Madrid, la Comunità e il Comune versano ai giornali amici milioni di euro in pubblicità istituzionale. “Propaganda politica”
- Postato il 20 settembre 2025
- Media
- Di Il Fatto Quotidiano
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Negli ultimi cinque anni, la Comunità di Madrid guidata da Isabel Díaz Ayuso e il Comune retto da José Luis Martínez-Almeida hanno destinato milioni di euro in pubblicità istituzionale a media considerati vicini al Partito Popolare (PP). Un flusso di denaro pubblico che ha suscitato polemiche, accuse di favoritismo e richieste di trasparenza da parte dell’opposizione e del mondo dell’informazione indipendente.
I beneficiari principali
Secondo le inchieste pubblicate da El Salto, tra i principali destinatari spicca El Español, il giornale fondato da Pedro J. Ramírez, ex direttore del quotidiano conservatore El Mundo e figura storica del giornalismo spagnolo di area centro-destra. In cinque anni, El Español ha ricevuto oltre 2,2 milioni di euro tra Comune e Regione, con un’impennata nel 2024, quando solo la Comunità ha destinato al quotidiano più di mezzo milione. Anche il Comune ha triplicato i fondi in dodici mesi, arrivando a quasi 273mila euro. Altro nome in evidenza è Periodista Digital, diretto da Alfonso Rojo e noto per dare spazio al personaggio Bertrand Ndongo, influencer e attivista di origine camerunese, spesso associato a posizioni populiste di destra e critico verso le istituzioni tradizionali. Qui l’ammontare supera i 400mila euro in quattro anni, nonostante un’audience nettamente inferiore rispetto alle testate concorrenti come ElDiario.es o lo stesso El Salto. Infine, il conglomerato mediatico di Federico Jiménez Losantos – che comprende Libertad Digital, EsRadio e LibreMercado – ha ricevuto 1,7 milioni di euro soltanto dalla Comunità di Madrid nel quadriennio di Ayuso. Jiménez Losantos è un giornalista e opinionista ultra-conservatore, noto per il suo sostegno al Partito Popolare e per il linguaggio spesso provocatorio e polemico nei confronti della sinistra e dei media critici.
Trasparenza in discussione
La legge spagnola prevede che la pubblicità istituzionale si distribuisca in base a criteri oggettivi: tiratura, ascolti, visitatori unici, dati certificati dalle agenzie di rilevazione. Tuttavia, le cifre raccontano un’altra storia. Media con scarsa audience incassano più di testate con pubblico consolidato, spesso critiche nei confronti del governo regionale o comunale. El Salto denuncia di essere praticamente escluso dai piani pubblicitari, pur avendo numeri maggiori di alcuni giornali favoriti. Anche ElDiario.es, voce autorevole della stampa progressista, riceve meno di quanto spetterebbe proporzionalmente al suo bacino di lettori. “Quello che emerge da questi dati non è solo una gestione opaca dei fondi pubblici, ma un vero e proprio sistema di favori che trasforma la pubblicità istituzionale in uno strumento di propaganda politica a vantaggio di pochi amici del potere”, denuncia Yago Álvarez Barba, l’autore dell’inchiesta.
Le reazioni politiche
L’opposizione non è rimasta in silenzio. Más Madrid, partito politico locale di sinistra progressista nato nel 2015 e guidato dall’ex candidata sindaca Manuela Carmena, chiede chiarimenti ufficiali su criteri e beneficiari, presentando interrogazioni sia al Comune che all’Assemblea regionale. La portavoce del partito, Manuela Bergerot, ha dichiarato: “La pubblicità istituzionale non può essere uno strumento di propaganda per il Partito Popolare. È necessario un sistema trasparente e imparziale”. Inoltre, durante il recente dibattito sullo Stato della Regione, Bergerot ha mostrato immagini di vittime palestinesi in Gaza per denunciare la posizione di Ayuso sul conflitto, sottolineando la mancanza di compassione del governo regionale. José Luis Martínez-Almeida, sindaco di Madrid e membro del Partito Popolare, ha difeso la gestione della pubblicità istituzionale, affermando che “la pubblicità è uno strumento fondamentale per informare i cittadini” e che “tutti i contratti sono stati assegnati nel rispetto della legge”.
Tuttavia, non ha fornito dettagli specifici sui criteri utilizzati per la selezione dei media beneficiari. In risposta alle crescenti critiche, alcuni esponenti politici hanno proposto di eliminare la pubblicità istituzionale ai media che non verificano le proprie notizie. Questa proposta mira a ridurre il rischio di favoritismi e a garantire una distribuzione più equa delle risorse pubbliche. E limitare anche la diffusione delle fake news come pratica di propaganda politica molto in uso nell’area dell’estrema destra spagnola. Tuttavia, la proposta ha suscitato anche preoccupazioni riguardo alla possibilità di ridurre l’efficacia delle campagne informative destinate ai cittadini. Dal canto loro, i responsabili del PP sostengono che la distribuzione dei fondi risponde alle esigenze di informare i cittadini e promuovere iniziative sociali, culturali e sanitarie. Le amministrazioni parlano di “criteri rispettati” e giustificano l’aumento degli importi con il moltiplicarsi delle campagne comunicative, specialmente dopo la pandemia e durante eventi di grande impatto. Nessuna spiegazione dettagliata, però, è arrivata finora sul perché testate con minore impatto ricevano importi molto superiori rispetto a media indipendenti o critici.
Il rischio per il pluralismo
Il nodo è politico, ma anche culturale. Quando i governi premiano con fondi pubblici solo i media amici, il giornalismo indipendente rischia l’emarginazione economica. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni si erode e il pluralismo dell’informazione viene distorto. Per questo crescono le richieste di riforma: maggiore trasparenza nei piani media, pubblicazione integrale dei contratti e verifica indipendente del rispetto dei criteri. Solo così, sostengono le voci critiche, la pubblicità istituzionale potrà tornare a essere uno strumento di servizio pubblico e non un canale di consenso politico.
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