Vi racconto la leggendaria aviatrice Amelia Earhart

  • Postato il 2 novembre 2025
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Poche donne nella storia possono vantare una mitizzazione tanto avventurosa quanto misteriosa come quella di Amelia Earhart che, già in vita, aveva conquistato lo status di icona globale, infrangendo record e superando limiti con i suoi voli audaci, come nessuna donna prima di lei. Con il suo spirito indomito e la sua visione pionieristica, Earhart ha incarnato il coraggio, la determinazione e la volontà di sfidare ogni convenzione e oggi è ricordata non solo per le sue imprese aeree, ma anche per aver aperto la strada alle donne in un mondo dominato dagli uomini, dimostrando che nessun traguardo è irraggiungibile. Ma chi era Amelia Earhart?

TOMBOY

Nata il 24 luglio 1897 ad Atchison, nel Kansas, da Edwin e Amy Earhart, Amelia era la maggiore di due figlie e, fin da bambina dimostrò spiccata intelligenza, una generosa dose di caparbietà, ma soprattutto un marcato anticonformismo arricchito da un forte spirito di emancipazione. Manifestava inoltre uno spiccato spirito d’avventura e ogni giorno, insieme alla sorella Grace, trascorreva giornate intere arrampicandosi sugli alberi, cacciando topi con un fucile e collezionando vermi, falene e altri insetti trovatati durante le loro escursioni. Questo suo modo di essere, così lontano dai canoni femminili dell’inizio del Novecento, le valsero all’appellativo dispregiativo di “tomboy”, maschiaccio; lei però non se ne curò e continuò a vivere la sua fanciullezza in modo spensierato e libero.

DRAMMA FAMILIARE

Ma questa idilliaca gioventù venne presto oscurata da un dramma familiare: il papà di Amelia era un alcolista e perse il lavoro a causa di questa sua dipendenza; la mamma di Amelia, per proteggere le figlie, le portò a Chicago, dove vissero con degli amici e qui Amelia decise di iscriversi alla Hyde Park High School dove si diplomò nel 1916.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Durante le vacanze di Natale del 1917, Amelia andò a trovare sua sorella a Toronto, in Canada, dove  ebbe modo di incontrare i soldati feriti di ritorno dalla Prima guerra mondiale: fu per lei uno shock tale da spingerla a diventare infermiera per curare i feriti;  e dunque Amelia iniziò a lavorare con il distaccamento di soccorso volontario presso l’ospedale militare di Spadina e lì, ascoltando tante storie  narrate  dai piloti militari  iniziò a manifestarsi in lei l’interesse per il volo.

LA SCOPERTA DEL VOLO

Nel 1920, all’età di 23 anni, andò insieme al padre a un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach e, al prezzo di un dollaro, per la prima volta sali a bordo di un biplano per   effettuare un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. E fu allora che decise di imparare a pilotare un aereo: “Non appena ci siamo staccati da terra, ho capito che dovevo volare“, disse in seguito la Earhart.

CON ANITA SNOOK

Fu amore a prima vista. Mollò tutto e iniziò a svolgere lavori di ogni tipo come la fotografa, la camionista e la stenografa presso la compagnia telefonica locale, per mettere da parte i mille dollari necessari a pagare le prime lezioni di volo e ottenere il brevetto. Il 3 gennaio 1921 Amelia si presentò nuovamente al Daugherty Airfield a Long Beach dove incontrò la leggendaria aviatrice Anita Snook che con un Curtiss Jn-4, un biplano da addestramento biposto, divenne la sua istruttrice.

CANARINO E OLIO

Il 24 luglio 1922, per il suo 25° compleanno, acquistò con l’aiuto della madre un biplano Kinner Airster di seconda mano e lo chiamò “The Canary“, il canarino, per via della brillante verniciatura giallo cromo. Dopo il suo primo atterraggio da solista riuscito acquistò anche un nuovo cappotto da volo in pelle. Tuttavia, l’aspetto troppo nuovo dell’indumento attirò diverse prese in giro da parte degli altri aviatori; per ovviare all’imbarazzo, trovò una soluzione originale: dormì nel cappotto per ammorbidirlo e lo macchiò con olio per aeromobili, conferendogli un aspetto vissuto e autentico, degno di un vero pilota.

