Vuelta, 13a tappa: Almeida show sull'Angliru, ma Vingegaard gli resta incollato. Pellizzari stoico, Ciccone cede
- Postato il 5 settembre 2025
- Di Virgilio.it
- 3 Visualizzazioni

Tutta la buona volontà del mondo per provare a domare il terribile Angliru e per provare a rimettere in discussione una Vuelta che pure, a quasi due terzi di cammino, non è affatto ancora chiusa a doppia mandata. Perché Joao Almeida ha dato fondo a tutte le proprie risorse nel tentativo di mettere alla prova Jonas Vingegaard. Risultato? Arrivo in parata sulla cima per eccellenza delle Asturie, con la consapevolezza che nelle ultime 8 frazioni che separano la carovana da Madrid il portoghese della UAE non si arrenderà tanto facilmente.
- Almeida generosissimo, Vingegaard però non si scalfisce
- Pellizzari resiliente, Ciccone deve decidere cosa fare
Almeida generosissimo, Vingegaard però non si scalfisce
Vingegaard si è incollato alle ruote di Almeida e ha fatto tutta la salita finale francobollato, lasciando che fosse il rivale a menare le danze. Non ha azzardato scatti, ha semplicemente controllato la situazione: quei 50 secondi di vantaggio (ora 46 dopo gli abbuoni) vanno centellinati e difesi con le unghie e con i denti, senza prendere rischi eccessivi.
Bravissimo Almeida a ribadire di esserci per davvero e di non voler fare la comparsa, bravo Jai Hinldey a restare con i due battistrada (assieme a Kuss) fino a ai -4 dall’arrivo. Alla fine è l’australiano l’altro vincitore di giornata: recupera un po’ di terreno nella generale e dimostra di avere una gamba importante, puntando al terzo gradino del podio.
Perché i primi due posti sembrano ormai chiusi a doppia mandata: Pidcock ha ceduto quando le pendenze si sono fatte terribili ma è riuscito a evitare il tracollo, Armirail non s’è praticamente mai visto. Gall prima ha fatto fatica, poi ha accelerato negli ultimi due chilometri recuperando terreno, con Riccitello che alla fine è andato su del suo passo trovando lungo il cammino un resiliente e convincente Giulio Pellizzari.
Pellizzari resiliente, Ciccone deve decidere cosa fare
Il marchigiano della Red Bull Bora Hansgrohe ha fatto esattamente quello che aveva fatto a fine maggio sul Colle delle Finestre, nella penultima tappa del Giro: è andato su lentamente nella prima parte, evitando di disperdere inutili energie per inseguire i più forti, poi è andato via in progressione, recuperando terreno e agganciando il drappello composto da Gall e Riccitello.
Poi, nel finale, ha staccato proprio quest’ultimo, col quale si gioca la maglia bianca, mangiano gli qualche secondo. La top 5 per loro è un obiettivo reale, mentre lo è un po’ meno per Giulio Ciccone, a meno di imprese da lontano: l’abruzzese si è lasciato sfilare a metà salita, ma a differenza di Pellizzari non ha trovato il ritmo per riportarsi su alcuni dei compagni con i quali aveva affrontato la prima parte dell’Angliru e ha pagato due minuti e 15 secondi all’arrivo.
La sua Vuelta adesso consisterà di obiettivi differenti: già domani, nella tappa con arrivo a La Farappona, potrà cercare magari di anticipare il gruppo dei migliori andando in fuga e prendendo tanti punti per la maglia a pois (diventato il vero motivo per cui lottare da qui a fine corsa) e provando anche a dare una zampata per la vittoria di tappa.