Le zone rosse anti epidemia nacquero a Parma nel 1836
- Postato il 8 dicembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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Le zone rosse anti epidemia nacquero a Parma nel 1836
Uno studio presentato al 58 Congresso della Società Italiana di Igiene ricostruisce la gestione della prima epidemia di colera che colpì Parma nel 1836, mostrando come il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla adottò misure organizzative avanzate per fronteggiare un'emergenza sanitaria allora poco compresa. Il lavoro, realizzato dall'Università di Parma con l'Archivio Storico del Comune, analizza documenti originali che descrivono la diffusione del contagio e gli interventi messi in atto sotto il governo di Maria Luigia d'Austria.
Il colera, da secoli confinato nella valle del Gange, raggiunse Parma con il primo caso registrato il 19 giugno 1836. Seguirono mesi di contagi fino all'11 ottobre, in un contesto di forte incertezza scientifica e timori diffusi tra la popolazione.
La ricostruzione dell'epidemia
La ricostruzione presentata al congresso ripercorre le tappe dell'epidemia attraverso nove pannelli espositivi e un video che visualizza la propagazione del morbo nei quartieri cittadini, evidenziando le aree più colpite e la dinamica urbana del contagio.
La risposta delle autorità ducali
Nonostante l'assenza di conoscenze microbiologiche, le autorità ducali misero in campo una risposta sorprendentemente strutturata: controlli sanitari, regolamentazione degli spazi comuni, isolamento dei malati, pulizia straordinaria delle vie e interventi amministrativi mirati. Alcuni documenti segnalano l'indicazione di "purificare le mani con ripetute lavature di cloruro di calce", anticipando di anni l'evidenza scientifica che Ignaz Semmelweis avrebbe formulato sulla prevenzione delle infezioni.
Confronto con COVID-19 e lezioni per la sanità pubblica
Il confronto con la pandemia di COVID-19, sottolineano gli autori, mette in luce continuità significative: paura, isolamento, misure restrittive, necessità di informare e rassicurare la popolazione. La vicenda del 1836 mostra come la capacità organizzativa e la rapidità d'azione possano incidere sull'impatto di un'epidemia anche in assenza di strumenti moderni, offrendo elementi utili per comprendere l'evoluzione storica della sanità pubblica.
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