Come si costruisce la carta di identità di un falso d’autore

  • Postato il 20 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Come si costruisce la carta di identità di un falso d’autore

Margherita Corrado nel suo libro “Modigliani, la Sardegna e lo tsunami della fantasia” ripercorre le modalità con cui si costruisce la carta di identità di un falso artistico


SANTA SEVERINA – Come si costruisce la carta di identità di un falso e come si smascherano i falsi. Lo spiega l’archeologa crotonese Margherita Corrado nel suo più che interessante libro “Modigliani, la Sardegna e lo tsunami della fantasia”, edito da Scienze e Lettere, che è stato appena presentato dalla stessa autrice presso il Museo Diocesano, nell’ambito della rassegna annuale “Giornate in Biblioteca”. Il libro è stato al centro di importanti eventi organizzati in diverse città sarde, dove si sono aperti grandi dibattiti, a Roma, a Milano, a L’Aquila, a Reggio Calabria, a Vibo, e di incontri con gli studenti al liceo classico “Pitagora” e al liceo artistico “Mori” di Crotone.

Archeologa, ricercatrice storica, già senatrice della Repubblica, Corrado ha dato alle stampe, nel caso specifico, la sua tesi, rivista e ulteriormente aggiornata, con la quale, a fine marzo 2024, ha conseguito il diploma del master biennale di secondo livello in Esperti nelle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale. Ma, cosa ha spinto una scienziata a vestire pure i panni della giornalista e della criminologa? “Si calcola che sia falsa pressappoco un’opera su tre di quelle assegnate ad Amedeo Modigliani (1884-1920), l’artista italiano più conosciuto nel mondo, nonché autore del nono dipinto più pagato di sempre”, scrive Corrado nella premessa del suo libro, riferendosi, alla fine, a “Nudo rosso” o “Nu couché” di Modigliani, battuto all’asta presso Christie’s il 9 novembre 2015 per 170,4 milioni di dollari.

Fabio De Chirico, dirigente del Ministero della cultura, riconosce che l’archeologa crotonese, attraverso il suo metodo di indagine, è riuscita a smontare sistematicamente una serie di false informazioni, che hanno, nel corso degli ultimi venti anni, incrementato il mito di Modigliani, artista maledetto, “capace di produrre più da morto che da vivo”, come osservò ironicamente il critico d’arte, Carlo Pepi. Proprio l’esperto Pepi svelò l’interesse, perseguito tramite la disseminazione di inesattezze storiche, “a collocare Modigliani in Sardegna al fine di sfornare altri falsi, come ad esempio il ritratto di Medea Taci, attribuito assurdamente al povero Modì” (Pretta).

Sullo sfondo s’intravede una speculazione edilizia, portata avanti sfruttando il branding Amedeo Modigliani. Dal Ritratto di Medea- rimarca Corrado- sono scaturiti e si sono diffusi in ogni direzione i testi base di una letteratura ormai corposa tesa ad accreditare prima l’idea di un’esperienza diretta dell’Isola da parte di Modigliani adolescente, con relative “prove d’artista”, e poi “quella non meno azzardata di un’influenza sarda sulla sua poetica, fino addirittura a postulare per il più celebre pittore labronico, nel 1902-1903, il ritorno nella sua isola d’origine”.

La commercializzazione del presunto Ritratto di Medea, per ora solo tentata, lo espone “al rischio di essere attratto nell’orbita dell’affare per eccellenza: la produzione, l’accreditamento e la vendita di opere inautentiche di Amedeo Modigliani sul floridissimo mercato internazionale dell’arte, dove esse sono principalmente strumento di elusione fiscale e di riciclaggio di denaro acquisito in modo illegale”, avverte l’archeologa per poi paragonare lo Stato a Giano bifronte per il mancato riconoscimento dell’interesse culturale dei cosiddetti “Archivi Legali Modigliani”. Il libro consente di condividere le indagini dell’autrice che approfondisce ogni dettaglio e di consultare i documenti, le foto, gli articoli giornalistici allegati. Nel Museo Diocesano la narrazione di Margherita Corrado è stata introdotta dalla collega, Maria D’Andrea.

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