I PRIMI RECORD

Nonostante le sue difficoltà finanziarie, che costrinsero Amelia a svolgere diversi lavori per continuare a volare, riuscì comunque ad acquisire una preziosa esperienza come pilota  e nell’estate del 1922 apparve, sul Los Angeles Examiner, in un’intervista in cui dichiarò che le sarebbe piaciuto sorvolare il continente. Le sue abilità di volo erano migliorate a tal punto da consentirle di impegnarsi in diverse attività da record e iniziò stabilendo il record di altitudine femminile a 14.000 piedi. Il 16 maggio 1923, Amelia ottenne il brevetto di volo dalla FAI (Fédération Aéronautique Internationale); sebbene all’epoca non fossero obbligatori i brevetti di volo, l’attestato le era necessario per tentare di battere i record Fai.

LA PRIMA TRAVERSATA DELL’OCEANO ATLANTICO

Nell’aprile del 1928 fu proposto ad Amelia di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii dovuti alle brutte condizioni del tempo, decollò con il capitano Hilton H. Railey, il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon, a bordo di un Fokker F.VII, un aereo di linea trimotore monoplano ad ala alta, realizzato dall’azienda aeronautica olandese Fokke, chiamato Friendship. E sebbene la Earhart, in quella traversata, fosse stata relegata a poche funzioni, quando il gruppo arrivò in Galles ventuno ore dopo, gli onori furono quasi tutti per lei.

IL CANYON OF HEROES

Al ritorno negli Stati Uniti l’equipaggio del Friendship fu onorato con una parata che si svolse lungo il Canyon of Heroes a New York City, una tradizionale celebrazione riservata agli eroi nazionali, con la partecipazione di migliaia di persone che si riversarono a Broadway per celebrare il successo del primo volo transatlantico effettuato da una donna. Anche il Presidente degli Stati Uniti Coolidge le inviò con un cablogramma le sue personali congratulazioni. Su questa esperienza Amelia scrisse il suo primo libro 20 Hrs. 40 Min.: Our Flight in the Friendship in cui raccontò la sua esperienza a bordo del volo transatlantico.

LADY LINDY

Per la Earhart fu un successo clamoroso tanto che la stampa la soprannominò “Lady Lindy“, un nomignolo datole per elevarla allo stesso piano di Charles Lindbergh, la più grande celebrità dell’aviazione dell’epoca. Successivamente Amelia accettò un incarico come redattrice associata nella rivista Cosmopolitan e utilizzò questo incarico per promuovere una maggiore accettazione pubblica dell’aviazione, concentrandosi in particolare sul ruolo delle donne che si dedicavano al volo.

NELLA NATIONAL AERONAUTIC ASSOCIATION

Nel 1930, Earhart divenne un funzionario della National Aeronautic Association e, in questo ruolo, promosse l’istituzione di record femminili separati da quelli maschili e fu determinante nel persuadere la Fédération Aéronautique Internationale ad accettare uno standard internazionale simile.

IL PICCOLO AUTOBUS ROSSO

Nel 1930 Amelia acquisto il Lockheed Vega 5B, un aereo monomotore di linea ad ala alta e famoso per essere stato scelto da numerosi piloti per inseguire primati, attratti dalla sua robustezza e dal design particolarmente aerodinamico, che chiamò il suo “Little Red Bus”, Piccolo autobus rosso.

IL RECORD CON L’AUTOGIRO 

Dopo aver sposato il pubblicitario George Palmer Putnam, la Earhart iniziò a emulare i successi di Lindbergh e, l’8 aprile 1931, Amelia stabilì un record mondiale di altitudine di 18.415 piedi (5.613 m) volando su un Pitcairn PCA-2, un autogiro, chiamato anche girocottero o giroplano, un velivolo ad ala rotante nel quale, a differenza dell’elicottero, il motore non aziona il rotore principale, ma invece genera una spinta in avanti, come in un aeroplano.

IL SORVOLO DELL’ATLANTICO IN SOLITUDINE

All’inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, era riuscito a compiere la trasvolata in solitaria dell’Oceano Atlantico: ci riuscì Lady Lindy completando l’impresa il 21 maggio con il suo Lockheed Vega impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Harbor Grace Terranova a Londonderry nell’Irlanda del Nord. Per questa impresa ricevette la Distinguished Flying Cross dal Congresso, la Croce di Cavaliere della Legion d’Onore dal governo francese e la Medaglia d’Oro della National Geographic Society dal presidente Herbert Hoover. Grazie al prestigio conquistato Earhart ebbe la possibilità di fare amicizia con molte persone di alto rango, in particolare con la First Lady Eleanor Roosevelt, che condivideva molti degli interessi di Earhart, in particolare le cause femminili.

