Ferrari: i piloti si ribellano, le critiche sono durissime

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Il problema più rilevante per la Ferrari risiede nelle sei gare rimanenti e nelle tre Sprint race che il team dovrà affrontare. Con un simile paracarro, completare queste prove con dignità si configura come un’impresa quasi titanica. I piloti sono ormai rassegnati, mentre l’immarcescibile ottimismo di Vasseur permane, ancorato a una visione distorta e ipocrita della realtà: concettualmente astrusa e completamente fuori contesto.

Vasseur vive su Marte

Il Gran Premio di Singapore ha fatto emergere con chiarezza tutti i limiti della vettura italiana. Una monoposto che, semplicemente, non funziona. E il motivo risiede in un insieme di concetti progettuali errati. Dopo diciotto gare e quasi sette mesi di intenso lavoro in pista, le dichiarazioni di Vasseur non risultano più tollerabili: rappresentano un autentico insulto nei confronti dei tifosi e di chi lavora al servizio del team.

Sostenere che in Q1 la Ferrari fosse competitiva risulta a dir poco ridicolo. Si tratta della prima fase delle qualifiche, nella quale l’unico obiettivo concreto è superare il taglio, dove nessuno dei top team spinge. Solo a partire dalla Q2 comincia la vera sfida, e, curiosamente, è proprio da questo momento che le prestazioni della Ferrari subiscono un calo evidente. Qualcosa di diverso non si può affermare.

La spiegazione è semplice: quanto più si spinge, tanto più emergono i limiti strutturali della SF-25. Si amplificano. Non sorprende, quindi, osservare i piloti impegnati a domare un trabiccolo che in pista sembra non voler assolutamente stare. Segue, immancabile, la consueta sequela di dichiarazioni poco convincenti, in questo caso sul tema delle temperature dei freni che hanno distrutto la corsa delle Rosse.

Occorre ricordare a Vasseur che, eccetto Russell, tutti gli altri piloti correvano dietro ad avversari, ma nessuno di loro avuto ha sofferto problemi di surriscaldamento tali da mandare in fiamme l’impianto frenante. Nessun pilota è stato costretto a un lift and coast continuo per trecento chilometri. L’adozione di prese freni più ampie, come utilizzate da altre vetture, avrebbe mitigato il grattacapo. Il transalpino vive su un altro pianeta?

La distorsione temporale delle sue affermazioni è stupefacente, degna delle migliori opere distopiche. Se l’intento fosse quello di placare le polemiche con la stampa, la strategia è fallimentare: genera solo controversie, Fred. Raccontare la realtà dei fatti può risultare doloroso, ma sarebbe infinitamente più utile alla causa. Altrimenti, si rischia di vivere in un universo parallelo in cui le scuse finiscono per diventare verità nella mente di chi le pronuncia.

La necessaria presa di posizione dei piloti

Durante il fine settimana di Marina Bay, gli alfieri della Rossa hanno sfogato la loro rabbia repressa, smascherando con eleganza le continue chiacchiere di Vasseur. Il monegasco ha sottolineato che quasi sempre è necessario rivedere la messa a punto di base della monoposto: sebbene sembri corretta sulla carta, il progetto 677 non la supporta affatto. È facile ipotizzare che il consumo del fondo giochi un ruolo in questa situazione.

Ma i problemi non finiscono certo qui, sono molteplici: anche su circuiti dove il layout prevede altezze da terra margini, i benefici teorici della Rossa non si concretizzano. Lo stesso vale per l’aggiornamento alla sospensione posteriore introdotto in Belgio, per il fatto che la SF-25 non abbia idea di come trattare le gomme e per la la carenza cronica di rotazione, che riduce pesantemente il rendimento in ingresso curva.

Non va poi dimenticato il pull-rod anteriore, pensato per aprire nuove prospettive di sviluppo ma viste. Leclerc, via radio, è stato chiarissimo, colorendo di ironia amara il commento sul risultato del weekend. Dall’altro lato, il britannico ha espresso senza mezzi termini la propria critica sulla gestione tecnica del team, riferendosi in particolare alla qualifica, dove secondo lui il gruppo non ha agito correttamente sul tema pneumatici.

La cosa più grave emerge proprio dall’ultima osservazione di Hamilton: su questa precisa tematica, la voce dei piloti dovrebbe essere ascoltata. D’altra parte solo chi guida prova le sensazioni al volante e può fornire feedback corretti. Che un sette volte campione del mondo non possa influire sulla gestione delle coperture è deprimente e fotografa alla perfezione il modus operandi della super Ferrari di Vasseur.

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Virgilio.it

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