Nuovo attacco in Nigeria: 315 tra studenti e insegnanti di una scuola cristiana rapiti da un gruppo armato
- Postato il 22 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’ennesimo feroce attacco contro la popolazione. Vittime, questa volta, ben 303 alunni e 12 insegnanti della scuola cristiana St. Mary nell’area di Agwara, in Nigeria centrale, che sono stati rapiti da quello che, per il momento, è stato semplicemente identificato come un “gruppo di banditi armati“. Dopo i numerosi sequestri di giovani ragazze registrati anche negli ultimi giorni nel Paese, questo episodio rappresenta uno dei più gravi per numero di persone coinvolte. “Il governo dello stato del Niger ha ricevuto con grande tristezza la notizia del rapimento della St. Mary’s School nella località di Agwara”, ha dichiarato Abubakar Usman, segretario del governo dello stato. Sono state dispiegate unità tattiche e dell’esercito per “battere palmo a palmo la foresta per mettere in salvo gli studenti rapiti”, si legge in un comunicato della polizia dello stato.
L’allarme è scattato verso le 2 di notte, quando la polizia è stata avvisata che “alcuni banditi armati hanno attaccato la scuola secondaria cattolica privata St Mary’s e rapito un numero di studenti ancora da determinare dai loro dormitori”. Un episodio simile era avvenuto meno di una settimana fa, lunedì scorso, quando uomini armati hanno attaccato una scuola secondaria nello stato di Kebbi, nel nord-ovest del Paese, sequestrando 25 studentesse, una delle quali è riuscita a scappare mentre le altre risultano ancora scomparse. Martedì, uomini armati hanno aperto il fuoco in una chiesa sempre nel nord ovest del Paese, uccidendo due persone durante una messa che era trasmessa in streaming. Si ritiene che decine di fedeli siano stati rapiti.
Il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha cancellato tutti gli impegni internazionali, compreso il vertice del G20 che si è aperto oggi a Johannesburg. I rapimenti sono avvenuti dopo che, all’inizio del mese, Donald Trump ha minacciato un’azione militare degli Usa contro “la persecuzione dei cristiani” che in Nigeria fronteggiano, secondo il presidente americano, “una minaccia esistenziale”. Il governo nigeriano ha rigettato le accuse di non proteggere i cristiani e il portavoce del presidente aveva dichiarato alla Cnn che Tinubu era “scioccato” dal fatto Trump stesse “valutando l’invasione del nostro Paese”. E giovedì scorso è arrivata a Washington una delegazione nigeriana, guidata dal consigliere per la Sicurezza Nazionale Mallam Nuhu Ribadu, per incontri con il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il vice segretario di Stato, Christopher Landau, ed esponenti del Congresso. In un comunicato del Pentagono si riferisce che nell’incontro tra Hegseth e Ribadu si sono “discussi modi per fare progressi tangibili per fermare la violenza contro i cristiani in Nigeria e combattere i gruppi terroristici jihadisti nell’Africa occidentale. Il segretario Hegseth ha sottolineato la necessità che la Nigeria dimostri l’impegno a prendere azioni urgenti e durature per fermare la violenza contro i cristiani e ha espresso il desiderio del Dipartimento di lavorare insieme e attraverso la Nigeria per prevenire e diminuire azioni terroristiche che minacciano gli Stati Uniti”.
Sull’episodio di venerdì è intervenuta anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in una dichiarazione ha condannato “con fermezza le rinnovate violenze avvenute contro le comunità cristiane in Nigeria. La libertà religiosa è un diritto inviolabile, chiediamo al governo nigeriano di rafforzare la protezione delle comunità cristiane e di tutte le comunità religiose e di perseguire i responsabili di questi efferati attacchi. L’Italia esprime tutta la sua vicinanza alle vittime e alle comunità in Nigeria che oggi si sentono in pericolo per il loro credo religioso”.
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