Titoli di Stato italiani: cosa c’è da sapere

  • Postato il 19 dicembre 2025
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  • Di Genova24
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bandiera italiana

I Titoli di Stato sono delle obbligazioni emesse dai Paesi attraverso gli organi preposti. In Italia, vengono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, noto come MEF, attraverso il Dipartimento del Tesoro.

L’investitore che decide di aggiungere al proprio portafoglio questa tipologia di titolo diviene a tutti gli effetti creditore dello Stato emittente. Quest’ultimo, in cambio del denaro ottenuto, in genere utilizzato per sostenere la spesa pubblica e finanziare iniziative e servizi rivolti alla cittadinanza, può riconoscere interessi periodici; inoltre, si impegna, alla scadenza dei titoli, a restituire la somma, talora maggiorata dello scarto di emissione.

Lo Stato italiano emette diverse tipologie di obbligazioni, le quali differiscono tra loro per orizzonte temporale e forme di remunerazione. Per comprendere al meglio le dinamiche che le regolano e individuare il prodotto che meglio si adatta al proprio profilo e ai propri obiettivi di investimento, può risultare utile approfondire casi specifici. Consultare ad esempio l’analisi del btp2037 sul sito di SoldiExpert SCF, aiuta a conoscerne andamento nel tempo, volatilità, performance, e a decidere se si tratta di un titolo adatto al proprio portafoglio oppure no.

Di seguito andremo a scoprire quali sono i Titoli di Stato italiani e in cosa differiscono tra loro.

Titoli di Stato italiani: districarsi tra gli acronimi

Chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti e desidera puntare sui titoli emessi dal governo italiano, può trovare difficile districarsi tra gli acronimi con i quali vengono indicati. Eppure, comprendere le differenze tra un BOT e un BTP, tra CTZ e CCT, ma anche tra CCT e CCTeu o tra BTP Italia e BTP€i è fondamentale per non commettere errori nella costruzione del portafoglio di investimento. Sebbene l’emittente sia il medesimo, ognuno di questi titoli presenta infatti caratteristiche ben precise che li rendono adatti a soddisfare esigenze e obiettivi di investimento affatto diversi.

Andando ad analizzare nel dettaglio le caratteristiche delle diverse tipologie di Titoli di Stato italiani, vediamo che:
– I BOT, ossia i Buoni Ordinari del Tesoro, sono titoli a breve termine con scadenza a 3, 6 o 12 mesi e privi di cedole periodiche. Il rendimento è dato dallo scarto di emissione oppure, per chi decide di rivenderli sul mercato secondario, dalla differenza tra prezzo di acquisto e di vendita;
– I CCT o Certificati di Credito del Tesoro sono titoli a lungo termine la cui durata è generalmente di 7 anni, sebbene possano essere effettuate emissioni con scadenze più brevi. Prevedono cedole semestrali, il cui ammontare è dato dal rendimento annuo dei BOT, e scarto di emissione;
– I CCTeu sono simili ai precedenti, ma con cedole calcolate sull’Euribor a sei mesi e maggiorate da uno spread;
– I BTP o Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli a lungo o lunghissimo termine, la cui scadenza può arrivare anche a 50 anni. Nella loro forma tradizionale prevedono cedole semestrali a tasso fisso costante e scarto di emissione. Accanto a questi si collocano poi quelli con cedole indicizzate all’inflazione italiana o europea (BTP Italia e BTP€i), nonché quelli che offrono un premio fedeltà alla scadenza (Futura) e cedole trimestrali (Valore).

Conoscere quindi queste sigle e cosa indicano, incluse le caratteristiche specifiche di ognuna, può aiutare moltissimo nella scelta di quei Titoli che si adattano meglio alle proprie esigenze.

Autore
Genova24

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