Weekend da sogno a un soffio da Roma, tra boschi secolari e un castello fiabesco: il borgo delle meraviglie
- Postato il 1 novembre 2025
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- Di Blitz
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Nel cuore dell’Alta Tuscia, a pochi chilometri dal confine con la Toscana e l’Umbria, si erge un incantevole borgo.
Questo piccolo gioiello del Lazio, con appena 291 abitanti, è noto soprattutto per il suo imponente castello medievale e per il suggestivo Bosco del Sasseto, soprannominato affettuosamente “Bosco di Biancaneve” per l’atmosfera fiabesca che avvolge le sue antiche quinte naturali.
Torre Alfina si presenta come un borgo pittoresco, dalle case in pietra scura con finestre ornate di fiori, dove il tempo sembra essersi fermato. Le sue strade lastricate conducono alla Piazza Sant’Angelo, cuore pulsante del paese, dominata dalla sobria ma suggestiva Chiesa di San Michele Arcangelo, edificata tra il XV e il XVI secolo e custode di una pala d’altare d’epoca che celebra il santo patrono. L’atmosfera raccolta e familiare del borgo, con porte spesso socchiuse e il suono delle campane che si diffonde nella sera, rende Torre Alfina un luogo ideale per chi cerca autenticità e quiete lontano dai circuiti turistici più affollati.
Non mancano testimonianze della sua storia millenaria: l’impianto medievale del borgo è ancora visibile nelle antiche mura di cinta e nelle porte di accesso, come Porta Romana e Porta del Sole, che conservano pietre levigate dal tempo e archi a tutto sesto. Questi elementi storici raccontano di un passato in cui Torre Alfina era un crocevia strategico tra Lazio, Toscana e Umbria, conteso da nobili famiglie e autorità religiose.
Il Castello di Torre Alfina e la famiglia Cahen d’Anvers
Sovrastante il borgo, il Castello di Torre Alfina si staglia maestoso con le sue torri merlate e le mura di tufo grigio, testimoni di una storia che affonda le radici nel Medioevo. Nel XIX secolo, il castello entrò nella sfera dei proprietari più celebri, i Cahen d’Anvers, famiglia di banchieri belgi di origini ebraiche protagonista nel Risorgimento italiano. Edoardo Cahen d’Anvers, nominato Marchese di Torre Alfina nel 1885, acquistò e trasformò la fortezza in una residenza nobiliare di raffinato stile neogotico, affidando il progetto all’architetto senese Giuseppe Partini.
Il restauro ha impreziosito il castello con torri slanciate, finestre a sesto acuto e decorazioni che richiamano i manieri del Nord Europa. All’interno, i saloni conservano soffitti in legno, camini monumentali e pareti affrescate, mentre le terrazze offrono panorami spettacolari sulle colline circostanti fino al Monte Amiata. Il parco, disegnato nello stile romantico inglese, si snoda tra alberi secolari e prati, regalando scorci suggestivi e angoli nascosti da scoprire.
Una delle curiosità più affascinanti legate al marchese Edoardo è il Mausoleo neogotico situato in una radura del Bosco del Sasseto, dove riposa il conte. Il corpo mummificato di Edoardo, secondo alcune fonti storiche, sarebbe stato trattato con un antico processo di conservazione riservato ai papi, e ancora oggi il mausoleo è meta di interesse per studiosi e visitatori curiosi.
La famiglia Cahen ha avuto un ruolo importante anche nella storia socio-economica italiana, contribuendo al progetto urbanistico del quartiere Prati a Roma e finanziando il movimento per l’unità d’Italia sotto la guida di Cavour. Dopo la morte di Edoardo, la proprietà passò ai suoi eredi fino alla fine del Novecento, quando il castello è stato venduto, transitando tra vari proprietari e finendo recentemente in gestione a una famiglia di ristoratori romani.

Sotto il borgo si nasconde un sistema di cantine scavate nel tufo, utilizzate storicamente per la conservazione di vino e olio. Questi ambienti sotterranei, ancora in parte attivi, offrono ai visitatori un tuffo nella tradizione vinicola locale, accompagnata dalla produzione di vini rossi intensi e profumati, perfetti per essere gustati insieme a piatti tipici come la zuppa di farro, il cinghiale in umido e il pane cotto a legna.
Nei dintorni si trova inoltre il Museo del Fiore, allestito in un antico casale nella Riserva Naturale di Monte Rufeno, che propone percorsi sensoriali, installazioni e mostre dedicate alla flora locale, ideale per famiglie e appassionati di natura.
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