La scomparsa dei cinquantini: i ragazzini non li vogliono più

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Moto
  • Di Virgilio.it
  • 3 Visualizzazioni

Il tempo passa e le abitudini cambiano: tra i giovanissimi italiani si sta riducendo l’interesse verso i cosiddetti “cinquantini” ovvero i ciclomotori con motore da 50 cc che possono essere guidati già a partire dai 14 anni, conseguendo la patente AM. In questa categoria rientrano anche i modelli elettrici equivalenti, con potenza fino a 4 kW. I numeri sono chiari. Il mercato non è più florido come un tempo. Oggi, infatti, le vendite dei cinquantini si sono ridotte tantissimo rispetto a qualche anno fa e difficilmente si tornerà ai fasti di un tempo. Un’analisi del magazine IlPost.it ha provato a capire le motivazioni che hanno causato questa particolare trasformazione del mercato e un netto cambio delle abitudini dei più giovani.

Un crollo verticale

Una rapida analisi dei dati di vendita ci permette di inquadrare bene il fenomeno. I numeri forniti da Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), relativi ai primi 10 mesi dell’anno in corso, confermano che le immatricolazioni sul mercato italiano sono state pari a poco più di 12 mila unità. Il confronto con il 2000 chiarisce benissimo il crollo del settore. Venticinque anni fa, infatti, in Italia si vendevano 311 mila unità all’anno di ciclomotori ma è dal 2008 che il settore non raggiunge quota 100 mila unità immatricolate ogni anno. Negli ultimi anni, i volumi si sono attestati intorno ai 20 mila esemplari, al netto del 2020 quando, a causa della pandemia, le immatricolazioni si fermarono a poco più di 15 mila. Il 2025, come conferma il dato sul parziale annuo, potrebbe chiudersi con un risultato complessivo inferiore a quello dell’anno del Covid e, quindi, con un nuovo minimo storico per il mercato.

Le ragioni del calo

I fattori che hanno causato un crollo delle immatricolazioni per i cinquantini sono diversi. Secondo l’indagine c’è da considerare un forte incremento del costo delle polizze assicurative, che riduce drasticamente la convenienza dei ciclomotori. Sono aumentati, in misura significativa, anche i costi per le riparazioni e ricambi. C’è poi un problema legato agli incidenti, che continuano a essere molto frequenti.

Da non dimenticare anche la nascita delle alternative per gli spostamenti rapidi. Tra queste troviamo i monopattini elettrici, che fino alla recente riforma del Codice della Strada potevano circolare senza targa, senza assicurazione e senza la necessità di indossare un casco per il conducente. Da non sottovalutare la crescente diffusione delle e-bike. Le bici a pedalata assistita, infatti, rappresentano oggi un’opzione valida e molto utilizzata per gli spostamenti. Secondo Ancma, le e-bike sono passate da poco più di 51 mila unità vendute all’anno nel 2014 a ben 274 mila unità nel corso del 2024.

Questi numeri confermano come, in molti casi, le bici a pedalata assistita siano state scelte in sostituzione di un ciclomotore, grazie al costo minore e ai minori adempimenti burocratici. Anche le microcar guidabili con patente AM, come la ben nota Fiat Topolino, sono un’alternativa concreta ai cinquantini. Da ricordare anche un altro elemento che sta penalizzando i ciclomotori: le norme ambientali più severe volute dall’UE penalizzano i produttori, incrementando i costi per la realizzazione dei veicoli e, quindi, impattando anche sul prezzo finale.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti