L’impegno del pentito Bonaventura in Francia: «lo Stato tenta di scoraggiarmi»

  • Postato il 17 settembre 2025
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L’impegno del pentito Bonaventura in Francia: «lo Stato tenta di scoraggiarmi»

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Il pentito crotonese Bonaventura incontra in Francia le vittime della criminalità nonostante il parere negativo dei pm


CROTONE – Nonostante il parere negativo espresso dalla Dda di Catanzaro e dalla Dna, il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura è andato comunque in Francia. Non per una gita di piacere ma per incontrare le vittime della criminalità marsigliese, ospite dell’associazione Crim’Halt.

Fondatore dell’associazione “Sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia”, l’impegno di Bonaventura contro la ‘ndrangheta prosegue al di fuori delle giudiziarie.  Per esempio con il canale sui social “Striscia l’antimafia”, ma anche con i progetti all’estero avviati insieme ad associazioni come “Mafia nein danke” e “Crim’Halt”.

LO SFOGO

 «Io e mia moglie siamo stanchi di subire queste limitazioni che sembrano essere volte a scongiurare il mio attivismo sociale – lamenta Bonaventura –  Avevo incontrato a Caserta questi ragazzi e avevamo cominciato a discutere di come esportare il progetto “Liberi di scegliere”, in cui il giudice Roberto Di Bella mi ha coinvolto.

A Marsiglia commovente ricordare una ragazza uccisa da un proiettile vagante. Non riesco a capire perché la Francia sia più pericolosa dell’Italia dove comunque non mi hanno ancora concesso il cambio di generalità che pure è stato autorizzato».

LA DENUNCIA

Secondo Bonaventura, un collaboratore di giustizia che ha un percorso come il suo dovrebbe essere «incoraggiato» a partecipare ad iniziative come quelle di Marsiglia, dove è andato anche per «sostenere l’idea di una normativa antimafia europea».

«UNO STATO ASSENTE»

«Penso che la brutta figura la faccia uno Stato assente che rinuncia ad accompagnarmi ad eventi così importanti – prosegue l’ex boss crotonese – La scorta viene data soltanto quando facciamo condannare centinaia di ‘ndranghetisti ma alle nostre istanze non c’è mai risposta.

Il diritto allo studio e anche quello alla salute senza documenti di copertura vengono negati ai collaboratori di giustizia. Non si fa la lotta alla mafia senza prevedere alcun inserimento socio-lavorativo per i collaboratori e i loro familiari».

LA COLLABORAZIONE

Ma, soprattutto, Bonaventura continua a collaborare con la giustizia, nonostante le “difficoltà” che hanno caratterizzato il suo percorso, essendo da tempo fuoriuscito dal programma di protezione. «Onorerò sempre gli impegni presi con la magistratura. È un percorso difficile ma che vale la pena di fare fino in fondo. Io e la mia famiglia – dice ancora – lo stiamo facendo per noi ma anche per la nostra terra, perché crediamo nel cambiamento. Non bisogna avere paura del cambiamento».

LIBERI DI SCEGLIERE

Uno dei fronti su cui prosegue l’impegno di Bonaventura è il progetto “Liberi di scegliere”. Di Bella ritiene che delinquenti non si nasce, ma si diventa, soprattutto vivendo in certi ambienti in cui vigono il codice d’onore della ndrangheta, l’omertà, disvalori assorbiti dai ragazzi che vivono in contesti criminali. Numerosi sono gli incontri con le scuole a cui Bonaventura partecipa nell’ambito del progetto che punta ad educare alla legalità e dare la possibilità ai giovani di famiglie della criminalità organizzata e alle loro madri di scegliere una vita diversa e liberarsi dall’indottrinamento mafioso. La sua idea è quella di esportare questo modello all’estero.

LEGGI ANCHE: Minacce di morte al collaboratore di giustizia Bonaventura

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