F1, i piloti più pagati del 2025: sul gradino più alto non c’è Norris
- Postato il 17 dicembre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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In F1 non si corre solo contro il cronometro, si corre anche contro il mercato, contro il valore del talento, contro il peso del business globale che avvolge il motorsport più popolare del pianeta. E la classifica dei piloti più pagati del 2025, elaborata da Forbes, racconta una F1 sempre più ricca, sempre più polarizzata e sempre più legata a logiche che vanno ben oltre il risultato della domenica. A guidare la griglia dei guadagni è ancora Max Verstappen, che con 76 milioni di dollari complessivi, 65 di stipendio e 11 di bonus, si conferma il pilota più pagato del Circus per il quarto anno consecutivo. Un primato economico che resiste anche a una stagione in cui l’olandese ha dovuto arrendersi sul piano sportivo a Lando Norris, nuovo campione del mondo 2025, ma che resta il riferimento assoluto quando si parla di valore contrattuale.
Verstappen e Hamilton, due re diversi
Dietro Verstappen c’è Lewis Hamilton, secondo con 70,5 milioni di dollari, frutto di uno stipendio record da 70 milioni nella sua prima stagione in Ferrari dopo 12 anni in Mercedes. È il contratto più alto mai firmato da un pilota di F1, un segnale forte della volontà della Scuderia di Maranello di legare il proprio rilancio all’uomo più iconico della F1 moderna. Hamilton, a 40 anni, resta il pilota più commerciabile del paddock, fuori dalla pista guadagna circa 20 milioni di dollari l’anno in sponsorizzazioni, numeri che lo collocano stabilmente nella classifica Forbes degli atleti più pagati al mondo. Verstappen, molto più schivo e concentrato sull’aspetto sportivo, si ferma a circa 6 milioni extra. Ma il conto in banca dell’olandese non piange, dal 2021 a oggi ha incassato 323 milioni di dollari solo in stipendi e bonus.
Norris, il campione che vale ancora meno
Il dato più curioso della classifica è però quello che riguarda Lando Norris. Il britannico della McLaren ha vinto il Mondiale 2025 all’ultima gara, conquistando anche un bonus stimato di 10 milioni di dollari, ma chiude solo al terzo posto nella classifica dei guadagni con 57,5 milioni totali. Il motivo è semplice, il suo stipendio base è relativamente contenuto, 18 milioni, mentre il grosso arriva dai bonus legati alle prestazioni che si aggirano sui 39,5. Un contratto che riflette il percorso di crescita di Norris e che probabilmente sarà oggetto di revisione al prossimo rinnovo. Perché in Formula 1, prima o poi, i titoli mondiali si fanno pagare. Alle sue spalle spicca il compagno di squadra Oscar Piastri, quarto con 37,5 milioni, di cui ben 27,5 in bonus. Due McLaren nella top 4 non è solo una vittoria sportiva, ma anche la dimostrazione di quanto il team di Woking sia tornato centrale nel nuovo equilibrio della F1.
Ferrari, due stipendi pesanti
In casa Ferrari, oltre a Hamilton, c’è Charles Leclerc, quinto con 30 milioni di dollari, tutti di stipendio base. Il monegasco ha beneficiato del rinnovo firmato nel 2024, che ha portato a un sensibile aumento della sua retribuzione. È il prezzo della continuità e della fiducia, anche in una stagione non sempre all’altezza delle aspettative. In questa classifica dei compensi, la Ferrari emerge come una delle squadre che sborsa di più per assicurarsi due piloti di primo piano. Complessivamente, Ferrari spende dunque circa 100 milioni di dollari l’anno solo per i due piloti titolari, senza contare eventuali bonus, costi di programmi di sviluppo, sponsor personali o compensi per piloti di riserva e ambasciatori del brand. È una strategia costosa, ma coerente con la filosofia di Maranello, investire nelle figure di maggior richiamo per alimentare l’appeal globale del marchio e sostenere la competitività su e fuori dalla pista.
Veterani e giovani prodigi
Subito dietro il monegasco della Ferrari troviamo Fernando Alonso, sesto con 26,5 milioni, a 44 anni ancora capace di monetizzare esperienza e carisma, e George Russell, settimo con 26 milioni, simbolo della nuova leadership Mercedes dopo l’addio di Hamilton. All’ottavo posto c’è Lance Stroll con 13,5 milioni, un dato che ha fatto discutere più dei suoi risultati in pista. Il canadese ha chiuso la stagione al 16esimo posto, ma il suo stipendio riflette una realtà particolare: Aston Martin è controllata dal padre Lawrence, e i documenti finanziari pubblici hanno rivelato compensi molto più alti rispetto al passato. Nono è Carlos Sainz, ora alla Williams, con 13 milioni, mentre chiude la top 10 il nome che accende l’entusiasmo italiano Kimi Antonelli, 19 anni, rookie Mercedes, già a 12,5 milioni complessivi. Un investimento sul futuro, prima ancora che una scommessa sportiva.
Una F1 sempre più ricca
Nel complesso, i dieci piloti più pagati del 2025 hanno incassato 363 milioni di dollari, con un aumento del 15% rispetto al 2024 e addirittura del 72% rispetto al 2021, primo anno in cui Forbes ha pubblicato e condiviso i dati. La F1 è un business in piena espansione, i team hanno avuto ricavi medi di 430 milioni di dollari, con una valutazione media salita a 3,6 miliardi. Un dato chiave è il budget cap. Introdotto nel 2021 per limitare le spese tecniche, oggi si aggira sui 170 milioni, ma gli stipendi dei piloti sono esclusi. Ed è proprio lì che le squadre, alla ricerca di ogni vantaggio possibile, concentrano parte della loro forza economica.
Il 2026 cambia tutto
Come se non bastasse, il futuro promette di muovere ancora più denaro. Dal 2026 cambieranno le auto, i motori, il calendario e persino i team. Audi entrerà ufficialmente in F1 con la sponsorizzazione di Revolut, Cadillac debutterà come nuova squadra, Ford e Honda torneranno protagoniste come motoristi, mentre Toyota e Mastercard daranno il nome a Haas e McLaren. I motori resteranno V6, ma con carburanti sostenibili e una componente elettrica quasi triplicata. Il budget cap salirà a 215 milioni di dollari, mentre i diritti TV continueranno a crescere, negli Stati Uniti la F1 passerà ad Apple TV con un accordo da circa 140 milioni l’anno.
La corsa non si ferma
In questo scenario, i contratti dei piloti diventano lo specchio perfetto della F1 moderna: sport, spettacolo, tecnologia e finanza che corrono insieme. Verstappen resta il re dei guadagni, Hamilton l’icona globale, Norris il campione che deve ancora incassare fino in fondo il suo successo. Le monoposto torneranno in pista tra tre mesi, in Australia. Ma la vera gara, quella dei milioni, è già partita. E non sembra avere alcuna intenzione di rallentare.