La beffa in Autostrada, sbarra del casello non si alza: arriva la multa

  • Postato il 14 marzo 2025
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  • Di Virgilio.it
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Un singolare episodio avvenuto al casello autostradale di Conegliano sull’A27 lo scorso 28 luglio 2024, in una giornata caratterizzata da pioggia battente, ha visto come protagonista una coppia di Oderzo. La loro esperienza, iniziata con un imprevisto malfunzionamento della cassa automatica per il pagamento del pedaggio, si è trasformata in una spiacevole vicenda culminata nella ricezione di una richiesta di recupero crediti per un importo di 76,05 euro da parte di Autostrade per l’Italia. Una beffa che ha dell’incredibile, ma vediamo meglio.

La dinamica dell’imprevisto

La dinamica dell’accaduto, come riportato dalla signora della coppia, ha avuto inizio nel momento in cui, giunti alla barriera di Conegliano, hanno inserito il tagliando nella cassa dello sportello. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, il biglietto non è stato restituito e la sbarra è rimasta inesorabilmente abbassata. La situazione si è complicata ulteriormente poiché, mentre le vetture che seguivano la loro si spostavano verso altri caselli, un’altra auto è rimasta bloccata dietro la loro a causa dell’abbassamento di un’ulteriore sbarra, creando un vero e proprio ingorgo.

Di fronte all’impossibilità di procedere, l’uomo ha prontamente utilizzato il pulsante di chiamata per richiedere assistenza. Il contatto fornito è stato quello di un tecnico di Autostrade con sede a Vittorio Veneto, il quale è giunto sul posto dopo circa mezz’ora. L’intervento del tecnico si è rivelato risolutivo per sbloccare fisicamente l’auto, ma la questione del pagamento del pedaggio, quantificato in pochi euro, rimaneva irrisolta. Il tecnico, dopo essere riuscito ad estrarre il biglietto dalla cassa, ha constatato che quest’ultimo era completamente deteriorato, ridotto in frammenti illeggibili. La causa di tale danneggiamento, come spiegato dall’operatore, era da imputarsi all’infiltrazione di acqua all’interno della cassa automatica, che aveva inumidito e di conseguenza disintegrato il tagliando. In questa circostanza, il tecnico aveva rassicurato la coppia, comunicando loro che avrebbe provveduto personalmente a risolvere la problematica del biglietto, invitandoli a proseguire il loro viaggio.

La richiesta di pagamento

La vicenda sembrava destinata a rimanere un mero ricordo di un inconveniente autostradale, se non fosse per la ricezione, avvenuta lunedì successivo, di una formale lettera di recupero crediti inviata per conto di Autostrade per l’Italia. La missiva intimava il versamento della somma di 76,05 euro a titolo di pedaggio non pagato. Questo inatteso sviluppo ha suscitato la viva reazione della signora della coppia, la quale ha immediatamente preso contatti con Autostrade per l’Italia e ha deciso di intraprendere un’azione di ricorso contro tale richiesta.

Nonostante l’intenzione di contestare la pretesa economica, la signora ha dichiarato di voler provvedere al pagamento dell’importo del pedaggio originario, unitamente a 3,95 euro di oneri, riservandosi di proseguire la sua battaglia legale contro la richiesta ritenuta ingiusta. La sua riflessione finale pone l’accento sulla crescente dipendenza dalla tecnologia e sulle conseguenze che ne derivano in situazioni di malfunzionamento.

La signora sottolinea come i cittadini non possano essere ritenuti responsabili dei difetti o delle inadeguatezze delle infrastrutture tecnologiche gestite da enti come Autostrade per l’Italia, in particolare quando si verificano episodi come casse automatiche soggette ad infiltrazioni d’acqua che compromettono la validità dei titoli di pagamento.

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Virgilio.it

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