“La medaglia d’oro di vostro figlio morto l’avete messa nella busta?”: le telefonate agghiaccianti dei truffatori arrestati e le lacrime delle vittime
- Postato il 9 aprile 2025
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- Di Genova24
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Genova. A una delle 103 vittime cadute nella rete dell’organizzazione criminale sgominata oggi a Napoli dalla squadra mobile di Genova i truffatori hanno cercato di portare via anche la medaglia d’oro al merito consegnata dall’Arma dei carabinieri al figlio deceduto.
E’ la stessa anziana vittima della truffa a parlare di quella medaglia al ‘sedicente’ tenente dell’Arma che lo chiama per raccontargli falsamente che un parente ha provocato un incidente dicendogli che servono contanti e gioielli subito per pagare la cauzione. Una telefonata che dura in tutto quasi un’ora, tra le indicazioni dei truffatori che si trasformano in intimidazioni e le lacrime della vittima, sopraffatta e confusa da quella situazione. “La medaglia di vostro figlio morto ce l’avete messa nella busta che sta arrivando il figlio dell’avvocato a prenderla” le dice a un certo punto il truffatore e l’anziana piangendo dice di no, perché non si ricorda più dove l’ha messa. “Anche i soldi, ho trovato 100 euro ma gli altri lo sa mia figlia dove sono” spiega in lacrime.
La Questura di Genova ha deciso di diffondere un video di quella telefonata la cui ferocia ha lo scopo di alzare il livello di attenzione sulle tecniche usate dai malviventi.
“Si tratta di professionisti, senza scrupoli, con capacità tali da annientare le vittime” ha detto la questora di Genova Silvia Burdese che ha convocato una conferenza stampa a cui ha partecipato il capo della squadra mobile Carlo Bartelli proprio per mettere in guardia i cittadini più fragili. “È importante denunciare – ha proseguito Burdese – ed è stato proprio grazie alla nostra prima vittima qui a Genova, che ha avuto coraggio, che è partita l’inchiesta ma spesso le vittime si vergognano e non denunciano”.
Dalle indagini coordinate dalla procura di Genova è emerso che i vertici della struttura, utilizzando appartamenti adibiti a call center, facevano tra le 600 e le 1200 chiamate giornaliere per ognuno (operando contestualmente in 4/5 nel ruolo di “telefonisti”) per poi utilizzare tra le 5 e le 7 pattuglie di “operativi” (addetti alla riscossione dei soldi dalle vittime) dislocate in svariate province italiane. I
Spese legali e alloggi pagati ai ‘trasfertisti’ e ritorsioni in caso di ammanchi
l provento totale delle truffe ammonta a quasi 2 milioni di euro. L’organizzazione forniva persino, attraverso “intermediari” dedicati a questo compito, supporto logistico e assistenza legale in caso di intervento delle forze dell’ordine. Se qualcuno di loro provava a tenere qualcosa per sé invece scattavano le ritorsioni da parte dei capi della banda. Per questo dovevano scattare e inviare una foto del bottino appena usciti dall’appartamento della vittima.
Nel corso dell’indagine sono state arrestate 22 persone mentre per altre 55 il gip ha disposto obblighi di dimora ed obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. All’operazione, coordinata sul campo dal vicedirigente della squadra mobile di Genova Antonino Porcino, hanno partecipato quasi 300 poliziotti tra quelli arrivati da Genova, gli investigatori della squadra mobile di Napoli e i colleghi di diverse altre città.
L’indagine partita da una donna truffa a Genova
Le indagini sono partite a giugno 2023 dopo una truffa consumata a Genova ai danni di una donna a cui i malviventi avevano portato via 12mila euro. Ma in altri casi i colpi fruttavano anche 40-50mila euro. Delle 103 truffe andate a segno, 11 sono state commesse in Liguria e 8 a Genova.
La base era nel Comune di Napoli con una base logistica ad Aversa. Gli accertamenti hanno accertato che il gruppo era composto da telefonisti esperti, incaricati di raggirare le vittime, e da “trasfertisti”, addetti al ritiro del denaro e dei beni, spesso preziosi, sottratti agli anziani che venivano tenuti al telefono per lungo tempo in modo che non potessero chiedere aiuto per capire cosa stava davvero accadendo fino all’arrivo del ‘trasfertista’ a ritirare il bottino.
La polizia di Stato invita tutti i cittadini, in particolare gli anziani e le loro famiglie, a prestare la massima attenzione a telefonate sospette e a segnalare immediatamente tentativi di truffa al Numero Unico di Emergenza 112.
Si invita inoltre a sporgere sempre denuncia alle forze di polizia, infatti, le denunce, costituiscono un elemento prezioso, anche a distanza di tempo, per individuare i responsabili di odiose condotte come quelle delle truffe agli anziani. Infine, si vuole ricordare che le forze dell’ordine non chiedono, per nessun motivo, di fornire denaro contante o beni preziosi ai cittadini e che la cosiddetta ‘cauzione‘, vale a dire il pagamento in denaro che consente di uscire dal carcere, in Italia non esiste.