Vibo, il centrodestra diserta le elezioni provinciali
- Postato il 23 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Vibo, il centrodestra diserta le elezioni provinciali

Elezioni provinciali a Vibo Valentia, competizione disertate da Forza Italia e Noi Moderati in polemica con il presidente L’Andolina. Resiste solo l’Udc.
Da una parte il centrosinistra che si presenta compatto con una lista unitaria, comprensiva delle diverse sensibilità dell’area progressista (Pd, Movimento Cinque Stelle, Avs, +Europa, Casa Riformista, “Progetto Vibo”, Democratici e Riformisti per Vibo) denominata “Progressisti e Riformisti per il Vibonese”.
ELEZIONI PROVINCIALI, IL CENTRODESTRA DISERTA
Dall’altra parte della barricata, invece, l’Udc rompe il fronte del centrodestra e si presenta ai blocchi di partenza con un proprio schieramento (“Provincia e Territorio”). Fuori dai giochi Forza Italia, Fratelli d’Italia e “Noi Moderati” che hanno preferito disertare la competizione di secondo livello in polemica con il presidente della Provincia Corrado L’Andolina. Una posizione spiegata dal segretario provinciale di “Noi Moderati”, Nicola Brosio.
BROSIO DI NOI MODERATI SPIEGA I MOTIVI
«“Noi Moderati” – afferma – è stato il primo partito del territorio a dichiarare apertamente l’inutilità di questa tornata elettorale, resa irrilevante dalla legge Delrio, una normativa concepita come transitoria in vista dell’abolizione delle Province. Abolizione che non si è mai realizzata, lasciando in piedi un sistema istituzionale monco e profondamente distorto. Oggi viviamo gli effetti di quella scelta incompiuta: presidenti svincolati dal consenso popolare, non sfiduciabili, e di fatto sganciati dai gruppi politici che pure li hanno espressi».
BROSIO, L’ANDOLINA «AUTORITÀ ISOLATA»
Nel caso di Vibo Valentia, il presidente L’Andolina è divenuto, a sentire Brosio, «un’autorità isolata, impermeabile ai richiami della sua stessa maggioranza e totalmente estranea al principio basilare della responsabilità politica. Una figura istituzionale che ricorda Nerone: mentre la città brucia, lui suona la lira. La prova più evidente del collasso del modello attuale è sotto gli occhi di tutti: alcuni consigli comunali montani – tra cui Serra San Bruno – hanno deliberato di lasciare la Provincia di Vibo per tornare sotto Catanzaro».
ELEZIONI PROVINCIALI A VIBO, I PERCHÈ DEL CENTRODESTRA
La scelta del partito che esprime l’unico consigliere regionale del Vibonese (Vito Pitaro) nasce da una constatazione di fatto: «I consiglieri provinciali non contano nulla nelle decisioni provinciali, alcuni territori, tra cui Serra San Bruno, San Calogero, Nicotera, ecc., sono ignorati e privati di ogni peso politico, e molte aree versano in condizioni amministrative e infrastrutturali disastrose. Quando un territorio chiede di cambiare Provincia per sopravvivere, significa che il sistema è definitivamente al collasso».
NON SARANNO PRESENTATE LISTE
Per queste ragioni, «abbiamo deciso di non presentare liste: non si tratta di disimpegno, ma di un gesto politico responsabile per non legittimare un impianto che tradisce la rappresentanza, mortifica gli enti locali e priva i cittadini del diritto di scegliere i propri amministratori. Registriamo con piacere l’adesione a questa linea di condotta di tanti altri che, almeno inizialmente, si dicevano convinti di dover esprimere delle candidature». Questa convergenza «deve diventare lo stimolo per una battaglia nazionale, non una semplice rinuncia tattica».
LA RICHIESTA AI PARLAMENTARI DEL TERRITORIO
Da qui la richiesta ai parlamentari del territorio, tra cui anche Riccardo Tucci (M5S), «che sembrerebbe essere di diverso avviso, nonché a tutti gli altri parlamentari calabresi, di farsi promotori in Parlamento di una revisione radicale della legge Delrio, per ripristinare l’elezione popolare diretta e ridare alle Province la dignità costituzionale e amministrativa necessaria per rappresentare davvero i territori. Da Vibo Valentia e dal suo malessere deve partire una iniziativa popolare forte e univoca».
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