“Viaggiare d’estate presto sarà un incubo, massimo di 10 passeggeri per aereo e voli in partenza solo nelle ore più fresche”: lo studio sull’impatto dei cambiamenti climatici
- Postato il 23 aprile 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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In futuro sugli aerei potranno viaggiare meno passeggieri rispetto ad adesso, a causa degli effetti del riscaldamento globale, e questo potrebbe far lievitare il costo delle vacanze estive. L’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico potrebbe infatti costringere alcuni aerei degli aeroporti europei a ridurre il numero di passeggeri nelle estati dei prossimi decenni. A delineare questo scenario è uno studio condotto dall’Università di Reading (Regno Unito) e pubblicato sulla rivista Aerospace. Gli scienziati britannici hanno studiato come l’aria più calda influenzi le prestazioni degli aerei durante il decollo in 30 siti in tutta Europa, compresi gli aeroporti italiani di Pantelleria, Roma Ciampino, Fiumicino e Malpensa. Hanno così scoperto che, quando l’aria si riscalda, diventa meno densa, rendendo più difficile per gli aerei generare portanza, la forza che permette loro di volare.
La ricerca si è concentrata in particolare sull’Airbus A320, un aereo comune utilizzato per voli a corto e medio raggio in tutta Europa. Ebbene, gli scienziati hanno concluso che, entro il 2060, alcuni aeroporti che hanno piste più corte potrebbero dover ridurre il loro peso massimo al decollo di circa 10 passeggeri per volo durante i mesi estivi. “Un mondo che si riscalda – spiega Jonny Williams, autore principale dello studio presso l’Università di Reading – ha un impatto su persone e aziende in tutto il mondo, e ora stiamo mostrando un modo in cui potrebbe aumentare il prezzo delle vacanze estive. Volare in Spagna, Italia o Grecia potrebbe diventare più costoso, poiché i voli trasporteranno meno persone a causa del cambiamento climatico. Le calde giornate estive, in cui gli aeroporti più piccoli dovranno ridurre il loro peso, diventeranno più comuni. La nostra ricerca mostra che condizioni che prima si verificavano circa un giorno d’estate potrebbero verificarsi 3 o 4 giorni a settimana entro il 2060”. E continua: “L’aviazione viene talvolta indicata come una fonte significativa dei gas serra responsabile del riscaldamento del pianeta. Il nostro studio fornisce un’ulteriore prova del fatto che l’aviazione stessa non è immune agli impatti del cambiamento climatico.”
Tra i siti studiati, i risultati suggeriscono che saranno quattro le destinazioni turistiche più colpite: Chio (Grecia), Pantelleria (Italia), Roma Ciampino (Italia) e San Sebastian (Spagna). Questi aeroporti hanno piste più corte, il che significa che le compagnie aeree non possono utilizzarle con il peso massimo stabilito dal produttore. I futuri aumenti delle ondate di calore non faranno che peggiorare la situazione, costringendo gli operatori a ridurre ulteriormente il peso degli aeromobili e i margini di profitto. Mentre aeroporti più grandi come Londra Heathrow e Gatwick dispongono di piste sufficientemente lunghe da gestire l’A320 anche in condizioni di caldo estremo, potrebbero incontrare difficoltà con aerei più grandi, come l’Airbus A380, che necessitano di più spazio sulla pista. Il problema potrebbe avere ripercussioni anche sulle operazioni aeroportuali, andando oltre la semplice riduzione del numero di passeggeri.
Le compagnie aeree potrebbero dover riprogrammare i voli in fasce orarie più fresche e potrebbero aumentare le esigenze di manutenzione delle piste, poiché in condizioni di caldo estremo le superfici si degradano più rapidamente. I ricercatori osservano che adottare strategie volte a mitigare il cambiamento climatico stabilizzerebbero questi effetti, mentre il mantenimento di emissioni elevate potrebbe peggiorare significativamente il problema. Studi futuri esamineranno come altri fattori, tra cui umidità e variazioni del vento, potrebbero influire sulle prestazioni durante il decollo.
Lo studio: https://www.mdpi.com/2226-4310/12/3/165
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