Vacanze in Sicilia? Tutte le mostre da visitare ad agosto 2025
- Postato il 6 agosto 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Non solo Agrigento Capitale 2025, che tra le note inefficienze in capo all’amministrazione comunale e il lento decollo dei progetti del dossier vincitore, ha comunque presentato alcune grandi mostre e i primi interventi site-specific. Qui segnaliamo un nucleo sintetico di eventi in corso, a cui si aggiungono suggerimenti tra Palermo e piccoli, affascinanti centri in provincia di Ragusa, Enna o Trapani.
Helga Marsala
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SPAZIO UMANO – PALERMO
È la mostra di debutto della Fondazione RIV, nuova creatura sbocciata a Palermo e centrata sui linguaggi dell’arte contemporanea, con una forte vocazione per la riflessione sui grandi temi del presente, in chiave filosofica e sociale. Spazio Umano, collettiva nata da un’idea di Patrizia Monterosso e Gianluca Collica, mette insieme 12 artisti di generazioni diverse e con diverse attitudini, ricerche, culture. Sono Adalberto Abbate, Francesco Balsamo, Tony Cragg, Francesco De Grandi, Aziz Hazara, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Rabih Mroué, Dala Nasser, Mimmo Paladino, Hans Schabus, Alberto Scodro: un coro di voci amalgamate nello splendido scenario della Chiesa cinquecentesca di San Mamiliano, ridisegnata da intensi chiaroscuri. Dipinti, video, installazioni e sculture dialogano con l’architettura e le opere storiche di pregio custodite all’interno.
Nell’appassionata ricerca di un nuovo tempo e un nuovo spazio dell’umano, tra spiritualità, impegno civico, sentimento della comunità, una trama di visioni prende forma come astrazione, simbolo, narrazione. Si delinea così un paesaggio eterogeneo intitolato alla realtà del conflitto e alla necessità di costruire spazi di cura e di rigenerazione, al rapporto necessario tra l’io e l’altro, a quello spesso drammatico tra uomo e natura, e ancora al peso della memoria, alla dimensione esistenziale, religiosa e politica della morte, al valore delle marginalità, delle soglie, delle linee di fuga. Sguardi sul mondo, lasciando affiorare scritture possibili e ipotesi di futuro.
Palermo // Fino al 10 gennaio 2026
Spazio Umano
CHIESA DI SAN MAMILIANO
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ELLIOT ERWITT – PALERMO
Per chi non avesse ancora avuto occasione di visitare una delle tante mostre dedicate al grande fotografo statunitense Elliott Erwitt – tra il progetto itinerante ICONS e le varie retrospettive da anni organizzate in tutta Italia – Palermo per la prima volta accoglie un ampio nucleo di sue fotografie. È la Fondazione Federico II a organizzare questa ricognizione, in cui si alternano decine degli iconici scatti in bianco e nero o a colori che hanno reso celebre il maestro, insieme ad altri lavori meno noti. Dal famoso bacio tra due amanti, incorniciato dallo specchietto retrovisore di un’automobile, alla danza sotto la pioggia con la Tour Eiffel sullo sfondo; dagli scorci urbani e i paesaggi, spesso visti attraverso finestre e finestrini, ai ritratti di celebrità del mondo del cinema, della politica o dello sport, tra cui Marylin Monroe, Jacqueline Kennedy ai funerali del marito, Arnold Schwarzenegger, Richard Nixon con Nikita Chruščëv, Muhammad Ali sul ring, Ernesto Che Guevara; dalle tante scene in cui gli amati cani sono protagonisti teneri o buffi, agli scorci museali in cui i visitatori contemplano opere d’arte; dai servizi, pieni di eleganza ed ironia, per pubblicità e riviste di moda o design, alle splendide campagne di comunicazione commissionate da istituzioni pubbliche.
Immagini riproposte in lungo e in largo, con la medesima formula, ma ben selezionate ed allestite nella prestigiosa sede della Fondazione, a Palazzo dei Normanni.
