Istituti secondari, l’allarme dei genitori di alunni disabili: “Provincia riduce i fondi per gli educatori”. Palazzo Nervi smentisce: “Nessun taglio”
- Postato il 19 settembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. “La Provincia di Savona nega il ‘diritto allo studio’ ai disabili degli istituti secondari”. E’ la denuncia che arriva da un gruppo di genitori di ragazzi diversamente abili che frequentano le scuole superiori del savonese.
A spiegare i contorni della questione sono proprio i genitori: “Come una doccia fredda, nel caldo mese di agosto le scuole hanno ricevuto la perentoria comunicazione del taglio dei fondi che sarebbero serviti per redigere i contratti degli educatori che da anni operano encomiabilmente, con grande empatia e professionalità, nelle classi frequentate da ragazze e ragazzi tra i 14 ed i 20 anni. Si tratta di ragazzi che nell’ambiente scolastico (e moltissime volte purtroppo solo lì) trovano quotidianamente spunti di crescita, arricchimento personale e culturale, occasioni di scambio comunicazionale e relazionale con i coetanei”.
Secondo i genitori “la Provincia di Savona ha perentoriamente ed unilateralmente tagliato i fondi per il diritto allo studio degli allievi certificati come da 104/92 in stato di gravità (articolo3 comma 3) frequentanti gli istituti secondari di secondo grado, non permettendo di fatto, come invece sempre avvenuto negli anni precedenti, che siano rispettati i Piani Educativi Individualizzati sottoscritti da operatori sociosanitari, docenti e famiglie. I dirigenti scolastici del territorio provinciale, evidenziando la gravità della situazione, hanno immediatamente scritto chiedendo un incontro urgente con i funzionari, il consigliere provinciale preposto ed il presidente della Provincia ma ad oggi, dopo quasi tre settimane, non hanno avuto alcuna risposta”.
Insomma, un taglio di fondi che non consente di mettere a disposizione dei ragazzi un sufficiente numero di educatori e dunque rischia di compromettere, come sottolineato dai genitori, il loro “diritto allo studio” e la frequenza scolastica. Una frequenza che, per molti, rappresenta l’unico momento di apertura e scambio con altri ragazzi e dunque occasione di crescita e formazione.
“La scuola è iniziata e purtroppo aleggia il timore di orario ridotto di frequenza: come sempre vengono penalizzati i più deboli e bisognosi. Sicuramente non subiremo questa scellerata scelta e invitiamo tutti quanti a porre urgente rimedio a questa gravissima ingiustizia. Esprimendo la propria vicinanza sia alle famiglie degli allievi sia a quelle degli educatori che fino all’anno scolastico scorso hanno operato nelle classi e che ad oggi non hanno certezza di occupazione, gli insegnanti di sostegno dei diversi istituti superiori si dicono pronti a testimoniare perché la situazione ritorni almeno come negli anni precedenti anche con una lezione pubblica da svolgersi nell’atrio della sede provinciale”.
Dal canto suo, l’amministrazione di Palazzo Nervi precisa che “non è stato effettuato nessun taglio. Lo scorso anno sono stati erogati dal ministero 550 mila euro; quest’anno, non essendo ancora stato emendato il nuovo decreto, è stato anticipato alle scuole il presunto importo ripartendo i 550 mila euro erogati lo scorso anno. Per il 2024/2025 erano stati erogati fondi maggiori, ma ciò perché era presente un avanzo vincolato che è stato interamente ripartito. Quest’anno Provincia ha a disposizione solo la somma che il ministero erogherà”.
Il presidente Pierangelo Olivieri chiosa: “Preciso che i fondi di cui parliamo non costituiscono finanziamento provinciale, ma ministeriale, trasferito dalla Regione a ciascuna Provincia in proporzione al numero di alunni ricadenti nelle rispettive aree. Risorse che sono state poi allocate secondo gli iscritti in ciascun istituto superiore, sulla base dei dati ufficiali pervenuti. Sarebbe auspicabile che, in prospettiva, il Ministero incrementi le risorse disponibili per promuovere ulteriormente l’inclusione e sostenere le famiglie in difficoltà. Sul tema è stato programmato, per i prossimi giorni, un incontro con i dirigenti scolastici, per fare il punto della situazione e condividere, in maniera diretta e concreta, gli eventuali criteri territoriali da adottare”.