F1 2026: le nuove auto saranno più veloci delle wing car a fine stagione

  • Postato il 16 dicembre 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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L’avvio della F1 2026 è ormai alle porte. Analizzando i dati disponibili e le stime fornite dalla FIA, emerge uno scenario diverso da quello più diffuso. Le nuove monoposto partiranno con un lieve ritardo rispetto alle wing car attuali, ma non saranno affatto lente. Con lo sviluppo nel corso della stagione, il gap verrà colmato rapidamente. A fine campionato, i tempi sul giro potrebbero persino superare quelli del 2025.

L’attesa sulle performance 2026

Analizzando il regolamento tecnico che disciplinerà il prossimo ciclo normativo, appare evidente quanto le monoposto di Formula 1 destinate al mondiale 2026 siano chiamate a cambiare pelle in modo radicale. Quella che si profila all’orizzonte non è una semplice evoluzione, bensì una trasformazione profonda, quasi una rifondazione concettuale della categoria, fortemente voluta e in larga parte condivisa tra FIA e Liberty Media.

Il nuovo impianto regolamentare coinvolge ogni area chiave dell’auto: aerodinamica, meccanica, power unit e pneumatici verranno ridisegnati seguendo una nuova filosofia rispetto a quella passata. Un contesto che genera inevitabilmente una serie di effetti tecnici concatenati, oggi al centro dell’analisi di squadre e addetti ai lavori. Guardando però il quadro nel suo insieme, emerge una domanda di fondo che merita attenzione.

Quale sarà l’impatto reale di questi cambiamenti? Osservando il tutto da una prospettiva più ampia, la risposta appare meno scontata di quanto si pensi. Almeno nella fase iniziale del nuovo ciclo, le vetture saranno complessivamente più lente ma non di molto. Uno scenario già visto nel 2022, quando l’introduzione delle wing car portò a un temporaneo passo indietro sul piano cronometrico.

Gomme e aerodinamica attiva: gli elementi che definiranno la prestazione

Le auto di nuova generazione non saranno penalizzate in ogni frangente. Sul fronte della velocità massima, i benefici non mancheranno. A incidere in modo diretto saranno due fattori tecnici ben precisi. Il primo riguarda gli pneumatici Pirelli, oggetto di una revisione significativa per adattarsi alle esigenze del nuovo regolamento. I cerchi da 18 pollici resteranno invariati, ma le mescole subiranno una riduzione sensibile delle dimensioni.

Il battistrada sarà più stretto di 25 millimetri all’anteriore e di 30 millimetri al posteriore, mentre il diametro complessivo diminuirà rispettivamente di 15 e 10 millimetri. Una scelta che comporta una riduzione dell’attrito di base, favorendo velocità di punta più elevate sui rettilinei. Il secondo elemento chiave è rappresentato dalla cosiddetta “modalità rettilineo”, definita dalla FIA come “straight line mode“.

Sulla carta, questo sistema dovrebbe consentire un abbattimento della resistenza aerodinamica superiore al 50%. Proprio niente male, tenendo però presente che il rovescio della medaglia esiste eccome. Secondo le simulazioni dei team, infatti, emergono chiare differenze nella configurazione alare per le curve curva. Fase in cui auto di Formula 1 pagheranno un deficit importante in termini di aderenza complessiva.

Secondo le stime elaborate dal gommista italiano Pirelli, il carico aerodinamico complessivo subirà una riduzione compresa tra il 20 e il 30% rispetto al 2025. Una differenza che si noterà parecchio e di fatto rallenterà le monoposto nei tempi sul giro. Una downforce più bassa, significa inevitabilmente meno velocità in percorrenza, rendendo necessario un bilanciamento accurato tra i guadagni sulle rette e le perdite nei tratti guidati.

F1 2026, a fine ciclo prestazioni in linea o superiori al 2025

Quantificare con precisione matematica l’impatto complessivo resta impossibile, almeno per ora. Tuttavia le prime proiezioni offerte dalla Federazione Internazionale offrono un riferimento attendibile. I dati provengono dalle simulazioni coordinate da Nikolas Tombazis, responsabile delle monoposto, che ha delineato uno scenario di prestazioni preliminare in attesa del confronto con la pista.

Secondo queste valutazioni, le F1 2026 dovrebbero accusare una perdita iniziale nell’ordine del 3% rispetto al rendimento medio della stagione appena conclusa. Un divario che, tuttavia, sarebbe destinato a colmarsi rapidamente. Le stime indicano infatti un recupero di circa il 3,5% nel corso dello sviluppo stagionale, con la concreta possibilità di tornare sui tempi del 2025 o addirittura migliorarli.

Del resto, appare realistico attendersi una curva di crescita tutt’altro che lineare. Le informazioni raccolte nel paddock suggeriscono che lo sviluppo delle vetture di nuova generazione dovrebbe accelerare in modo significativo, superando anche le proiezioni iniziali della FIA. Un fattore che rende il 2026 un anno di transizione solo sulla carta, ma potenzialmente esplosivo sul piano tecnico e prestazionale.

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Virgilio.it

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