La storia del migrante espulso e mandato in El Salvador per errore che non riesce a tornare negli Usa
- Postato il 16 aprile 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Tra i tanti migranti espulsi da Trump dagli Stati Uniti ce ne sono alcuni che avrebbero avuto tutti i diritti a restare negli Usa. Il più eclatante tra questi casi è quello di Kilmar Abrego Garcia, un uomo di origini salvadoregne che viveva negli Usa con un regolare permesso di soggiorno. La sua vicenda ha innescato una “guerra” tra il Governo a stelle e strisce e un Tribunale federale che gli riconosciuto per primo a Garcia il diritto a tornare. Pur essendo un nuovo motivo di imbarazzo per l’amministrazione Trump che ha dovuto riconoscere di aver commesso un errore, Garcia non riesce a tornare negli Usa e resta detenuto nel suo paese. Vediamo nello specifico cosa è successo e da cosa nasce questo errore.
Il mese scorso, Garcia è stato arrestato ed espulso con l’accusa di avere legami con delle bande criminali. Ora si trova in un carcere di massima sicurezza in El Salvador. La sua famiglia ha saputo della sua detenzione ed ha fatto ricorso in un Tribunale federale. L’uomo originario de El Salvador ha così ottenuto il diritto a tornare negli Usa. L’amministrazione Trump ha bloccato il suo ritorno sostenendo di non poterlo far rientrare. Ora il caso è finito alla Corte Suprema che ha deciso di prendere tempo per esaminare il caso.
Nel frattempo c’è stato nello Studio Ovale un incontro tra il presidente de El Salvador, Nayib Bukele, e Donald Trump. “Non ho il potere di restituirlo agli Usa” ha detto al termine dell’incontro il presidente de El Salvador rispondendo a una domanda sul caso di Kilmar Abrego Garcia. Né Trump né il suo segretario di Stato Marco Rubio, presenti anch’essi nello Studio Ovale, hanno allo stesso tempo manifestato l’intenzione di chiedere la restituzione di Garcia che quindi resta detenuto.
Nelle ultime settimane l’amministrazione Trump ha inviato a El Salvador e negli altri Paesi del Centro e Sud America centinaia di persone che formalmente non sono accusate di nulla, dato che non hanno subito un regolare processo. Nel caso di Abrego Garcia, dopo il ricorso della sua famiglia, il Dipartimento di Giustizia ha comunque ammesso che effettivamente la sua espulsione è avvenuta a causa di un “errore amministrativo”.

Chi è Abrego Garcia
Abrego Garcia è entrato illegalmente negli Usa nel 2011 per sfuggire alle minacce delle gang criminali salvadoregne. Negli Stati Uniti si è sposato con una cittadina americana e ha avuto tre figli. Nel 2019 l’uomo, che oggi ha 29 anni, fu arrestato dalla polizia di frontiera perché sospettato di avere legami con le bande criminali del suo Paese. Dopo un breve processo fu esonerato da ogni accusa: a Garcia venne concesso un permesso di soggiorno umanitario che era ancora valido quando, nel mese scorso, fu arrestato di nuovo in Maryland.
Dopo l’arresto, Abrego Garcia è stato messo su un aereo diretto a El Salvador insieme a decine di venezuelani presunti criminali che non hanno subito in realtà nessun processo. Una volta arrivato nel Paese centroamericano è stato spostato in vari centri di detenzione senza incontrare anche qui alcun giudice. Garcia è stato alla fine portato in un carcere di massima sicurezza usato dal presidente salvadoregno Nayib Bukele per detenere i criminali ritenuti più pericolosi. Un luogo dove si vive ammassati e si subiscono costantemente delle violenze. Bukele si sta infatti riprendendo tutti i salvadoregni espulsi dagli Usa, che in molti casi vengono trasferiti direttamente nelle carceri del Paese. In accordo con Trump, El Salvador sta “accogliendo” anche vari presunti criminali che hanno anche altre cittadinanze.
La moglie di Abrego Garcia ha saputo che suo marito era stato portato nel carcere di massima sicurezza grazie a un video propagandistico diffuso dall’amministrazione Trump. La donna nel filmato ha riconosciuto un uomo con gli stessi tatuaggi del marito.
L’amministrazione Trump ha ammesso che Garcia è stato espulso per errore ma si sta rifiutando di adoperarsi per riportarlo dalla moglie e dai figli. Secondo gli Stati Uniti, una volta rinchiuso nel carcere salvadoregno l’uomo avrebbe smesso di essere sotto la custodia americana. Bukele sostiene allo stesso tempo di non avere nessuna giurisdizione sui detenuti arrivati dagli Stati Uniti e quindi Garcia resta detenuto in un luogo in cui è vietato anche telefonare ai propri familiari.
Paula Xinis è la giudice federale che si è occupata del caso di Garcia. È stata lei ad ordinare all’amministrazione Trump di riportare Abrego Garcia negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia si è però opposto e ha chiesto alla Corte Suprema di intervenire e ritirare l’ordine sostenendo che la giudice Xinis avrebbe oltrepassato le competenze di un Tribunale federale. La Corte Suprema ha così deciso di sospendere l’ordine della giudice Xinis in via temporanea per esaminare meglio il caso. Nel frattempo, Kilmar Abrego Garcia resta rinchiuso a El Salvador.
Qualche giorno fa, il vicepresidente JD Vance aveva scritto il falso su X affermando che Abrego Garcia è un membro “condannato” della gang criminale MS-13 e che non aveva il diritto di stare negli Stati Uniti. Come ha fatto presente anche il Tribunale, si tratta di due dichiarazioni false.
L’amministrazione Trump non vuole far rientrare negli Usa Garcia per non ammettere di aver sbagliato in questo caso come anche in altri casi. Se lo facesse rischierebbe di perdere la faccia davanti all’opinione pubblica. Questo atteggiamento dell’amministrazione ha finito però per esasperare anche gli stessi avvocati che la difendono. Durante un’udienza davanti alla giudice Xinis, l’avvocato del Dipartimento di Giustizia che rappresenta l’amministrazione Trump ha infatti ammesso, con evidente frustrazione, che lui stesso non sa perché Abrego Garcia sia stato espulso.
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