Turismo delle Radici: Aicotur incontra i parlamentari alla Camera dei Deputati

  • Postato il 25 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Turismo delle Radici: Aicotur incontra i parlamentari alla Camera dei Deputati

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A Roma, Aicotur l’associazione nata in Calabria ha incontrato i parlamentari eletti all’Estero per turismo delle radici. Valorizzare borghi e italo-discendenti, opportunità per contrastare spopolamento al Sud.


ROMA- In una stanza senza troppa luce ma con un grande lampadario e dalle pareti che hanno visto passare la storia ma anche futuro, ieri 24 giugno 2025, si è svolto la prima riunione tecnica di Aicotur, l’associazione dei piccoli comuni che inseguono le radici, che ha incontrato tre parlamentari eletti all’estero. In un’aula della Camera dei deputati ieri non si è parlato di leggi da scrivere, di poltrone da difendere, di partiti da salvare. Si è parlato di radici. Di quelle radici che sanno di pane appena sfornato, di dialetti mai dimenticati, di case abbandonate e mani callose pronte ad abbracciare. Quelle radici  che non fanno rumore, ma tengono in piedi un Paese.

Nel cuore blindato del potere italiano, a parlare, in Aula ex Agricoltura, si sono riuniti sindaci e assessori. Uomini e donne di frontiera, che ogni giorno tengono aperti municipi mezzi vuoti, scuole che cadono a pezzi, piazze silenziose in borghi svuotati. A guidarli, l’associazione Aicotus, apolitica, che è nata in Calabria ma si sta espandendo in tutta la nazione con la voglia di  riportare in vita il turismo delle radici. E, proprio il “turismo delle radici” è stato l’argomento del giorno.

AICOTUR: UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO GRAZIE AL TURISMO DELLE RADICI

L’ex sindaco di Gerace, paese della Locride, Giuseppe “Pino” Varacalli, presidente del Consiglio Generale di Aicotur, ha illustrato la visione e gli obiettivi dell’associazione: «Aicotur nasce per un parere di iniziativa sul turismo delle radici, e facendo questo parere è emerso che questo segmento viene poco utilizzato rispetto a quelle che sono le possibilità. Noi abbiamo 85 milioni di emigrati del dopoguerra e se consideriamo quelli che possono essere gli italo-discendenti di questi, abbiamo un bacino di utenza molto ampio di possibili visitatori interessati a venire in Italia. L’altro motivo è che il PNRR per la prima volta ha dato spazio con finanziamenti al turismo delle radici, è stata una goccia nell’oceano però è servita a smuovere molto.

La terza motivazione sono le buone pratiche che abbiamo condiviso, come il comune di Cleto che l’anno scorso in 10 mesi ha avuto 400 italo-discendenti per una permanenza di 30 giorni. Aicotur ha dei tour operator, quindi la nostra associazione serve per creare una rete di comuni che si attrezzi per fare queste attività e cioè dotare i comuni di un vademecum dei servizi indispensabili per il turismo delle radici, creare convenzioni e sinergie a livello locale e istituzionale. Occorre creare servizi, il turismo è servizi e se ci sono questi c’è turismo. In Aicotur si raggruppano i piccoli comuni».

IL SUCCESSO DI CLETO E L’IMPATTO ECONOMICO E CULTURALE

Armando Bossio, sindaco di Cleto (Cosenza) e presidente di Aicotur, ha portato l’esempio concreto del suo comune: «È un segmento turistico per noi di fondamentale importanza. A Cleto, comune di 1200 abitanti, lo abbiamo messo in atto e adesso è un esempio; da quell’esperienza è nata questa associazione». Rivolgendosi agli onorevoli presenti, ha lanciato un appello: «Fate di tutto per non far terminare questa ondata di turismo delle radici. Lo scorso anno, con un’organizzazione “casalinga” genuina, ossia facendo rete solo con la parte più attiva della mia comunità, siamo riusciti a ospitare 400 italo-discendenti, non per la cittadinanza ma perché volevano vedere le proprie radici. Noi siamo riusciti a dargli una proposta intensa.

È un modello che può funzionare e porta delle ricadute importanti, perché un comune come Cleto che è alla soglia dello spopolamento può utilizzare questo segmento anche contro lo spopolamento e lo spopolamento scolastico. Noi in questi mesi abbiamo dato speranza anche ai nostri giovani di poter creare imprese, servizi per questo tipo di segmento e portano un indotto economico importantissimo. Cleto in questi mesi ha fatto un indotto economico in un anno che forse non ha fatto negli ultimi 40 anni, questo perché siamo riusciti a coinvolgere tutti, abbiamo riaperto case private che erano chiuse, siamo riusciti a portare i turisti nelle aziende. Porta anche un cambiamento culturale perché i turisti portano anche arricchimento culturale. Portano anche una promozione incredibile. Il turismo delle radici è un’opportunità vera per i comuni, soprattutto per le comunità del sud che hanno difficoltà a cucire rapporti».

L’APPELLO AL PARLAMENTO E LE PRESENZE ALL’INCONTRO

Fabio Porta, uno dei parlamentari (Pd) eletti all’estero presenti, ha sottolineato l’importanza del tema: «Sul decreto cittadinanza, insieme agli altri eletti all’estero, abbiamo condotto una battaglia dura, non come battaglia di parte ma con lo spirito di chi capisce che si trattava di un tradimento agli italiani all’estero. Il turismo delle radici merita una rinnovata attenzione da parte del Parlamento, quindi già vi invito a un’iniziativa che vedremo di programmare, perché c’è tutto l’interesse per lavorare insieme, perché abbiamo bisogno di una narrazione vera che racchiude bene lo spirito del turismo delle radici».

Incisivo e costruttivo ma anche tecnico l’intervento dell’onorevole Roberto Ricciardi (Movimento 5 Stelle), così come costruttivi sono stati gli interventi del deputato Nicola Carè (Pd) e di Gianni Lattanzio, segretario generale dell’associazione Ambiente Italia.

Oltre a Bossio e Varacalli, l’incontro ha visto la partecipazione del segretario generale di Aicotur, Luisa La Colla, e dei coordinatori regionali: Marco Zipparri, sindaco di Marsicovetere per la Basilicata; Alessandro Amoroso, assessore al turismo di Santo Stefano di Camastra per la Sicilia; e Giuseppe Margheriti, sindaco di Erchie per la Puglia. Presente anche Michele di Stefano di Obiettivo Turismo Italia.

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