“Volevano farmi fare un colloquio di lavoro dall’Intelligenza Artificiale ma io me ne sono andato. Se non vale la pena parlarmi, quel lavoro non vale il mio tempo”: parla Richard Stott
- Postato il 6 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La storia di Richard Stott la racconta, tra gli altri, la Bbc. Comico e scittore, Stott ha raccontato di avere rifiutato un colloquio di lavoro dopo aver scoperto che le domande sarebbero state fatte dall’Intelligenza Artificiale. Originario di Beverley, nell’East Yorkshire, lo scrittore si era candidato per un posto da freelance come copywriter ma quando ha saputo le specifiche del colloquio ha rinunciato: “Non mi è sembrato giusto che le domande fossero fatte dall’AI, così ho risposto che, se per loro non valeva la pena dedicare tempo a un colloquio di persona, allora quel lavoro non valeva il mio tempo, e me ne sono andato“. Stott ha parlato di com gli sembri “irrispettoso” non dedicare tempo ai candidati ma non si è detto contrario all’AI anzi, pensa che “possa essere fantastica” ma non in questo caso. In molti sui social, dove lo scrittore ha raccontato la vicenda, si sono detti d’accordo con lui. E Luke Bottomley, 37 anni, direttore della James Ray Recruitment, sempre nell’East Yorkshire, alla Bbc ha spiegato che “un colloquio individuale dà la possibilità di conoscere davvero una persona e capire cosa può apportare a un ruolo. Questo non puoi ottenerlo da un robot”.
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