Cresce il reddito dei lucani. Ultimi posti Potenza e Matera
- Postato il 15 marzo 2025
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Il Quotidiano del Sud
Cresce il reddito dei lucani. Ultimi posti Potenza e Matera
Per il Centro studi di Unioncamere, Potenza è 95° mentre Matera si assesta a quota 83. Meridione ancora in difficoltà
La buona notizia è che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in Basilicata è aumentato del 9,7% dal 2021 al 2023. Tuttavia, nonostante un miglioramento evidente, nell’indagine dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne (il Centro studi di Unioncamere) le province lucane risultano ancora relegate in fondo alle classifiche: all’83esimo su 107 (Matera) e al 95esimo posto (Potenza) per quel che riguarda il reddito disponibile delle famiglie (che passa da 3 miliardi e 174 milioni di euro a 3 miliardi e 508 milioni a Matera, con un aumento del 10,50% e da 5 miliardi e 238 milioni a 5,7 miliardi con una progressione del 9,7% a Potenza).
POTENZA E MATERA RELEGATE A FONDO CLASSIFICA
Nell’altra graduatoria, quella relativa al reddito disponibile pro capite delle famiglie, la città dei Sassi risulta stabile al 74esimo posto con 18mila 411euro e Potenza 87esima, stabile, con 16mila 619 euro.
MERIDIONE IN DIFFICOLTÀ
Ci sono alcuni dati che rubano l’occhio in questo studio e che danno il senso di un Meridione complessivamente ancora in difficoltà. Il primo è che nella graduatoria decrescente delle province in base al reddito disponibile pro capite della famiglie le ultime venti posizioni, tranne Foggia, Caserta, Rieti e Frosinone, sono tutte appannaggio del sud. Il secondo è che una città metropolitana come Napoli viene dopo le due province lucane ma soprattutto dopo città dall’economia storicamente più fragile (da Oristano a Catanzaro e Ragusa). Suggerisce riflessioni anche il fatto che il reddito pro capite dell’ultima classificata, Foggia, sia la metà di quello di Bologna, o che il reddito pro capite di Matera e Potenza messe insieme sia superiore di soli 267 euro rispetto a quello di Milano.
NUMERI DIFFERENTI TRA NORD E SUD
Numeri che danno il senso di una economia che è cresciuta in ognuna delle 107 province italiane ma ad un ritmo «assai differente tra nord e sud», scrive l’Istituto Tagliacarne.
«I venti di crescita- è scritto nella nota che accompagna lo studio – soffiano forti dalle Alpi (+13,4% l’incremento delle province alpine), ma perdono forza scendendo lungo tutto lo Stivale (+11,2% il restante delle province)». A fare più fatica a tenere il passo sono soprattutto le famiglie del Centro (che registrano un incremento del +10,3%). Tra il 2021 e il 2023, Sondrio (+17,0%), Belluno (+15,4%) e Imperia (+15,1%) registrano gli aumenti più consistenti rispetto alla media italiana del 11,3%, conquistando la vetta della classifica provinciale. Roma, invece, con un +9,5% si colloca appena al 94esimo posto. Ma in termini di pro-capite (ovvero in rapporto alla popolazione residente), Milano resta prima con un reddito disponibile di 34.885 euro a testa, quasi due volte e mezzo più alto di quello di Foggia che chiude la classifica con 14.554 euro.
LA GEOGRAFIA DEI REDDITI
«La geografia dei redditi delle famiglie delinea un quadro più “democratico” rispetto a quello della produzione, perché le distanze territoriali appaiono meno accentuate: mentre per il valore aggiunto pro capite la distanza tra la prima provincia e l’ultima è di 3,6 volte, questa differenza si riduce a 2,4 volte per il reddito disponibile». A sottolinearlo è il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, secondo cui «questo dipende anche dai trasferimenti pubblici che, ad esempio, nel Mezzogiorno, pure se in calo, incidono per il 40% contro il 35% della media italiana. Inoltre, al sud la dinamica delle retribuzioni da lavoro dipendente, in termini nominali, riflette anche la crescita economica rilevata negli anni più recenti. Tuttavia, le retribuzioni per dipendente al Meridione restano inferiori di circa il 15% al valore medio nazionale.
LA GEOGRAFIA DEI REDDITI
Un segnale da non trascurare, in aggiunta, è il ritardo del Centro Italia, il cui reddito disponibile, tra il 2021 e il 2023, cresce meno di quello del Paese». Robuste variazioni di posizione soprattutto in corrispondenza di Belluno che guadagna 10 posizioni, arrivando al 23esimo posto, di Sondrio che ne scala 9 attestandosi al 43esimo e di Venezia che ne recupera 7 finendo al 27esimo. Sul fronte opposto, invece, Pordenone retrocede di 10 “gradini” classificandosi 25esima.
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