di investimento 1.2. della Missione 5C2 del PNRR.
“L’apertura del laboratorio e di un cohousing in via Porro, sono l’ulteriore segnale di una rinnovata e puntuale attenzione alle necessità verso chi vive situazioni di difficoltà – dice il presidente del municipio Valpolcevera Michele Versace – le due strutture daranno la possibilità alle persone di realizzarsi all’interno di una comunità coesa e si inseriscono a pieno titolo nel grande lavoro svolto dal progetto QR CODE, che vede un grande coinvolgimento dei municipi Valpolcevera e Centro Ovest”.
“Sono orgoglioso di questo nuovo traguardo raggiunto dall’amministrazione comunale in collaborazione con la nostra delegazione e in piena coerenza con il mandato che portiamo avanti da sempre. Il benessere delle persone, in particolare di chi vive maggiori fragilità, è al centro della nostra azione – afferma il presidente del municipio Centro Ovest Michele Colnaghi – il laboratorio per le autonomie di via Porro 5 e la nuova soluzione di cohousing, sempre in via Porro, rappresentano un ulteriore tassello nel percorso di inclusione sociale e di sostegno all’autonomia, favorendo indipendenza, socialità e crescita personale. La collaborazione con il municipio della Valpolcevera, la Casa di Quartiere di Certosa, le associazioni e il terzo settore conferma il valore della rete territoriale dei servizi sociali, soprattutto nei quartieri di Certosa e Campasso”.
“Investire in autonomia significa investire in dignità, futuro e possibilità – dichiara con un messaggio la sindaca Silvia Salis – l’apertura di queste nuove strutture rappresenta un passo concreto nella costruzione di una città in cui nessuno resti indietro, in cui ogni persona, con le sue fragilità e le sue potenzialità, possa trovare spazi per vivere pienamente, crescere e contribuire alla comunità. È questa l’idea di welfare che portiamo avanti: diffuso, di prossimità, costruito insieme ai territori e ai soggetti del terzo settore. Le esperienze di cohousing e i laboratori per l’autonomia sono strumenti preziosi per restituire centralità alle persone e per rendere Genova una città più inclusiva, accogliente e accessibile”.