Unical, seminario sul diritto alla salute
- Postato il 23 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Unical, seminario sul diritto alla salute

In un seminario all’Unical affrontato un tema delicatissimo e attualissimo, quello sul diritto alla salute. Al centro il libro di Chiara Giorgi sul percorso a ritroso del nostro Servizio Sanitario Nazionale
Secondo un antico proverbio: “finché c’è la salute c’è tutto”. Ma quella salute che in Italia è tutelata dalla Costituzione come diritto fondamentale dell’individuo, passa oggi attraverso una sanità pubblica profondamente in crisi. Un “problema storico” approfondito nel corso del seminario sul tema, tenutosi all’Unical, nelle aule del Dispes, partendo dal libro di Chiara Giorgi (Università “La Sapienza” di Roma), “Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra ad oggi”.
SALUTE, SEMINARIO NELLE AULE DEL DISPES ALL’UNICAL
Un seminario che «si inserisce nelle attività del PRIN sullo studio della storia dell’Hiv/Aids in Italia e che – spiega Marco Rovinello, ordinario di Storia Contemporanea al Dispes – guarda alla dimensione della salute e della sanità come suo orizzonte naturale».
«La prospettiva storica di lungo periodo ricostruita nel libro – dice Rovinello – consente di cogliere l’evoluzione del fenomeno, la concezione del Sistema sanitario nazionale e di collocarlo all’interno delle grandi trasformazioni che il Paese e il mondo hanno vissuto in questi circa 70 anni».
«Da questo punto di vista, la storia ci aiuta anche a capire tutta una serie di situazioni e di eventi che di solito si tende a “presentizzare” in maniera eccessiva, ma che hanno in realtà delle radici molto lontane. Ci sembrava opportuno allora discutere con studenti e studentesse di un tema così delicato, tanto più per la Calabria e tanto più in un periodo nel quale la sanità calabrese vive una notevole innovazione con la nascita del Corso di studi in Medicina. Si tratta di un territorio che ha fame di conoscenza, di capire come si sia arrivati alla situazione in cui ci troviamo».
UNA CASSETTA DEGLI ATTREZZI DELLA STORIA CON UNA LETTURA INTERDISCIPLINARE
Un’attività scientifica, quindi, ma allo stesso tempo, un momento di informazione qualificata che non guarda alla sanità solo con la “cassetta degli attrezzi” della storia, ma si avvale di una chiave di lettura interdisciplinare che ha visto sedere al tavolo dei relatori Vincenzo Carrieri, professore di Scienze delle Finanze dell’Unical e Federico Creatini, ricercatore del Dipartimento e parte della squadra di studi sull’Hiv/Aids.
SALUTE, IL LAVORO DI CHIARA GIORGI
Chiara Giorgi racconta, allora, quello che è stato il frutto non solo di una ricerca durata tantissimi anni, ma anche di un impegno civile, politico, culturale dal quale emergono due grandi momenti: «gli anni gloriosi, gli anni delle conquiste in ambito sanitario» e poi quello che è stato un vero e proprio «cambiamento di rotta avvenuto in tutto il mondo occidentale».
Dopo un dettagliato excursus che ha ripercorso in modo magistrale un “settantennio di salute e sanità” con pillole di storia del lavoro, dello stato sociale, della storia economica, osservandone i passaggi legislativi, le riforme, i modelli di cura, i dibattiti tra protagonisti di ogni decennio, Chiara Giorgi presenta poi interrogativi che oggi più che mai muovono l’attualità.
