“Mi sputava addosso, per me è stato uno stupro”: attrici hard accusano Rocco Siffredi di abusi. Lui replica: “Tutto falso, ho le prove”

  • Postato il 16 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Mi sputava addosso e faceva sesso anale senza il mio consenso”. “Tutto falso, congiura internazionale contro di me”. L’ultima disputa nel mondo dell’hard arriva da un servizio delle Iene che coinvolge le attrici Lera, Gloria e Ophelia Dust e il re del porno Rocco Siffredi. Nel programma andato in onda su Italia1 gli inviati Roberta Rei e Francesco Priano hanno raccolto testimonianze di alcune giovani attrici che lanciano accuse gravissime al produttore, regista e attore italiano su presunti episodi di violenza fisica e psicologica, accusando Siffredi di aver oltrepassato i limiti del consenso durante le riprese e, in alcuni casi, anche fuori dal set. Lera, ad esempio, a ricordato: “Ha fatto un an*le con me, cosa che io gli avevo proibito di fare. Mi è anche uscito il sangue”.

Gloria invece ricorda: “Dicevo: ‘Io non lo voglio fare’, ma continuava a sputarmi addosso, a dirmi: lo vedi che ti piace, tr**a? Per me è stato uno stupro a tutti gli effetti. Anche davanti alle telecamere. È stata una doppia violenza”. Ophelia Dust, infine, ha parlato di presunte violenze avvenute anche lontano dalle telecamere, ad esempio in un bagno dove una ragazza ha affermato: “In quel momento ho sentito di essermi dissociata dalla realtà. Non so se ero viva o morta. Lui ha continuato così per dieci minuti. E io non urlavo, non parlavo”. Siffredi ha negato ogni accusa. “Forse in qualche scena sono stato un po’ esagerato, ma non ho mai costretto nessuna. Il mio modo di vivere il sesso è intenso, ma sempre consensuale. Non sono uno stupratore pervertito”.

L’attore ha poi aggiunto: “Si tratta di una congiura internazionale contro di me”, che le testimonianze delle attrici sarebbero motivate da invidia o da interessi esterni volti a screditarlo: “Ho le chat, ho i testimoni, ho tutto per dimostrare che non è vero”. Al centro del discorso finisce così la cosiddetta pratica del video consenso che accompagna ogni prestazione pornografica da diversi decenni in tutte le produzioni anche quelle finto amatoriali, magari proprio di casting e rapporti a due (senza classiche trame e produzione da classico film porno) che oramai imperversano in rete gratuitamente.

Si tratta di registrazioni effettuate prima delle riprese in cui le attrici dichiarano di accettare le pratiche previste. In questa nuova polemiche le ragazze sostengono che questi video non avrebbero valore legale perchè spesso girati in contesti di pressione psicologica o economica, e non giustificano il superamento dei limiti concordati durante le riprese. Va anche ricordato che quando si tratta di pratiche molto estreme, come nel caso delle produzioni Kink.com, non solo c’è un video consenso iniziale ma il prodotto viene corredato di un video di testimonianza finale post “recitazione”.

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Il Fatto Quotidiano

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