“Vogliono demolirci la casa”: a Cortina la protesta contro la cabinovia usa-e-getta per le Olimpiadi. Spazzato via anche l’ambulatorio veterinario

  • Postato il 31 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Gli organizzatori delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 vogliono sfrattare e abbattere un ambulatorio veterinario, l’unico che offre un servizio a Cortina e nella valle del Boite, fino a Vodo di Cadore. Vogliono demolire la casa della famiglia di Ernesto e Andrea Curtolo, in via del Parco, per far posto alla partenza di una cabinovia per Socrepes. Sui prati di Mortisa e nella frazione Lacedel intendono collocare i piloni, in una zona soggetta a frane, di particolare pregio ambientale, per l’esistenza di prati e pascoli. Per questo gli abitanti della contrada hanno dato mandato ad alcuni legali di ricorrere al Tar nel tentativo di bloccare l’opera. Intanto gli ambientalisti hanno deciso di tornare nella “perla delle Dolomiti”, un anno dopo l’avvio dei lavori della pista da bob, per un flash-mob di protesta, programmato per sabato 31 maggio alle 11.

Il clima si infiamma, perché non si ferma la corsa di Fondazione Milano Cortina 2026, comitato promotore dei Giochi, e di Società Infrastrutture, braccio operativo del ministero di Matteo Salvini, nella creazione di nuovi impianti a servizio dello spettacolo olimpico. Dopo la pista “Eugenio Monti”, non ancora ultimata, ma già sottoposta a preomologazione, tocca ora all’impianto per trasportare in quota gli spettatori delle gare di sci femminile.

“FLASH MOB SUI PRATI” – “Mancano 8 mesi alle Olimpiadi e continua la corsa per realizzare le opere. L’ultimo tassello è la cabinovia che presenta numerose criticità perché verrà realizzata su una frana attiva e si mangerà un’altra fetta di paesaggio, impattando negativamente sui prati di Convento e Mortisa e sul villaggio di Lacedel”, dichiara la consigliera comunale di minoranza Roberta De Zanna (Cortina bene Comune), annunciando la mobilitazione ambientalista. “L’impianto avrà costi di manutenzione altissimi che ricadranno sulle casse comunali e la cosa che grida davvero allo scandalo è il fatto che sarà chiusa alla fine dei Giochi Olimpici in quanto priva del necessario parcheggio”. Le associazioni che hanno dato la loro adesione attaccano “lo strapotere politico che impone queste scelte a Cortina. Noi ci opponiamo con la forza delle nostre idee, la volontà di preservare il nostro territorio dall’ennesimo scempio: in questo momento non ci sentiamo più padroni del nostro paese e del nostro futuro”.

PER UN PUGNO DI BIGLIETTI – Un paio di settimane fa il governo ha nominato l’architetto Fabio Massimo Saldini, amministratore delegato di Simico, commissario straordinario con il compito di costruire la cabinovia usa-e-getta. Il progetto è un pasticcio. La Regione Veneto lo aveva contestato in sede di Valutazione ambientale per i rischi idrogeologici. Alcune modifiche annunciate (ma da applicare in fase esecutiva) hanno portato al via libera della Conferenza di servizi. Si tratta di uno stralcio del valore di 22 milioni di euro più Iva e oneri aggiuntivi, quindi una trentina di milioni, che fa parte di una proposta di partenariato pubblico-privato per collegare i versanti sciistici di Cortina. In totale il progetto costa 127 milioni di euro. La parte privata però non è pronta, quindi Simico ha stralciato la cabinovia. Intende realizzarla perché lo chiede il Comitato organizzatore. Tutto per un pugno di biglietti, infatti è il modo più veloce per far salire alcune migliaia di persone da Apollonio a Socrepes, anche se poi dovrà restare chiusa, per mancanza dei parcheggi. I biglietti per le gare di sci femminile non sono stati ancora messi in vendita per l’incertezza sul numero di spettatori che potranno raggiungere la sede di gara. Nel bando dell’appalto per la progettazione esecutiva e i lavori è scritto che l’impianto “è necessario per la gestione dei flussi di spettatori e atleti durante le gare”. Offerte da presentare entro il 13 giugno, la durata dell’appalto è di 287 giorni, di cui 224 per consentire la messa in esercizio prima delle Olimpiadi.

ANIMALI SENZA L’AMBULATORIO – Due mesi e mezzo fa Saldini aveva annullato una pre-gara dopo che erano diventati di pubblico dominio i nomi delle due società interessate (l’italiana Leitner e l’austriaca Doppelmayr). Adesso, da commissario, è intenzionato a procedere a demolizioni e occupazione dei terreni. Tra gli edifici c’è l’ambulatorio dei veterinari Fabio Frison e Alessandro Siorpaes, aperto da una trentina d’anni. Sorge su un terreno comunale e gode di diritti di superficie grazie ai quali il fabbricato è stato costruito. Se sarà abbattuto, Cortina resterà senza un importante servizio per gli animali di abitanti e villeggianti. I due veterinari non rilasciano dichiarazioni e sono in attesa di proposte alternative da parte del Comune, che in un primo tempo avrebbe voluto insediarli in una delle casette in legno del villaggio olimpico.

Chi si è visto sbattere la porta in faccia è Ernesto Curtolo. Come ha raccontato il Corriere delle Alpi, è stato convocato da Saldini, dal sindaco Gianluca Lorenzi, dagli assessori comunali Giorgio Da Rin e Stefano Ghezze. “Sono stato trattato male, non c’è nessuna volontà di venirci incontro. Adesso faremo di tutto per bloccare la cabinovia perché vogliono demolirmi la casa alle loro condizioni. È inaccettabile”. Sul piede di guerra con ricorsi al Tar del Lazio ci sono altri abitanti della frazione di Lacedel.

INFILTRAZIONI MAFIOSE – L’organizzazione Libera, promotrice con una ventina di associazioni della campagna Open Olympics 2026, per ottenere trasparenza sugli appalti delle Olimpiadi, ha commentato i dati dell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia che denuncia rischi di infiltrazioni delle cosche. “­­Chiediamo che le istituzioni, a partire dalla Cabina di Regia e dalla Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 S.p.A., diano seguito ai protocolli di legalità redatti e a politiche di monitoraggio e prevenzione effettive. Secondo i dati riportati, nel corso dei controlli effettuati nel 2024 sulle opere connesse all’evento olimpico, sono stati 56 i soggetti segnalati per esito positivo, ovvero con elementi di probabile contaminazione mafiosa”.

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