Delitto del trapano, sull’arma nessuna traccia del dna di Fortunato Verduci

  • Postato il 6 ottobre 2025
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Genova. Non c’è alcuna traccia del Dna di Fortunato Verduci sul trapano e sul filo utilizzati per uccidere Luigia Borrelli in un basso dei vicoli di Genova nel settembre 1995. Lo scrive la genetista  Selena Cisana dell’Università di Brescia nella perizia depositata nei giorni scorsi.

Il nuovo incidente probatorio, dopo quello che ha confermato la compatibilità del dna del carrozziere indagato per il delitto con le tracce lasciate su due sigarette trovate sul luogo del delitto, era stato disposto a febbraio.

Sull’utensile sono state trovate, come era ovvio, abbondanti tracce ematiche il cui dna corrisponde a quello della vittima (sul suo collo furono praticati ben 15 fori). Inoltre sono stati rilevati altri due profili di dna. Uno di questi denominato dalla genetista “profilo Maschio” – l’unico leggibile in quanto presenterebbe un numero considerato sufficiente di marcatori – sarà ora inviato alla Banca dati nazionale del Dna. Questo profilo sarebbe “ricorrente nelle tracce in esame”. Nessuna traccia invece del Dna di Verduci, unico indagato per l’omicidio.

Le risultanze della perizia saranno discusse nella prossima udienza, fissata dal gip per il prossimo 21 ottobre. Verduci era stato individuato grazie alle tracce biologiche estratte da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Quelle tracce erano risultate simili a quelle di un cugino di secondo grado, detenuto in carcere a Brescia, individuato proprio grazie alla banca dati nazionale del Dna.

Secondo l’accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia Borrelli per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente. La pm Patrizia Petruzziello aveva chiesto più volte che il carrozziere venisse arrestato ma la richiesta di custodia cautelare è stata respinta in tutti i gradi di giudizio perché a dire dei giudici, pur essendo lui l’autore del delitto dopo 30 anni potrebbe essere cambiato e non si sarebbe quindi il rischio di reiterazione del reato.

Pe le stesse ragioni, molto probabilmente, anche in caso di condanna in primo grado il carrozziere non verrà arrestato, cosa che potrà avvenire solo con una eventuale sentenza di condanna passata in giudicato, cioè definitiva.

Autore
Genova24

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