Gli 80 anni di Don Luigi Ciotti: una storia di impegno sociale e religioso

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Piemonte
  • Di Quotidiano Piemontese
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Don Luigi Ciotti compie oggi 80 anni essendo nato  il 10 settembre a Pieve di Cadore nel Bellunese. Per l’occasione il Gruppo Abele ha pubblicato una raccolta delle sue ultime interviste.

Riassumere la sua figura di sacerdote e attività nono è facile dato che da più di 50 anni e soprattutto a Torino si è dedicato  agli ultimi, agli emarginati e a chi vive nelle periferie sociali oltre che al crimine organizzato e alle mafie.

Don Luigi Ciotti è nato a Pieve di Cadore in provincia di Belluno nel 1945 e si è trasferito da bambino a Torino. La sua vita sacerdotale, iniziata con l’ordinazione nel 1972, è stata fin da subito legata al mondo delle periferie, degli emarginati e delle persone senza voce. Quando il cardinale Michele Pellegrino gli affida la missione di occuparsi dei giovani di Torino, Don Ciotti sceglie di non avere una chiesa in muratura: la sua parrocchia saranno le strade, le carceri, i quartieri popolari.

Nel 1965 fonda il Gruppo Abele, un’associazione che negli anni diventa punto di riferimento per l’accoglienza di tossicodipendenti, immigrati, carcerati, malati di AIDS, ma anche laboratorio culturale e centro di riflessione sui temi della giustizia sociale. Nel 1995 Don Ciotti dà vita a Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, realtà che oggi raccoglie oltre 1.600 gruppi, scuole e associazioni in tutta Italia. L’obiettivo è duplice: sostenere le vittime della criminalità organizzata e promuovere una cultura della legalità. Un’iniziativa simbolo di Libera è la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, approvata nel 1996 anche grazie alla campagna di raccolta firme guidata da Libera: un passaggio che ha trasformato case, terreni e aziende appartenuti a boss mafiosi in cooperative, centri sociali e presidi di cittadinanza attiva.

Da sempre Don Ciotti è una voce critica e scomoda. Denuncia le connivenze tra politica, economia e criminalità organizzata, parla apertamente di corruzione, disuguaglianze e violazione dei diritti. Questo lo ha esposto a minacce e intimidazioni, tanto da vivere oggi sotto scorta.  La sua testimonianza va oltre la dimensione religiosa: Don Ciotti è considerato un prete di frontiera, capace di unire fede e impegno sociale. La sua azione richiama all’assunzione di responsabilità collettiva, alla necessità di combattere l’indifferenza e alla convinzione che la giustizia non sia solo un principio giuridico, ma una scelta di vita.

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Quotidiano Piemontese

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