PalaBombrini, la giunta Salis riprende il dossier: sì al pala-atletica ma sarà ridimensionato

  • Postato il 6 settembre 2025
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Genova. A Cornigliano “c’è la necessità di poter dare soprattutto spazi per la cittadinanza, per i bambini, per lo sport. E, in questo caso, assicuro che il progetto per il PalaBombrini andrà avanti“. La dichiarazione della sindaca Silvia Salis, all’ultima riga del comunicato stampa diffuso martedì scorso dopo l’incontro in prefettura, è passata in sordina in mezzo al dibattito ben più rumoroso sul forno elettrico dell’ex Ilva. Ma quell’area, su cui sorgeva l’enorme gasometro fino al 2007, è una delle più ambite per la riqualificazione della delegazione.

Come nasce il progetto PalaBombrini

Il primo progetto del PalaBombrini era stato presentato nel 2021 alla giunta Bucci dalla società Mos (Mall of sports) e comprendeva un palazzetto per l’atletica indoor regolamentare da 3.500 posti in grado di ospitare diverse discipline, uno stadio per il rugby, una parete per l’arrampicata, aree per la simulazione dello sci e piscina. Mai chiarita nei dettagli la funzione commerciale, anticipata tuttavia dalla parola mall (inglese americano per centro commerciale), la stessa che accompagnava l’operazione Palasport nel Waterfront di Levante.

La struttura ipotizzata era un parallelepipedo di 300 metri per 200, tanto che, oltre alle associazioni ambientaliste, anche la Soprintendenza aveva mosso obiezioni sull’impatto paesaggistico. Due anni dopo il vicesindaco Pietro Piciocchi aveva ripreso il discorso in consiglio comunale spiegando che il PalaBombrini sarebbe stato pubblico, con la possibilità di chiedere i fondi della legge stadi, e che i rendering del passato erano “completamente superati” perché l’edificio sarebbe stato alto al massimo quanto Villa Bombrini con “attività commerciali limitate e comunque legate allo sport”.

La giunta Salis punta a un palazzetto per l’atletica indoor

Adesso la giunta Salis, da quanto trapela, ha intenzione di realizzare in sulla stessa area un palazzetto per l’atletica indoor con funzioni sportive pubbliche, ma mettendo da parte quello che era giudicato un progetto “faraonico”. Il dossier è stato esplorato da Angelo Gazzo, allenatore e preparatore atletico assunto dalla sindaca come consulente per lo sport, insieme agli uffici che si occupano di impiantistica.

L’idea è costruire una struttura molto più snella, dal punto di vista dell’impatto e anche della gestione, in grado di ospitare anche un velodromo per il ciclismo indoor sull’anello esterno, mentre la parte interna dovrebbe essere funzionale ad altre discipline sportive, considerando anche i limiti oggettivi del Palasport. Nella stessa area potrebbero convivere anche campi all’aperto (ad esempi rugby e baseball) e spazi pubblici. Da tenere in considerazione che la pista di atletica andrà realizzata ex novo, visto che quella del Palasport, esposta alle intemperie in piazzale Kennedy durante i lavori, risulta troppo deteriorata e perciò irrecuperabile.

Un palazzetto “vivibile e sostenibile” che però, a quel punto, andrebbe progettato da capo, a meno che non si riesca a salvare qualcosa dello studio di fattibilità avanzato che dovrebbe giacere nei cassetti di Tursi. Una volta compreso a che punto era arrivata la precedente amministrazione, sarà da chiarire l’eventuale ruolo che avrebbero i privati (nel finanziamento così come nella futura gestione) e soprattutto dove si potranno reperire i fondi necessari per portare a termine l’operazione.

Il presidente del Municipio: “Serve un parco pubblico”

Anche Fabio Ceraudo, presidente del Municipio Medio Ponente, condivide la stessa impostazione: “La gente ha bisogno di un palazzetto, ridimensionato di fianco a una villa storica, e di un parco ludico e sportivo usufruibile pubblicamente, non di impianti strettamente privati che vanno a occupare spazi destinati alla cittadinanza. Abbiamo già chiesto un incontro con Società per Cornigliano, ora mi appresterò a chiedere un incontro anche con gli assessori Ferrante e Patrone. Per questa, come per qualsiasi iniziativa, sarà fondamentale un percorso partecipativo per dare a tutti la possibilità di esprimersi”.

Per ora, comunque, non si tratta di una questione prioritaria, anche perché oltre all’incombenza del Palasport (che il Comune per ora non assegnerà in gestione finché non troverà un modo di abbattere i costi energetici) la vera emergenza da affrontare in tema di impianti sportivi è lo stadio Carlini, che versa in condizioni manutentive molto gravi e ha bisogno di un restyling totale.

Autore
Genova24

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