SORVOLO DEGLI STATI UNITI IN SOLITARIA

Più tardi, nello stesso anno, Earhart volò a bordo del Vega per stabilire un altro record. Il 24 e 25 agosto effettuò il primo volo in solitaria e senza scalo di una donna attraverso gli Stati Uniti, da Los Angeles a Newark, nel New Jersey, coprendo una distanza di 2.447 miglia in circa 19 ore.

AMELIA SCRITTRICE

Sempre nel 1932 Amelia scrisse il suo secondo libro “The Fun of It”, nel quale   raccontò l’inizio della sua passione per il volo e incoraggiava le giovani donne a seguire i propri sogni e la propria carriera. Un terzo libro a lei attribuito, Last Flight, fu pubblicato postumo e conteneva le annotazioni riguardanti il suo sfortunato volo intorno al mondo del 1937.

ALTRI RECORD

Venduto il suo 5B Vega al Franklin Institute di Philadelphia e, dopo aver acquistato un nuovo Lockheed 5C Vega, più potente del precedente, chiamato “Old Bessie the Fire Horse“, Vecchia Bessie il cavallo di fuoco, Amelia, l’11 gennaio 1935 divenne la prima aviatrice a volare da sola da Honolulu, Hawaii, a Oakland, California. Sempre nello stesso anno, il 19 aprile Amelia volò da sola da Los Angeles a Città del Messico. Il successivo record di Earhart fu un volo senza scalo da Città del Messico a New York; dopo la partenza l’8 maggio, il suo volo si svolse tranquillamente, ma, la grande folla che la accolse a Newark, nel New Jersey, rappresentò motivo di preoccupazione, perché dovette fare attenzione a non urtarla rullando.

IL GIRO DEL MONDO

Forte dei suoi successi, iniziò a pianificare il volo più ambizioso mai intrapreso da una donna fino ad allora: il giro del mondo in solitaria. Sebbene altri avessero già volato intorno al mondo, il volo di Earhart sarebbe stato il più lungo, con 47.000 km, perché seguiva una rotta approssimativamente equatoriale.

IL LOCKHEED L-10 ELECTRA

Per  questo ambizioso progetto   l’aereo scelto da Amelia Earhart fu un Lockheed Electra 10E, prodotto dalla Lockheed Aircraft Company di Burbank, California. Questo velivolo era un monoplano bimotore ad ala bassa, interamente in metallo, con carrello retrattile, progettato come aereo di linea di piccole e medie dimensioni. L’electro della Earhart, che fu dotato di serbatoi di carburante extra e altre ampie modifiche, fu ufficialmente chiamato “Flying Laboratory”, Laboratorio Volante, perché doveva essere utilizzato come banco di prova per nuove apparecchiature.

IL PRIMO TENTATIVO

Il primo tentativo si svolse il 17 marzo 1937, giorno di San Patrizio, Earhart e il suo navigatore Fred Noonan volarono lungo il primo tratto da Oakland a Honolulu, ma furono costretti ad interrompere il volo dopo un incidente che danneggiò l’aereo.

IL SECONDO TENTATIVO

La seconda prova avvenne il 1° giugno 1937: Amelia e il suo navigatore Noonan partirono con il Lockheed Electra riparato da Miami, Florida. Volarono prima a San Juan, Porto Rico, poi proseguirono per l’Africa e il Mar Rosso. Infine, giunsero a Karachi, in India, stabilendo un nuovo record: nessuno prima di allora aveva mai volato senza scalo dal Mar Rosso all’India. Da lì, il 17 giugno, volarono a Calcutta, poi a Rangoon, Bangkok, Singapore e Bandoeng. A Bandoeng, furono riparati alcuni degli strumenti a lunga distanza, che stavano dando loro problemi, e Amelia si ammalò anche di dissenteria, che durò diversi giorni. Il 27 giugno, Amelia e Noonan lasciarono Bandoeng per Port Darwin, in Australia e raggiunsero Lae, in Nuova Guinea, il 29 giugno. A quel punto avevano già percorso 22.000 miglia, e ne restavano ancora 7.000, sorvolando l’Oceano Pacifico.

