Valpolcevera, nuovo accordo per l’area ex Facchini. Ma la rigenerazione è ancora un’incognita

  • Postato il 10 settembre 2025
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  • Di Genova24
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area facchini oggi

Genova. Potrebbero arrivare dai 199 milioni destinati alla rigenerazione della Valpolcevera le risorse necessarie a realizzare un nuovo polo scolastico con liceo tecnologico sperimentale nelle aree ex Facchini di Rivarolo. La partita della riqualificazione, legata ai lavori per la riattivazione della linea ferroviaria del Campasso, è ancora in alto mare, ma intanto l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante annuncia la novità: “Abbiamo predisposto la bozza di un nuovo accordo che include anche quelle aree e in più chiediamo di utilizzare quei soldi per il polo scolastico“.

A luglio l’assessore al Patrimonio Davide Patrone, rispondendo a un’interrogazione in consiglio comunale, aveva spiegato che non solo l’acquisto dell’area ex Facchini non era mai stato formalizzato, ma che nemmeno esistevano coperture finanziarie per la compravendita. Trenitalia aveva chiesto circa 10 milioni, mentre l’Agenzia delle Entrate aveva quantificato la cifra in 7,8 milioni. La giunta Piciocchi aveva dato mandato agli uffici di iniziare la trattativa per l’acquisto approvando il masterplan definitivo per l’area, ma da allora la partita non si è sbloccata.

“A fine luglio abbiamo incontrato il commissario Mauceri con la sindaca in prefettura – spiega Ferrante -. Abbiamo inviato una nuova bozza del protocollo d’intesa, aspettiamo che torni indietro per formalizzarla. Preciso che non esisteva nessun accordo sull’area ex Facchini prima che arrivassimo noi. Ora il primo passo è revisionare l’accordo sui 200 milioni per la rigenerazione urbana in modo da includere anche la riqualificazione e il riutilizzo di quella superficie, poi si farà una rivalutazione e l’ultimo step sarà la permuta. Ma fino a quando non ci sarà il protocollo d’intesa firmato l’area non si potrà acquisire”. I tempi dell’operazione? “Non dipendono da noi”, taglia corto l’assessore.

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L’accordo con il ministero e il progetto di Alpim

Se è vero che non esiste un accordo formalizzato con Rfi, la presenza del liceo tecnologico sperimentale all’interno dell’area ex Facchini di Certosa è nero su bianco all’interno dell’Accordo di Programma Quadro. Il documento prevede l’istituzione del Distretto Educativo dell’Innovazione (D.E.D.I.) ed è stato sottoscritto da Comune di Genova, Regione Liguria e Ministero dell’Istruzione e del Merito.  In questo documento, l’acquisizione dell’area è considerata come il primo passaggio: “Il comune di Genova provvederà all’approvazione del progetto edilizio nell’area cosiddetta “Facchini” Valpolcevera acquisita dalle Ferrovie dello Stato e provvederà al reperimento delle risorse per la progettazione e la realizzazione dell’edificio e per la corresponsione e la fornitura delle risorse strumentali necessarie per la messa in funzione della sperimentazione”. L’accordo prevede anche un orizzonte temporale per la realizzazione di questo progetto: secondo quanto stabilito dal documento, infatti, le porte di questo nuovo liceo dovranno aprire per l’anno scolastico 2027/2028.

L’idea è quella di rivoluzionare l’area ex Facchini, un tempo officina della ferrovie, oggi un buco nero del tessuto urbano della Valpolcevera, mantenendo solo gli edifici considerati storicamente rilevanti. Il masterplan approvato dal Comune di Genova ha fatto la sintesi tra le proposte raccolte sul territorio e la “visione” promossa da Alpim, l’associazione ligure per i minori capitanata da Carlo Castellano del primo liceo tecnologico sperimentale d’Italia: oltre a questa nuova scuola, saranno costruiti un asilo nido, un secondaria di primo grado, spazi per start up e attività sportive, attività di ristorazione. aule studio, un polo culturale e sociale, un auditorium e un parco pubblico di 12 mila metri quadrati con in dotazione un parcheggio da 250 posti auto a disposizione anche del quartiere. 

E poi ci sarà il concorso internazionale di progettazione dell’area: il masterplan approvato dalla giunta comunale nello scorso mandato, infatti, ha creato di fatto solamente una traccia di quello che potrebbe essere il distretto. La sua configurazione definitiva sarà messa a punto attraverso una gara tra architetti di tutto il mondo – o almeno queste sono le intenzioni – per la quale la stessa Alpim ha già messo a disposizione 150mila euro – frutto di un corposo lascito a favore dell’associazione. Concorso di progettazione che però non può partire senza la definizione dell’accordo, anche preliminare, di acquisto dell’area.

Rigenerazione della Valpolcevera e linea del Campasso, a che punto siamo

Intanto il progetto di rigenerazione urbana, presentato come una grande occasione di rilancio dei quartieri attraversati dal cosiddetto ultimo miglio del Terzo Valico, procede a piccoli passi e con numerose incognite. Il masterplan, varato dal Comune nel 2023, prevedeva numerose novità tra cui una passeggiata ciclopedonale tra Certosa e Rivarolo, demolizioni ridotte al minimo per gli edifici situati in zona rossa (cioè fino a 10 metri dai binari), espropri fino al secondo piano dei palazzi sul lato est di via Canepari. E già allora si immaginava un campus universitario e un polo scolastico (comprese scuole medie) al posto dell’ex deposito locomotori di piazza Facchini.

A ottobre 2024 la progettazione di fattibilità era stata assegnata a un raggruppamento che comprende anche lo studio dell’archistar Stefano Boeri, lo stesso che ha curato il memoriale delle vittime del ponte Morandi e che ha partorito l’idea del cerchio rosso intorno al nuovo viadotto. Le ultime risposte le aveva date l’assessore Ferdinando De Fornari a febbraio, spiegando che era in corso la definizione dei criteri ambientali in base ai quali si sarebbe deciso cosa abbattere e cosa tenere in piedi. Ma ad oggi non emergono novità.

“La settimana scorsa ho partecipato alla cabina di regia – fa sapere Ferrante -. Nei prossimi giorni fisseremo un nuovo appuntamento con lo studio Boeri. La progettazione sta andando avanti. Nel frattempo ho chiesto che vengano inseriti nel tavolo Pris i condomini di via Ferri che si troveranno circondati dai viadotti ferroviari. Crediamo che non abbia senso continuare a vivere lì in quelle condizioni”.

L’unico punto che beneficia di qualche certezza è la copertura di via Ardoino, a Sampierdarena, con una galleria artificiale lunga 250 metri sormontata di vegetazione che in futuro dovrebbe comprendere anche servizi per i residenti e verde pubblico. I lavori sono iniziati e rientrano nel pacchetto della linea merci del Campasso gestito direttamente da Rfi. Ma le stime sul completamento di queste opere sono sempre più dilazionate nel tempo: ora si parla di 2028, in conformità con lo slittamento subito dal Terzo Valico, che fa parte tecnicamente dello stesso progetto.

Resta da capire anche come cambierà il quadro economico complessivo. La dotazione di 199 milioni di euro, frutto di un protocollo d’intesa col ministero dei Trasporti sottoscritto nel 2022, dovrebbe coprire non solo le opere di rigenerazione urbana, ma anche gli indennizzi ai proprietari, con una quota stimata intorno al 40%. Gli accordi prevedono pure che il Comune intervenga anche con risorse proprie qualora i fondi non fossero sufficienti.

Autore
Genova24

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