Vibo, la denuncia: “Asta della flebo in comune tra pazienti, al Pronto soccorso regna il caos”

  • Postato il 17 giugno 2025
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Vibo, la denuncia: “Asta della flebo in comune tra pazienti, al Pronto soccorso regna il caos”

Ospedale Jazzolino Vibo

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Asta della flebo in comune, “come se fossimo un unico corpo” la denuncia di una cittadina di Vibo: “Al Pronto soccorso regna il caos”


VIBO VALENTIA – “Quattro ore al Pronto Soccorso per assistere a una scena che non dimenticherò: per una semplice flebo mi hanno collegata all’asta di un altro paziente. Insieme facevamo lo stesso trattamento, come se fossimo un unico corpo,  chiaramente con sacche diverse ma resta il fatto che tutto questo è inaccettabile. Mancano anche i pali per le flebo.”

È la denuncia di Mariangela Preta, archeologa e direttrice del Polo Museale di Soriano, che in questo caso parla in veste di comune cittadina, che ieri ha vissuto in prima persona le condizioni estreme del Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino.
Quello che racconta è un quadro allarmante: carenza di personale medico e infermieristico, presidi di base insufficienti, pazienti ammassati su barelle nei corridoi, anziani lasciati soli, privi di assistenza e senza alcuna privacy.

 “Questa non è assistenza sanitaria. È abbandono. È disumanità”, afferma Preta in un duro sfogo che si sta rapidamente diffondendo sui social, sollevando indignazione e sconcerto.
Secondo quanto riportato, l’assenza di accompagnatori per le consulenze in altri reparti costringe i pazienti più fragili a dipendere dalla disponibilità di altri malati o, se presenti, da familiari. Un’organizzazione che sembra reggersi solo sul senso civico dei cittadini stessi, mentre le istituzioni latitano.

SISTEMA AL COLLASSO

Il caso solleva nuovamente interrogativi su una sanità calabrese spesso finita sotto i riflettori per carenze strutturali, mancanza di risorse e ritardi cronici. A Vibo Valentia, come in molti altri presidi del Sud, il Pronto Soccorso rappresenta il termometro più evidente di un sistema sotto pressione, dove il diritto alla salute rischia di diventare una concessione.
“Chiedo a chi di dovere: dove sono finite le risorse? Chi si prende la responsabilità di tutto questo?”, incalza ancora Preta. Le sue parole diventano voce di tanti, troppo spesso costretti a subire in silenzio.

LA RICHIESTA: “NON POSSIAMO PIU’ ASPETTARE”

La testimonianza, pubblicata sui social, ha acceso i riflettori su una realtà che i cittadini conoscono bene, ma che raramente ottiene risposte concrete. La richiesta è chiara: interventi urgenti, personale adeguato, rispetto della dignità umana.
In attesa di una presa di posizione ufficiale da parte dell’Asp e delle istituzioni regionali, resta l’amara constatazione di una situazione che non può più essere ignorata. Perché, come conclude Mariangela Preta, “noi cittadini non possiamo più aspettare. Abbiamo già sopportato abbastanza”.

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