Sequestrati nel Barese beni per 65 mln per bancarotta fraudolenta
- Postato il 5 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Sequestrati nel Barese beni per 65 mln per bancarotta fraudolenta

Bancarotta fraudolenta nel Nord Barese: sequestrati beni per 65 milioni di euro. Operazione “Circùmfero” della Guardia di Finanza: nel mirino società edili e imprenditori.
TRANI – Sequestrato un patrimonio da oltre 65 milioni di euro tra immobili, denaro e quote societarie dalla Guardia di Finanza nel corso di un’operazione coordinata dalla Procura di Trani. Nel mirino quattro persone e cinque società edili, accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento di debiti verso l’Erario. Il provvedimento cautelare riguarda 112 unità immobiliari, disponibilità finanziarie, partecipazioni societarie e nove compendi aziendali, riconducibili alle società finite sotto indagine. I sigilli hanno colpito anche tre immobili utilizzati per operazioni di autoriciclaggio, nonché quote e partecipazioni relative a tutte le imprese gestite, direttamente o indirettamente, dagli indagati.
Bancarotta fraudolenta nel Nord Barese: l’indagine “Circùmfero”
L’operazione, denominata “Circùmfero”, nasce da un’articolata attività investigativa avviata dalle Fiamme Gialle su tre società edili del nord Barese, amministrate dalla stessa persona e riunite in Ati (Associazione Temporanea di Imprese) per realizzare un piano di edilizia convenzionata con il Comune di Trani. Secondo gli inquirenti, le imprese non avrebbero versato oltre 2 milioni di euro di oneri di urbanizzazione previsti dalla convenzione comunale. Già nove anni fa, il TAR Puglia aveva ingiunto il pagamento di tali somme. Per sottrarsi all’obbligo, gli amministratori avrebbero messo in atto una serie di operazioni distrattive e compravendite fittizie, cedendo immobili di nuova costruzione e altri beni societari ad aziende formalmente distinte ma, di fatto, riconducibili allo stesso imprenditore.
Un sistema di scatole cinesi per eludere i controlli
Dalle indagini è emerso un complesso meccanismo di spoliazione patrimoniale: le società originarie, una volta svuotate, venivano poste in liquidazione giudiziale dal Tribunale di Trani, mentre i beni venivano trasferiti ad altre imprese di nuova costituzione.
Le scritture contabili manipolate e pagamenti simulati avrebbero avuto lo scopo di mascherare la reale natura delle operazioni, rendendo difficoltosa la ricostruzione dei flussi finanziari.
Le nuove società, create ad hoc e spesso intestate a familiari dell’imprenditore originario, avrebbero proseguito l’attività sotto una veste apparentemente lecita, ostacolando l’identificazione della provenienza illecita dei beni.
Il bilancio dell’operazione
Complessivamente, la Guardia di Finanza ha individuato beni e valori per circa 65 milioni di euro, di cui 40 milioni riferibili direttamente ai reati di bancarotta e distrazione e 25 milioni relativi a compendi aziendali e quote societarie. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per ricostruire in modo completo la rete di operazioni con cui gli indagati avrebbero realizzato il presunto “svuotamento” sistematico delle imprese.
Il Quotidiano del Sud.
Sequestrati nel Barese beni per 65 mln per bancarotta fraudolenta