Volkswagen ferma la produzione a Dresda, prima chiusura in Germania
- Postato il 15 dicembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Lo stabilimento Volkswagen di Dresda esce definitivamente dalla produzione automobilistica. Da martedì 16 dicembre le linee si fermeranno, segnando una tappa fondamentale nella storia del gruppo tedesco: in 88 anni non era mai successo che VW chiudesse una linea in Germania. In una fase di forte pressione per il primo costruttore europeo è tempo di guardare avanti nel segno della sostenibilità economica.
Ambizioni mai mantenute
Inaugurato nei primi anni Duemila, il sito di Dresda assolveva a un progetto speciale, come vetrina delle competenze ingegneristiche e produttive del marchio. Si occupava della Phaeton, la berlina di lusso con cui il costruttore aveva lanciato il guanto di sfida alle connazionali premium. Ambizioni mai del tutto mantenute nonostante le dotazioni tecnologiche avanzate conferite al modello.
Alla decisione i vertici dirigenziali sono arrivati facendo appello alla razionalità: dal 2002, anno di avvio della produzione, il complesso ha realizzato meno di 200.000 veicoli, ben lontano dai volumi registrati negli impianti principali del gruppo. Per rendere l’idea, lo stabilimento centrale di Wolfsburg da solo costruisce in pochi mesi più di quanto Dresda abbia assemblato in due decenni, ed è dunque facile intuire come la strategia non fosse più sopportabile.
Il responsabile del marchio Volkswagen, Thomas Schäfer, ha spiegato che la decisione non è stata presa “alla leggera”, ma che “da una prospettiva economica era essenziale”. In un piano di riorganizzazione più ampio, concordato con i sindacati lo scorso anno, l’azienda taglierà circa 35.000 posti di lavoro in Germania, una mossa tanto dolorosa quanto inevitabile per garantirsi un futuro.
In seguito al ritiro della Phaeton nel 2016, la struttura aveva intrapreso un percorso di transizione elettrica, con il compito di fabbricare la ID.3 a batteria. Anche in questo caso, però, i volumi non hanno mai raggiunto livelli tali da giustificare il mantenimento di una linea autonoma.
Nonostante ambisse a una posizione di eccellenza, il sito non è mai diventato un polo industriale nel vero senso della parola e la situazione sfavorevole generale ne ha messo a repentaglio l’avvenire. Perché, anche se conserva la leadership nel panorama automotive europeo, Volkswagen deve trovare delle soluzioni efficaci a una domanda indebolita, sia nel Vecchio Continente sia fuori, con la brusca frenata in Cina e in America, anche per via dei dazi imposti da Trump. A tutto ciò si aggiunge la complessità della svolta green, che impone investimenti simultanei su elettrico e motori tradizionali.
La riduzione del piano di investimento
Rispetto ai 180 miliardi di euro stabiliti nel ciclo precedente, tra il 2023 e il 2027, il VW Group ha definito un piano d’investimento ridotto da circa 160 miliardi di euro. Sul flusso di cassa netto relativo al 2025 il direttore finanziario Arno Antlitz ha espresso un moderato ottimismo, ma gli analisti mantengono una prudenza di fondi.
Uno dei fattori principali presi in considerazione dagli scettici è l’estensione della vita dei motori a combustione dopo i recenti sviluppi nelle sedi dell’Unione europea. A ogni modo, il complesso di Dresda non finirà dismesso: l’Università Tecnica locale lo prenderà in affitto istituendovi un campus di ricerca dedicato a intelligenza artificiale, robotica e sviluppo di chip.