Strage di Cutro, a febbraio il processo d’appello per gli scafisti

  • Postato il 7 ottobre 2025
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Strage di Cutro, a febbraio il processo d’appello per gli scafisti

Strage cutro

Alla Corte d’Appello di Catanzaro da febbraio 2026, si celebrerà il processo per tre scafisti condannati a 16 anni per la strage di Cutro. In primo grado condannati per omicidio colposo plurimo e assolti per il naufragio.


CROTONE – Prenderà il via il prossimo 16 febbraio, davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro, il processo per i tre scafisti condannati in primo grado per la strage di Cutro. Sono accusati di aver causato la morte dei 94 migranti naufragati in una gelida alba del febbraio 2023. In primo grado, il Tribunale penale di Crotone inflisse 16 anni di reclusione ciascuno a Hasab Hussein, il pakistano dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato, e al turco Sami Fuat. A 11 anni, 1 mese e 10 giorni fu la condanna per il pakistano Khalid Arslan. Le multe stabilite erano da 4 milioni e mezzo ciascuno. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Salvatore Perri e Teresa Paladini.

I RUOLI

I tre vennero condannati per omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma furono assolti dall’accusa di naufragio, perché non avrebbero avuto «ruolo attivo» nell’affondamento del caicco “Summer Love” determinato dagli imputati che erano al timone e hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta Gun Ufuk e Mohammed Abdessalem, condannati a 20 anni ciascuno. Per il primo la condanna è ormai passata in giudicato.

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PARTE CIVILE

Familiari delle vittime e superstiti costituiti parte civile hanno ottenuto risarcimenti ritenuti congrui dai giudici di primo grado. Li assisteranno, anche in Appello, gli Gianfranco D’Ettoris, Salvatore Rossi, Roberto Stricagnoli, Barbara Ventura, Francesco Verri, Pietro Vitale. L’avvocatura dello Stato e quella regionale assistono, invece, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno e la Regione Calabria. Le istituzioni non si sono costituite nel procedimento a carico di sei ufficiali di guardia di finanza e guardia costiera, rinviati a giudizio per gli omessi soccorsi.

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