SEMINARIO ALL’UNICAL, LE RICERCHE DI CHIARA GIORGI
«Sappiamo – dice – che la sanità italiana attraversa tempi molto difficili. La più grande conquista del nostro Paese, a mio parere, è stata l’istituzione del Servizio sanitario nazionale, nel 1978. Si tratta di uno strumento, arrivato tardi rispetto alla stesura della Costituzione, ma volto a rendere effettivo il diritto alla salute per come sancito dall’articolo 32. Parliamo di un diritto universale. Eppure, nel corso degli anni successivi, abbiamo registrato un’inversione di rotta»
«Nel tempo sono state fatte scelte politiche che hanno sempre più indebolito il Servizio sanitario nazionale. Da noi è stato un processo lento, ma che adesso sta camminando rapidamente e ha portato a un allargamento massiccio delle attività e degli spazi del privato in modi diversi: sia per quanto riguarda il finanziamento tramite l’aumento della nostra compartecipazione alla spesa, cioè l’out of pocket che noi acquistiamo, che le famiglie acquistano per accedere ai servizi e sia per quanto riguarda un processo di privatizzazione dal lato delle attività, dell’erogazione. Hanno preso corpo grandi gruppi di imprese che, tra l’altro, sono caratterizzati da una forte dimensione sia finanziaria che internazionale e che non sono tanto guidati dalla logica del garantire risultati di salute, ma da logiche di profitto e di mercato».
LA LENTA EROSIONE DI UN DIRITTO
Salute, quindi, che ha visto “un’erosione”, uno “sgretolarsi” del suo essere diritto diventando “merce”, con il conseguente «aggravarsi delle disuguaglianze sociali e delle disparità territoriali». «Ciò è accaduto – spiega la Giorgi – attraverso meccanismi di diversa natura, ma uno dei problemi è sicuramente quello dell’inadeguata spesa per la sanità pubblica in percentuale del PIL che ad oggi è insufficiente, soprattutto in comparazione con gli altri Paesi. Secondo gli ultimi dati Istat, ciò porta 6 milioni di persone a rinunciare alle cure perché non se le possono pagare di tasca propria».
DIRITTO ALLA SALUTE IN CALABRIA
«E l’assegnazione delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale, che è alimentato dalla fiscalità progressiva e generale, purtroppo, nel tempo, e in regioni come la Calabria, ha riscontrato un’incapacità di rispondere ai bisogni di salute delle persone. Tutto questo si inquadra anche in un processo di eccessiva regionalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Abbiamo 21 sistemi sanitari regionali, sistemi e non più servizi, per la compenetrazione tra pubblico e privato. La Calabria è una delle regioni che ne ha fatto più le spese da questo punto di vista».
I SEI NODI PROBLEMATICI DI FEDERICO CREATINI
Infine, Federico Creatini pone sei nodi problematici che aprono la discussione con gli studenti partendo dall’ultima parte del libro, quella del Covid-19. E così snocciola i tempi dell’azione pubblica in momenti di crisi, il rapporto tra expertise scientifica e istituzioni politiche, il cosiddetto “governo dei numeri”, il rapporto tra pubblico e privato, le diseguaglianze territoriali e la giustizia sociale fino all’analisi storiografica della flessibilità e precarizzazione del lavoro nel Welfare in campo socioassistenziale e sanitario.
DIRITTO ALLA SALUTE, DA DOVE RIPARTIRE
Infine, si chiede a Chiara Giorgi: «quindi, da dove ripartire?». E la docente della Sapienza conclude: «Dobbiamo puntare a rafforzare il Servizio sanitario nazionale perché è l’unico strumento che ha garantito importantissimi risultati di salute, compreso il fatto che siamo tra le popolazioni più longeve del mondo. Penso che la posta in gioco sia altissima. Perché la priorità che si dà alla salute è ciò che qualifica una società».
«È una responsabilità che non coinvolge solo i medici, gli amministratori o il personale dirigente, ma ciascuno di noi, quindi anche gli studenti, le studentesse, l’università. È fondamentale una spinta culturale e politica volta rimettere al centro delle scelte politiche la tutela per tutti e per tutte. In maniera universale, appunto. Bisogna capire, soprattutto, che non dobbiamo rassegnarci. E che questo non è assolutamente un processo irreversibile».
Il Quotidiano del Sud.
Unical, seminario sul diritto alla salute