Katy Perry: “Volare nello Spazio? È stata l’esperienza più significativa della mia vita dopo la maternità, ti cambia. Ti senti piccola, eppure collegata a tutto“

  • Postato il 15 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Undici minuti sospese tra la Terra e le stelle, un’esperienza “profondamente emozionante e spiritualmente connessa” per scrivere un nuovo capitolo nella storia dell’esplorazione spaziale. Lunedì 14 aprile, alle 15:30 ora italiana, il velivolo suborbitale New Shepard di Blue Origin, la compagnia fondata da Jeff Bezos, è decollato con successo dal Texas portando a bordo un equipaggio unico: sei donne, le prime a volare insieme nello Spazio dai tempi della missione solitaria di Valentina Tereshkova nel 1963.

A guidare queste “sorelle celesti”, come le ha definite lei stessa, la popstar di fama mondiale Katy Perry, 40 anni, che ha realizzato così un sogno coltivato per quindici anni. Accanto a lei, un gruppo eterogeneo di donne pioniere: la pilota e imprenditrice Lauren Sánchez (futura moglie di Jeff Bezos), l’ingegnera aerospaziale ed ex NASA Aisha Bowe, l’astrofisica Amanda Nguyen, la giornalista della CBS Gayle King e l’attivista Kerianne Flynn.

Il volo è durato circa 11 minuti, raggiungendo un’altitudine superiore ai 100 km dalla superficie terrestre, la linea di Kármán considerata il confine con lo spazio. Pochi minuti in cui le sei donne hanno sperimentato l’assenza di gravità, fluttuando all’interno della capsula e ammirando la curvatura terrestre. Katy Perry, che ha condiviso con i suoi milioni di fan ogni fase della preparazione, ha voluto che questo momento avesse un significato profondo. Durante il volo, ha intonato “What a Wonderful World” di Louis Armstrong: “Ho cantato ‘What a Wonderful World’ perché volevo che questo momento non parlasse solo di me, ma del mondo. Della sua bellezza, della sua fragilità, e di quanto siamo fortunati ad abitarlo”, ha spiegato.

All’atterraggio, visibilmente commossa, ha baciato il suolo e ha sollevato un fiore di margherita verso il cielo, dedicando l’impresa alla figlia Daisy, avuta con l’attore Orlando Bloom: “Questo viaggio è per lei, e per tutte le bambine che oggi sognano qualcosa di grande”. Per la popstar questa missione non è stata solo un’avventura personale, ma un’opportunità per lanciare un messaggio forte sulla rappresentanza femminile: “È stata l’esperienza più significativa della mia vita dopo la maternità“, ha dichiarato. “Ti senti piccola, eppure collegata a tutto. È qualcosa che ti cambia. E spero che cambi anche la percezione di cosa possono fare le donne”. E ancora: “Se mi avessero detto che avrei fatto parte del primo equipaggio tutto al femminile nello spazio, ci avrei creduto. Anche se non sono cresciuta con molto, da bambina non ho mai smesso di guardare il mondo con speranza e meraviglia. Sono motivata più che mai ad essere un esempio per mia figlia sul fatto che le donne dovrebbero occupare spazio. Nella società, nella vita, ovunque”.

La popstar ha anche raccontato di essersi appassionata all’aspetto tecnico della missione e di voler approfondire le materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) per poter ispirare le giovani di tutto il mondo: “Ogni giorno mi dico: ‘Sei coraggiosa, sei audace, lo stai facendo per la prossima generazione, […] per ispirare le ragazze a dire: ‘Andrò nello spazio in futuro'”.

Il volo si è concluso regolarmente, con l’atterraggio sicuro della capsula e l’accoglienza festosa per le sei protagoniste. Tuttavia, l’iniziativa non è stata esente da critiche. Come spesso accade per i voli spaziali commerciali, voci dal mondo scientifico e attivista hanno bollato la missione come “turismo spaziale di lusso”, sottolineando il valore scientifico marginale e il rischio di trasformare lo spazio in un palcoscenico per celebrity. A queste critiche si aggiungono le preoccupazioni ambientali: i lanci spaziali, anche quelli brevi come questo, hanno un impatto significativo, con rilascio di CO₂, consumo di risorse ed emissioni di particolato nella stratosfera. Blue Origin si difende citando l’uso di propellenti “relativamente puliti” e il potenziale della missione nell’ispirare investimenti nelle scienze. Ma il dibattito sull’opportunità e la sostenibilità di questi viaggi resta aperto.

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