“Vorrei stare sempre in tour come Bob Dylan”: Lucio Corsi strega Milano stringendo le mani e cantando nelle orecchie dei fan, per poi gettarsi dalle transenne
- Postato il 8 settembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Forse, se i cancelli non vengono chiusi a chiave, gli alberi scappano davvero dai parchi di Milano. Almeno nel mondo di Lucio Corsi, dove la fantasia supera la realtà e le favole sembrano più vere. Ed è curioso, coincidenza, che il cantautore maremmano del surreale abbia terminato il suo tour estivo da 28 date, ieri 7 settembre all’Ippodromo Snai della città meneghina, nella notte di una rara eclissi totale di luna. Suggestiva di fronte al palco mentre l’artista, in apertura del live, faceva capolino con la testa da dietro una tenda per poi nascondersi e ricomparire con la chitarra elettrica in mano.
Trucco bianco in viso, spalline gialle e quel look ispirato al glam rock che tanto ama, Corsi ha trascinato il pubblico nella sua dimensione dove una lepre arriva sulla luna prima di russi e americani e “l’amico troppo secco” vola via trascinato dal vento. A giganteggiare dietro di lui una scenografia di amplificatori e stereo enormi, per un concerto che ha unito il rock’n’roll vintage al folk e al cantautorato. D’altronde, l’artista non ha mai nascosto l’amore per i grandi della musica italiana (su tutti Ivan Graziani) e internazionale. E infatti ha inserito in scaletta anche una cover di uno dei suoi miti Randy Newman e “Short people” è diventata “La gente bassa”, in una versione tradotta da lui stesso che “prima o poi mi piacerebbe registrare”.
Dal rock’n’roll ai brani in acustico piano e voce
In due ore di show, il cantautore cresciuto nelle campagne di Vetulonia (Grosseto) non ha lasciato indietro nessuno dei suoi cinque dischi (considerando anche la raccolta “Altalena Boy/Vetulonia Dakar”). Il pubblico, numeroso, ha ascoltato dal primo singolo “Altalena Boy” a “La Lepre”; dalle scatenate “Magia Nera” e “Let There Be Rocko” a un’intima “Nel cuore della notte”, piano e voce. In mezzo, “Orme” in acustico è stato uno dei momenti più intensi del live. Sul palco due coriste e più di dieci musicisti, tra cui anche una sezione di quattro fiati. Una formazione allargata rispetto agli altri spettacoli del tour, che ha dimostrato la bellezza e la potenza della musica live. Immancabili ovviamente il co-autore, “mio fratello” Tommaso Ottomano e il fotografo Francis Delacroix.
“Con molti del gruppo suono da quando sono ragazzino, per cui stare in tournée è come essere a casa”, ha affermato l’artista. Tanto che dopo “Francis Delacroix” si è dimenticato di spostarsi su un punto più alto del palco, come da programma. “Scusate vado, mi divertivo e mi è passato di mente”. Corsi non ha parlato molto, ma quando ha interagito con i fan è rimasto fedele al suo modo di raccontare le canzoni. Prima di “Amico vola via” ha descritto una Lugano dove in autunno “toglievano le foglie secche perché sporcavano il panorama, ma così uccidi una stagione”, su “Danza Classica” ha spiegato che “quando la scrissi mi faceva ballare da solo in giardino”.
Anche l’annuncio delle date nei palazzetti per fine 2026 (Mandela Forum a Firenze, Palazzo dello Sport a Roma e Unipol Forum a Milano) è diventato una narrazione per immagini. “Sembrano grandi coleotteri di ferro e cemento e sarà interessante sapere come suonano gli strumenti nelle loro pance”. Durante il concerto, il recente vincitore di due targhe Tenco per la miglior canzone (“Volevo essere un duro”) e il miglior album (l’omonimo disco) ha mostrato entrambe le sue anime. La prima introspettiva. E poi quella da performer che stringe le mani e canta nelle orecchie del pubblico, sale sulle transenne e quasi si getta sulla folla, suona l’armonica da sdraiato e finge di nascondersi agli occhi della videocamera quando va a pescarlo in camerino durante uno dei numerosi cambi d’abito.
I cori su “Volevo essere un duro” e il tour europeo
Verso la fine, sono arrivati anche i cori sulle ballate che tutti conoscono: la sanremese “Volevo essere un duro”, con il riff di intro potente suonato da cinque chitarre elettriche, e “Tu sei il mattino”. E Corsi ha rivelato il proprio sogno di “stare perennemente in tour, come Dylan”. Un po’ scherzando con il sorriso in volto, ma in fondo, forse, credendoci davvero. Dalla gavetta ci è passato e lo ha dimostrato. E quest’anno, con la partecipazione al Festival di Sanremo prima e all’Eurovision Song Contest poi, ha agguantato la popolarità definitiva. Oltre alle date nei palazzetti italiani, il prossimo anno partirà il suo primo tour europeo nei club, che si aprirà il 24 gennaio a gennaio a Lugano, per concludersi poi il 15 febbraio a Parigi.
LA SCALETTA DEL CONCERTO
Freccia Bianca
La bocca della verità
Danza classica
Amico vola via
Radio Mayday
Questa vita
Trieste
Sigarette
La gente bassa
Il re del rave
Orme
La ragazza trasparente
La lepre
Senza titolo
Volevo essere un duro
Situazione complicata
Francis Delacroix
Magia nera
Let There Be Rocko
Nel cuore della notte
Cosa faremo da grandi
Tu sei il mattino
Astronave giradisco
BIS
Altalena Boy
Francis Delacroix
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