LA SCOMPARSA

Il 2 luglio lasciarono l’isola di Lae esattamente alle 00:00 ora di Greenwich con destinazione l’Isola Howland, sempre nel Pacifico, distante 4 113 km. Alle 07:20 Amelia inviò via radio un rapporto sulla loro posizione a Lae, indicando la loro rotta in prossimità delle isole Nukumanu. Alle 19:30 la seguente trasmissione fu ricevuta dall’Itasca, un cutter della Guardia costiera statunitense che navigava al largo dell’isola di Howland e che fungeva da contatto radio per Amelia: “Khaqq (la sigla con cui si identificava Earhart) chiama Itasca. Dovremmo essere sulle tue tracce, ma non ti vediamo… la benzina sta finendo…”  Poi nessuno vide o riuscì a mettersi in contatto con l’aereo, quindi non si conosce la posizione precisa del velivolo al momento della cessazione dei contatti.  L’Itasca continuò a trasmettere su tutte le frequenze fino alle 21:30 Gmt, poi ipotizzarono che Amelia fosse ammarata in mare, e iniziarono le operazioni di ricerca a nord e ovest dell’isola di Howland, basandosi su ipotesi relative alle trasmissioni e alle condizioni meteorologiche.

LE OPERAZIONI DI RICERCA

Anche la Marina degli Stati Uniti si unì agli sforzi, mobilitando in tre giorni tutte le risorse disponibili nella zona. Le ricerche ufficiali durarono fino al 19 luglio 1937, con un costo di 4 milioni di dollari, rendendola così la più costosa operazione di ricerca mai condotta dagli Stati Uniti fino ad allora. Nonostante l’intensità dell’operazione, non fu trovata alcuna traccia di Earhart, del navigatore Fred Noonan, né del loro aereo Electra 10E. Il 5 gennaio 1939, Earhart e Noonan furono dichiarati ufficialmente morti, presumibilmente precipitati nell’Oceano Pacifico, anche se i loro resti non furono mai ritrovati.

TEORIE SULLA SCOMPARSA DELLA EARHART

Dopo la scomparsa di Earhart e di Noonan, nonostante che la maggior parte degli storici ritenga che si siano schiantati e quindi siano affondati nell’Oceano Pacifico, sono state elaborate altre teorie.

LA MISSIONE DI SPIONAGGIO

Una di queste teorie vede Amelia Earhart impegnata in una missione di spionaggio per conto del governo degli Stati Uniti. Nell’area che l’aviatrice si apprestava a sorvolare nella sua ultima tappa, compresa tra Lea e l’Isola Howland, c’erano alcune isole giapponesi, all’epoca note come “i Mandati”, che includevano le isole Gilbert e Marshall assolutamente vietate agli americani e altri stranieri.

ISOLE STRATEGICHE

Il Dipartimento della Difesa americano sapeva fin dall’inizio che le isole dei Mandati sarebbero state strategiche e cruciali se mai si fosse verificata una guerra tra Giappone e Stati Uniti; e a buon conto perché isole come Saipan e Tarawa finirono per essere teatro di alcune delle più grandi battaglie insulari nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

MOTORI POTENZIATI E MACCHINE FOTOGRAFICHE

Secondo un’altra teoria sull’aereo della Earhart, in una precedente tappa, sarebbero state montate delle potenti macchine fotografiche e sarebbero stati potenziati i motori dell’Electra in modo tale che il velivolo avrebbe potuto compiere una rotta più ampia per arrivare a Howland nello stesso tempo che avrebbe impiegato viaggiando in linea retta, in modo tale da avere il tempo di effettuare alcune ricognizioni aeree delle isole giapponesi.  Questa teoria sostiene anche che Amelia avrebbe poi simulato un’avaria dell’aereo in modo tale da permettere agli americani di recuperare il materiale fotografico.

