Bergamo, case per 6 milioni con i fondi pubblici per la formazione

  • Postato il 7 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Lo scandalo delle presunte malversazioni di 40 milioni del Pnrr nelle “opere di bene” nella formazione professionale in Lombardia si arricchisce di nuovi particolari. Dall’enorme messe di 50 terabyte di documenti raccolti nelle perquisizioni della Guardia di Finanza di Milano emergono alcuni dettagli sulle operazioni finanziarie condotte da Daniele Nembrini, l’imprenditore vicino alla Curia di Bergamo e a CL, creatore delle Fondazioni San Michele Arcangelo e Ikaros attive nella formazione professionale. Nembrini dal 3 luglio 2024 è indagato insieme ad altre 11 persone dai pubblici ministeri Emanuele Marchisio e Silvia Marchina, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, per vari reati tra i quali malversazione, falsi in atti e bilanci. Secondo alcune segnalazioni all’esame degli inquirenti, il manager per molti anni avrebbe distratto dalle Fondazioni ingenti fondi dai finanziamenti pubblici attraverso una girandola di finanziamenti, costituzioni e fusioni di società tra Italia, Lettonia, Lussemburgo e Romania, con conti offshore a Dubai e Panama, che avrebbe consentito al manager di creare un rilevante patrimonio immobiliare, poi mascherato cedendone i titoli di proprietà. I fondi pubblici provenivano da Pnrr, Regione Lombardia e Anpal Servizi, società pubblica controllata dal ministero del Lavoro, che supportava l’Agenzia nazionale politiche attive lavoro (Anpal), poi dal 2024 divenuta Sviluppo Lavoro Italia. Vicende nelle quali le Fondazioni Ikaros e San Michele Arcangelo sono parte lesa e nelle quali Luca Baravalle, dal primo gennaio nuovo presidente di San Michele, non è indagato.

Paradigmatica, tra i moltissimi episodi all’attenzione degli inquirenti, è una serie di operazioni realizzate sin dal 2010 da Nembrini attraverso Fondazione Ikaros, la primogenita delle sue “Opere”, che secondo una segnalazione sarebbe stata usata dall’imprenditore bergamasco come un bancomat per sé e alcuni suoi familiari. Il tutto ai danni di Ikaros, arrivata sì a generare proventi annuali sino a 7 milioni ma a fronte di 21 milioni di debiti.

Secondo la ricostruzione, a gennaio 2010 Nembrini, allora amministratore di Ikaros, costituiva la Srl unipersonale Amber international, detenuta al 100% dalla Fondazione, formalmente per sviluppare in Romania attività formative simili a quelle gestite in Italia. A marzo successivo tramite questa nuova società acquistava da Tils, Spa in liquidazione, la Tils Romania Srl, poi ribattezzata Amber Business Consulting Romania Srl, dichiarando di avviare le attività in quel Paese, della quale da febbraio 2014 Daniele Nembrini fu amministratore unico. Tra ottobre 2012 e dicembre 2013 Fondazione Ikaros cedeva temporaneamente Amber alla Agorà Srl, insieme a un “finanziamento soci infruttifero” per oltre 4 milioni, che Agorà s’impegnava a restituire ma del quale negli atti successivi spariva ogni traccia. In Agorà Srl era stato amministratore lo stesso Nembrini e consigliere don Lucio Carminati, dal 2001 “delegato vescovile per il settore delle attività economiche, beni culturali ed economato” della Diocesi di Bergamo, poi a giugno 2013 sollevato dal suo incarico e nominato parroco in provincia.

Per far perdere le tracce del finanziamento soci infruttifero da oltre 4 milioni erogato da Fondazione Ikaros, a maggio 2014 Amber International si fondeva per incorporazione nella sua controllata Camporlecchio Educational Srl, che acquistava la denominazione della controllante incorporata. Così da ogni atto successivo sparivano le tracce dei collegamenti tra Ikaros e la Srl che aveva assorbito una quota rilevante dei suoi capitali, costituiti da denaro pubblico che avrebbe dovuto essere destinato alla formazione.

Tra marzo 2010 e giugno 2014 gli esborsi di Ikaros per la costituzione e la gestione delle due Amber (la Business e la International, società diverse con differenti partite Iva ma stesso nome), senza risultati di bilancio, ammontavano a oltre 5,7 milioni, dei quali circa un milione e mezzo deliberati da Ikaros come crediti ai quali la stessa Fondazione formalmente rinunciò. A Nembrini l’assemblea dei soci di Amber a gennaio 2012 assegnò pure un compenso da 100 mila euro l’anno come amministratore. Dai movimenti di Amber International emerge che un milione e mezzo circa passò direttamente a Neda Srl, ribattezzata Ikonos e poi Solis, società di famiglia di Nembrini. Svuotata la “scatola” Amber, l’imprenditore la passò in gestione ad altri prestanome, poi la società finì liquidata con debiti fiscali per mezzo milione.

Dopo queste operazioni ai danni di Fondazione Ikaros, Daniele Nembrini diventò intestatario di alcune proprietà immobiliari, valutate a luglio 2015 da una serie di perizie. Tra queste, una villa a Trinità d’Agultu e Vignola (Sassari), del valore stimato di 880mila euro, immobili a Padenghe sul Garda (Brescia) da 560mila euro, un appartamento a Briançon (Hautes Alpes – Francia) da 252 mila euro, tre immobili a Cenate Sopra (Bergamo), rispettivamente da 3,43 milioni, 713mila e 162mila euro, alcuni formalmente intestati a due persone molto anziane. Se si sommano le cifre attestate dalle perizie il valore totale di questi immobili sfiora i 6 milioni: una somma casualmente vicina ai 5,7 milioni spariti nel vortice delle Amber Srl. Un patrimonio ingente che stride con il “voto di povertà” tanto sbandierato da Nembrini.

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Il Fatto Quotidiano

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