Caduta in un dirupo a Ischia, svolta nelle indagini: è femminicidio
- Postato il 16 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Caduta in un dirupo a Ischia, svolta nelle indagini: è femminicidio
Caduta in un dirupo a Ischia, svolta nelle indagini: per gli inquirenti la morte di Marta Maria Ohryzko è femminicidio.
ISCHIA (NAPOLI) – Non è stata una caduta a spezzarle la vita. Potrebbe essere stata una mano, quella del compagno, a toglierle il respiro. Marta Maria Ohryzko, 32 anni, ucraina, sarebbe morta non per un incidente, come inizialmente ipotizzato, ma a causa di un omicidio. Lo suggeriscono le indagini dei carabinieri e le risultanze della Procura di Napoli (pm Alfredo Gagliardi della IV sezione coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone).
Caduta in un dirupo a Ischia, svolta nelle indagini: è femminicidio
Secondo la versione iniziale fornita da Batrakov, la sua compagna sarebbe caduta in un dirupo, fratturandosi una caviglia, mentre si allontanava dalla roulotte in cui vivevano, dopo un litigio. La causa della morte, inizialmente attribuita a un’embolia provocata dalla frattura, è stata ora rivelata essere ben diversa. Le indagini e soprattutto la consulenza autoptica hanno portato alla luce un quadro ben più inquietante. Marta non sarebbe morta a causa della frattura, ma per un intervento diretto dell’uomo. Marta Maria Ohryzko è stata soffocata.
La violenza che sfocia nell’omicidio
Le intercettazioni telefoniche e ambientali, eseguite dai carabinieri di Ischia, hanno confermato che la donna aveva cercato più volte di chiedere aiuto al suo compagno, prima di morire. Batrakov, invece di soccorrerla, l’avrebbe raggiunta nel dirupo non per aiutarla, ma per sferrarle un pugno nell’occhio, prima di tappare il naso e la bocca di Marta, soffocandola con la mano. L’omicidio, dunque, appare premeditato e agito con crudeltà: la morte della donna non è stata il risultato di un incidente, ma il tragico epilogo di una lunga serie di maltrattamenti.
Le accuse e le aggravanti
Batrakov è in carcere a Poggioreale dal 15 luglio 2024, inizialmente per maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento morte. La misura cautelare fu disposta il 17 luglio dal gip e successivamente confermata dal tribunale del riesame il 5 agosto. Ora, la Procura gli contesta l’omicidio volontario pluriaggravato. Le aggravanti sono legate non solo alla brutalità del gesto, ma anche ai motivi abietti e futili che avrebbero spinto l’uomo a compiere un atto così efferato. La circostanza di “ostacolare la pubblica e privata difesa” della vittima, trovata in una posizione vulnerabile a causa della caduta, ha aggravato il quadro accusatorio.
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