IL KNOW HOW DEL LOCKHEED ELECTRA

Un ulteriore motivo per cui gli Usa temevano che i giapponesi avrebbero potuto uccidere Amelia Earhart era legato all’interesse che Tokyo manifestava per il suo aereo. Il Lockheed Electra, infatti, era stato profondamente modificato per trasformarsi in un vero e proprio laboratorio volante, equipaggiato con le più recenti innovazioni tecnologiche. Questi miglioramenti erano destinati a essere applicati a futuri velivoli da guerra a lungo raggio, come il Lockheed P-38 Lightning. All’epoca, sia l’Fbi che la Marina degli Stati Uniti erano a conoscenza del fatto che spie giapponesi stavano cercando di ottenere informazioni riservate direttamente dallo stabilimento Lockheed. In questo contesto, l’Electra rappresentava non solo un mezzo di trasporto, ma un obiettivo strategico di grande valore, capace di attirare l’attenzione dei servizi di intelligence nemici.

AMELIA CATTURATA DAI GIAPPONESE

Tra le altre teorie sorte attorno alla misteriosa scomparsa di Amelia Earhart, una delle più controverse sostiene che la celebre aviatrice sia stata catturata dai giapponesi con l’accusa di essere una spia americana; secondo questa ipotesi, Earhart sarebbe stata imprigionata e successivamente giustiziata.

SOTTO FALSA IDENTITA’

Un’altra congettura, ancora più suggestiva, ipotizza che Amelia sia sopravvissuta alla prigionia e sia tornata negli Stati Uniti sotto falsa identità, vivendo il resto della sua vita come Irene Craigmile Bolam. Tuttavia, esami forensi condotti nel 2006 sulla Bolam hanno escluso questa possibilità dimostrando che non era Amelia Earhart.

FILE DECLASSIFICATI

Di recente anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è espresso sulla vicenda dell’aviatrice. In un post su Truth, The Donald ha annunciato l’intenzione di declassificare e rendere pubblici tutti i documenti governativi relativi ad Amelia Earhart, in particolare quelli sul suo ultimo volo del 1937, durante il quale scomparve nel Pacifico. Trump ha definito Earhart una pioniera dell’aviazione, ricordando che fu la prima donna ad attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico e che aveva completato quasi tre quarti del giro del mondo prima della sua scomparsa. Ha sottolineato come la vicenda abbia affascinato milioni di persone per quasi 90 anni e ha chiesto alla sua amministrazione di divulgare ogni documento disponibile per fare luce su questa figura leggendaria e sul mistero che la circonda.

ICONA FEMMINISTA

Ma al di là di quello che emergerà dai file desecretati, la figura di Amelia Earhart resterà per sempre una delle icone femministe più importanti della storia e la sua figura continua a ispirare generazioni, non solo nel campo dell’aviazione, ma in ogni ambito in cui le donne lottano per affermarsi e realizzare i propri sogni.

Il FILM AMELIA

Tanti sono stati i libri, i documentari, i servizi giornalistici e i reportage dedicati alla storia di Amelia. Tra i film, Aquile sul Pacifico (Flight for Freedom) del 1943 si ispira alla vita di Amelia, e nel 2009 è stato realizzato il film Amelia diretto dalla regista indiana Mira Nair con l’attrice Hilary Swank nei panni della Earhart, con un’incredibile somiglianza con l’aviatrice, e co-protagonisti Richard Gere, nel ruolo di George Putnam, il marito della Earhart, e Ewan McGregor, che interpreta l’atleta e pilota Gene Vidal. Nel film Una notte al museo 2 – La fuga, Amelia Earhart, interpretata dall’attrice Amy Adams è la protagonista femminile del film e aiuterà il protagonista nella sua avventura.

LE CANZONI

Amelia Earhart viene citata in alcune canzoni, tra cui Amelia di Joni Mitchell e Dinner With Gershwin di Donna Summer; L’aviatrice di Antonella Ruggiero è un brano che la cantante italiana ha voluto dedicare alla storia e alla memoria di Earhart.

IL MODELLINO LEGO

In occasione della Giornata internazionale della donna 2021 la Lego, storica azienda danese dei mattoncini assemblabili, per onorare la trasvolata in solitaria dell’Oceano Atlantico e le incredibili gesta di Amelia Earhart, ha presentato il set LEGO® Tributo ad Amelia Earhart (40450) di 203 pezzi, che include il modellino rosso del Lockheed Vega 5B, una minifigure dell’aviatrice e una tessera con la mappa del percorso.

LO SMITHSONIAN NATIONAL AIR AND SPACE MUSEUM

Il Lockheed Vega 5B utilizzato da Amelia per la prima traversata in solitaria dell’Oceano Atlantico è conservato allo Smithsonian National Air and Space Museum.

 

 

Autore
Formiche

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