Un horror tra le Alpi: dove si trova davvero Remis, il paese inquietante de La Valle dei Sorrisi
- Postato il 17 settembre 2025
- Luoghi Da Film
- Di SiViaggia.it
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“Volevo creare un paese, una comunità che fosse a sua volta un personaggio dove non esistono buoni e
cattivi ma soltanto persone che si spostano da una parte o dall’altra, dal protagonismo all’antagonismo, a seconda del loro bisogno di scrollarsi di dosso la sofferenza” ha spiegato Paolo Strippoli a Venezia 82, dove è stato presentato in anteprima il suo film La Valle dei Sorrisi, dal 17 settembre al cinema.
Egli ha dichiarato che la comunità immaginaria di Remis – villaggio alpino apparentemente idilliaco dove è ambientata la storia – doveva essere credibile: un luogo isolato che protegge, ma anche che isola. Non una comunità estrema, ma vicina a ciò che l’Italia reale offre, con un orizzonte che si muove tra rituale e normalità.
E per costruire questa versione cinematografica di Remis, Strippoli ha scelto luoghi reali, montagne autentiche dove la natura austera diventa protagonista.

Di cosa parla il film
Nascosto tra le pieghe di una valle remota, il villaggio di Remis sembra uscito da una cartolina: quieto, pittoresco, abitato da persone insolitamente serene. È qui che Sergio Rossetti, nuovo insegnante di educazione fisica con un passato ingombrante alle spalle, interpretato da Michele Riondino, spera di trovare finalmente pace. Ma la tranquillità del paese nasconde un segreto oscuro.
Grazie al legame crescente con Michela, la giovane locandiera del posto, Sergio scopre l’esistenza di un inquietante rito notturno: una volta a settimana, l’intera comunità si riunisce per stringere tra le braccia Matteo Corbin, un ragazzo misteriosamente capace di assorbire il dolore altrui. Quando Sergio tenta di spezzare questo equilibrio malato per salvare Matteo, finisce per risvegliare il lato più oscuro dell’idolo locale: il cosiddetto “angelo di Remis”.
Dove è stato girato
Le riprese di La Valle dei Sorrisi si sono svolte tra agosto e ottobre 2024 in varie località del Friuli Venezia Giulia. In particolare a Tarvisio, Sappada e altre zone della provincia di Udine come Malborghetto, Pontebba e Valbruna. A oltre 1.200 metri di altitudine, Sappada è circondata da paesaggi mozzafiato, boschi fitti, cascate e vette imponenti come il Monte Peralba.
Queste aree sono scelte non solo per la loro bellezza paesaggistica, ma anche per le loro caratteristiche di isolamento: montagne, vallate che stringono, confini naturali. Sono luoghi che possono modellare l’idea di “comunità protetta” ma sospesa, quasi sospesa nel tempo — perfetti per un horror che punta più sul senso del ritmo emotivo che su jump scares e simbologie estreme.

Strippoli afferma infatti: “la montagna isola e protegge, ed è tutto ciò di cui la comunità di Remis ha bisogno”. Usare Tarvisio, Sappada e gli altri comuni del Friuli Venezia Giulia ha permesso al film di fondere realtà e finzione. Le alpi che circondano questi paesi hanno una forza visiva intensa: boschi fitti, strade di montagna, nebbie improvvise, cunette nascoste — elementi che aiutano a costruire quell’equilibrio tra serenità apparente e tensione latente che caratterizza La Valle dei Sorrisi.
“L’Italia è piena di fenomeni extra canonici e quella che abbiamo immaginato per la nostra storia credo che rappresenti qualcosa di plausibile filmandola nel Friuli Venezia Giulia fra le montagne di Tarvisio e Sappada, una ai confini con la Slovenia, l’altra ai confini con il Veneto” ha detto Strippoli, sottolineando che l’intenzione della produzione era creare un mondo che non fosse una comunità dai tratti estremi di film come The Wicker Man, che resta un suo grande riferimento. “Abbiamo cercato di costruire e disegnarne una che fosse piuttosto vicina alla realtà della nostra Italia”.

La montagna protagonista
La fotografia del film sfrutta questi paesaggi reali per creare contrasti tra luce e ombra, spazi aperti e angoli chiusi, silenzio e suono ambientale. In queste location, la montagna diventa quasi un personaggio: non solo un set, ma un protagonismo che influisce sui corpi, sulle sensazioni, sulle relazioni tra i personaggi.
La scelta di non esagerare con simboli estremi o rituali troppo “morti viventi”, come Strippoli ha inteso, è resa più efficace grazie a queste location che restano verosimili. Il fatto di utilizzare paesaggi alpini realmente esistenti, con paesi che secoli di abbandono, sviluppo lento o isolamento hanno fatto evolvere in modo “naturale”, dà forza alla finzione: Remis non appare mai totalmente irreale, ma lontana, sospesa, credibile nelle sue regole proprie.
In questo senso, il Friuli Venezia Giulia si è rivelata perfetta per servire la visione del regista. Le montagne di Tarvisio e gli altipiani di Sappada non sono decorazioni, ma elementi strutturali della narrazione.