L’IA di Google al servizio della ricerca scientifica per studiare il linguaggio dei delfini: il progetto DolphinGemma
- Postato il 18 aprile 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Riusciremo a capire in che modo comunicano i delfini e cosa si “dicono”? La risposta potrebbe essere sì e a suggerirlo è l’intelligenza artificiale che, con un nuovo progetto intitolato DolphinGemma, potrebbe aiutare gli scienziati ad inserirsi in nuovi approcci sulla comunicazione interspecie. Approcci su cui già erano state messe in campo ricerche mirate e resi oggi possibili grazie alla collaborazione tra Google, i ricercatori del Georgia Tech e il Wild Dolphin Project (WDP), associazione no profit fondata nel 1985 che da anni si cimenta sulla ricerca subacquea di una specifica comunità di delfinidi, le stenelle maculate atlantiche selvatiche delle Bahamas. Nel corso delle ricerche su questa straordinaria specie animale, sono state accumulate registrazioni audio-video in relazione all’identità di ciascun delfino con le quali è stato possibile fare luce sulla correlazione tra certi suoni e precisi comportamenti (si pensi ai “fischi firma” usati da madri e cuccioli per riunirsi).
Alla base del progetto per capire che sequenze sonore si annidino dietro a questo linguaggio, c’è un modello di intelligenza artificiale innovativo, sviluppato da Google, altamente performativo per tecnologia audio e dotato di circa 400 milioni di parametri, ideato affinché venga “eseguito direttamente sui telefoni Pixel utilizzati dal WDP sul campo”, spiega Google. La tecnologia audio è quella del tokenizer SoundStream, capace di codificare i suoni elaborandoli in un’architettura per sequenze complesse. Un modello d’intelligenza artificiale lavorato sul database acustico del World Delphin Project e finemente “addestrato” per interpretare la struttura delle vocalizzazioni e produrre nuove sequenze che le imitino. L’idea è che sequenze di suoni naturali di delfini vengano elaborate per decifrare le strutture sottese, e per prevedere quali suoni seguiranno alla sequenza con maggiori probabilità. Una procedura non troppo dissimile dai modelli IA applicati al linguaggio umano e finalizzati ad anticipare parole o frasi successive. Il progetto dovrebbe dunque aiutare gli umani a cogliere gli schemi sonori ricorrenti nelle comunicazioni dei delfini per cogliere strutture nascoste e risvolti semantici nel loro scambio linguistico.
Come riportato in un post ufficiale, questi schemi potrebbero aiutare ad “indicare oggetti con cui i delfini interagiscono volentieri, e potrebbero gettare le basi per un vocabolario condiviso con i delfini ai fini di una comunicazione interattiva“. “Prevediamo – spiega Google – di rendere disponibile DolphinGemma come modello open source nel corso di quest’estate. Pur essendo stato addestrato sui suoni delle stenelle maculate atlantiche, riteniamo che possa rivelarsi utile anche per i ricercatori che studiano altre specie di cetacei, come i tursiopi o gli stenelle dal lungo rostro”. Non solo comunicazione naturale tra delfini: il WDP sta esplorando anche la potenziale interazione bidirezionale in ambiente oceanico, attraverso il sistema Chat (Cetacean Hearing Augmentation Telemetry), ideato con l’aiuto del Georgia Institute of Technology. Chat è un computer subacqueo che andrà a generare fischi sintetici che poi saranno messi in relazione a specifici oggetti graditi ai cetacei (sargasso, erba marina …). L’auspicio è che i delfini imparino a imitare tali fischi per chiedere gli oggetti associati.
L'articolo L’IA di Google al servizio della ricerca scientifica per studiare il linguaggio dei delfini: il progetto DolphinGemma proviene da Il Fatto Quotidiano.