C’è una nuova barriera corallina in Italia, la scoperta quasi per caso: uno spettacolo unico

  • Postato il 3 novembre 2025
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In Italia è stata recentemente scoperta una barriera corallina che promette di far comprendere gli ecosistemi marini mediterranei.

La scoperta è avvenuta grazie alle ricerche condotte a bordo della nave Gaia Blu del CNR, il cui team ha esplorato il suggestivo e poco conosciuto Canyon Dohrn.

Questo ritrovamento segna un’importante tappa nella valorizzazione e nella tutela delle profondità marine italiane, ponendo Napoli al centro della ricerca scientifica internazionale.

La scoperta della barriera corallina nel Golfo di Napoli

La scoperta della barriera corallina, confermata da successive immersioni con un sottomarino a controllo remoto, ha messo in luce una parete verticale di circa 80 metri ricoperta da strutture coralline di oltre 2 metri di larghezza. Le specie predominanti sono i Desmophyllum pertusum e la Madrepora oculata, noti come i “coralli bianchi”, ma l’ambiente ospita anche coralli neri, coralli solitari e numerose varietà di spugne. Sulle pareti sono state rinvenute tracce fossili di ostriche e altri antichi coralli, testimonianza della ricchezza storica del sito.

Questa barriera rappresenta una rarità non solo per i mari italiani, ma per l’intero Mar Mediterraneo, e potrebbe fornire chiavi di lettura fondamentali sull’evoluzione degli ecosistemi marini profondi. La presenza di queste formazioni è cruciale per la biodiversità e la stabilità degli habitat sottomarini, ma anche per le strategie di conservazione che mirano a contrastare gli effetti negativi dell’attività umana.

Il Canyon Dohrn è uno dei siti pilota di due importanti iniziative europee: Life Dream, coordinato da Federica Foglini del Cnr-Ismar, e REDRESS
Progetti europei e tutela delle barriere coralline(www.blitzquotidiano.it)

Il Canyon Dohrn è uno dei siti pilota di due importanti iniziative europee: Life Dream, coordinato da Federica Foglini del Cnr-Ismar, e REDRESS, guidato dal professor Danovaro dell’Università Politecnica delle Marche. Entrambi i progetti condividono l’obiettivo di proteggere e ripristinare le profondità marine compromesse da decenni di sfruttamento e inquinamento.

Questi programmi si concentrano non solo sulla salvaguardia delle barriere coralline, ma anche sull’analisi del ruolo chiave che i coralli profondi svolgono negli ecosistemi marini, contribuendo a migliorare le conoscenze scientifiche e a definire protocolli di intervento efficaci per il futuro.

Le altre barriere coralline italiane: un confronto con la Puglia

La barriera corallina napoletana non è la prima scoperta in Italia: già nel 2019, un team di ricercatori dell’Università di Bari aveva individuato una barriera corallina al largo di Monopoli, a una profondità di circa 50 metri. Questa barriera si distingue per i suoi toni delicati, che spaziano dall’arancione al viola, dovuti alle condizioni di penombra in cui si sviluppa.

Il confronto tra le due barriere evidenzia come la profondità influisca fortemente sulle caratteristiche visive e biologiche dei coralli. Quella di Napoli, situata a 500 metri, è dominata da coralli bianchi e neri, mentre quella pugliese, più vicina alla superficie, presenta una colorazione più vivace, pur rimanendo meno appariscente rispetto alle barriere coralline equatoriali.

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Autore
Blitz

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