Il Papa accetta le dimissioni del vescovo di Cadice accusato di abusi sessuali. Sono 101 i casi registrati nel 2023
- Postato il 22 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Papa ha accettato le dimissioni del vescovo di Cadice e Ceuta Rafael Zornoza. L’alto prelato, 76 anni, è al centro in Spagna di una tempesta mediatica e giudiziaria legata a accuse di presunti abusi sessuali risalenti agli anni ’90. Zornoza è accusato da un ex seminarista di violenze continuate quando l’orami ex vescovo era sacerdote a Getafe (Madrid) e dirigeva il seminario maggiore della diocesi. Il caso, arrivato da tempo nei tribunali vaticani, è stato affrontato direttamente da Papa Leone XIV lunedì scorso durante un incontro con i vescovi spagnoli. La Santa Sede ha aperto un’indagine preliminare attraverso il Tribunale della Rota, incaricato di accertare la fondatezza delle accuse. Nel frattempo, Zornoza ha sospeso gli impegni pubblici ma non è stato rimosso dal suo incarico fino alla decisione odierna. Gli sviluppi del caso Zornoza si inseriscono in un quadro più ampio di revisione della gestione degli abusi nella Chiesa spagnola. La Conferenza Episcopale Spagnola ha infatti reso noto che, secondo il rapporto annuale della Commissione Priva — il Piano di Riparazione Integrale delle vittime avviato nel 2023 — sono stati presentati 101 casi di abusi sessuali su minori e persone vulnerabili nell’ultimo anno.
Il Papa: “Rispetto per le vittime e per i processi. Lasciamo lavorare la giustizia della Chiesa”
Rispondendo ai giornalisti prima di lasciare Castel Gandolfo, Papa Leone XIV ha ribadito la necessità di tutelare sia le presunte vittime sia il diritto alla difesa dell’accusato:
“Il vescovo di Cadice insiste sulla sua innocenza. È stata aperta un’indagine: dobbiamo lasciarla procedere e, a seconda dei risultati, ci saranno delle conseguenze”, ha affermato. Alle vittime il Pontefice ha rivolto un invito: “Che trovino sempre un luogo sicuro dove poter parlare, dove presentare i loro casi”. E ha ricordato l’importanza di “rispettare i processi, che richiedono tempo, seguendo i passi indicati dalla giustizia della Chiesa”.
La posizione dei vescovi: “Presunzione di innocenza, ma diritto delle vittime a denunciare”
Il segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola (Cee), Francisco César García Magán, ha ribadito che la Chiesa “si rimette” alle decisioni del Papa e della giustizia vaticana, ricordando il rispetto dovuto alla presunzione di innocenza del vescovo Zornoza. “Allo stesso tempo — ha precisato — le vittime hanno diritto a presentare i loro casi davanti alle istanze opportune”. García Magán ha sottolineato che l’indagine aperta dal Tribunale della Rota è condotta da “persone altamente qualificate” e che si attende la decisione finale. Il presidente della Cee, mons. Luis Arguello, nei giorni scorsi aveva riconosciuto che l’avvio dell’inchiesta conferisce “verosimiglianza” alle accuse, pur ribadendo il sostegno alla presunzione di innocenza del vescovo.
Una Chiesa chiamata a rispondere: oltre 100 casi nel 2023
Gli sviluppi del caso Zornoza si inseriscono in un quadro più ampio di revisione della gestione degli abusi nella Chiesa spagnola. La Cee ha infatti reso noto che, secondo il rapporto annuale della Commissione Priva — il Piano di Riparazione Integrale delle vittime avviato nel 2023 — sono stati presentati 101 casi di abusi sessuali su minori e persone vulnerabili nell’ultimo anno. Di questi, 58 sono stati risolti, mentre per gli altri sono state richieste ulteriori informazioni per determinare le forme di risarcimento. Per la prima volta, i vescovi iberici sembrano aprire alla collaborazione con il governo sulla questione dei risarcimenti.
“Abbiamo accettato il quadro generale proposto dal ministero di Giustizia e stiamo negoziando come affrontare i casi delle vittime che non vogliono rivolgersi alla Chiesa”, ha spiegato García Magán. Finora la gerarchia ecclesiastica aveva rifiutato di partecipare al fondo pubblico per i risarcimenti. Resta però da chiarire se accetterà la proposta governativa di un fondo comune Stato-Chiesa. Le associazioni delle vittime, intanto, hanno incontrato il ministro della Giustizia, Félix Bolaños, chiedendo un intervento urgente per garantire il diritto al risarcimento. Secondo il rapporto del Difensore civico, oltre 200.000 minori sarebbero stati vittime di abusi da parte del clero dal 1940, una cifra contestata dalla Chiesa che ne riconosce 1.057.
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