Palermo // Fino al 30 novembre 2025
Elliot Erwitt
FONDAZIONE FEDERICO II – PALAZZO REALE (O DEI NORMANNI)
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PIERO GUCCIONE E LEONARDO SCIASCIA – MARSALA
Storia di un rapporto umano e intellettuale, fatto di stima reciproca, di affinità elettive, di territori comuni e stimoli condivisi. Il Convento del Carmine di Marsala celebra il rapporto tra due maestri siciliani, un pittore e uno scrittore; Piero Guccione e Leonardo Sciascia nell’arco di un ventennio costruirono un dialogo scandito da carteggi, scambi di libri, disegni e dipinti, collaborazioni professionali, conversazioni e incontri tra le due città natie, Scicli e Racalmuto, quasi a congiungere idealmente l’agrigentino e i Monti Iblei, un vasto territorio che nel secondo Novecento fu teatro di molteplici avventure artistiche e intellettuali. La mostra, curata da Sergio Troisi, ha un taglio biografico, grazie a pagine di vita vissuta, documenti, fotografie, lettere e volumi autografati, a cui si aggiungono le atmosfere nitide e sognanti della pittura di Guccione, con l’azzurro dominante e le cromie pastello dei suoi cieli, dei mari, degli scorci di paesaggio e degli orizzonti in dissolvenza. Un mondo di visioni intime, di cui Sciascia scrisse più volte, negli Anni Settanta e Ottanta: sue furono divere prefazioni all’interno di pubblicazioni e cataloghi sul lavoro di Guccione.
Completano la mostra dieci scatti in bianco e nero di Giuseppe Leone (1936-2024), il grande fotografo ragusano scomparso nel 2024, amico di entrambi e artefice della conoscenza tra i due.
Marsala // Fino al 19 ottobre 2025
Piero Guccione e Leonardo Sciascia. Cronaca pittorica di una amicizia
CONVENTO DEL CARMINE – PINACOTECA COMUNALE
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EMILIO ISGRÒ. L’OPERA DELLE FORMICHE – SCICLI
“Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto”. Parole del grande artista Emilio Isgrò, tra le voci più autorevoli emerse in Italia nel secondo Novecento, padre di quel dispositivo poetico e concettuale della “cancellatura”, con cui ha reinventato libri celebri, documenti, contenuti visivi e verbali, mettendo in atto una rivisitazione critica e simbolica del sapere, tra sparizione e riscrittura.
Con questa dichiarazione d’intenti si apre il suo testo scritto per la personale al MAAM di Scicli, curata da Marco Bazzini e Bruno Corà. Una ricognizione che parte dagli anni Sessanta per giungere alle opere più recenti: dagli “articoli di giornale” del 1962 alle prime cancellature, dai “particolari ingranditi” alle “lettere estratte” degli Anni Settanta, dai libri cancellati, come il Gattopardo (1976) o i Codici ottomani (2010), agli sciami di formiche e api, protagonisti di tante opere, fino alle cancellature in rosso o ai pittogrammi di Palm e Il mare di Odisseo.
Centrale è il rapporto tra l’artista e il Mediterraneo, a proposito di radici, culture, innesti, memorie, contraddizioni, sincretismi. Si intitola infine L’Opera delle formiche l’installazione con cui l’artista ha trasformato il corridoio centrale del museo, connettendo l’interno e l’esterno: i piccoli insetti attraversano dei cesti traboccanti di carrube d’oro, simbolo di prosperità, fino a invadere l’intero spazio e a raggiungere la piazza su cui si affaccia il MAAC.
Scicli // Fino al 3 novembre 2025
Emilio Isgrò. L’opera delle formiche
MAAM – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DEL CARMINE
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FUTURISMO E FUTURISTI SICILIANI – CENTURIPE
Nell’anno in cui tanto si è discusso di Futurismo, tra contenuti artistici e polemiche politiche, con la grande mostra organizzata alla Galleria Nazionale e fortemente voluta dal Mibact, anche in Sicilia giunge l’eco di questa attenzione speciale: è il Comune di Centuripe a organizzare l’esposizione Futurismo e Futuristi Siciliani, a cura di Simona Bartolena, presso l’Antiquarium. Un focus su un aspetto meno noto ma significativo dell’avanguardia futurista, quello relativo alla scuola siciliana e ai rapporti tra alcuni grandi futuristi e l’isola. Quaranta opere, nessuna provenienza museale: tutti prestiti da collezioni private, cercando comunque di restituire il senso di questa specificità geografica e culturale, relativa soprattutto alla cosiddetta “seconda fase” del movimento. Dipinti di importanti artisti siciliani come Giulio D’Anna, Pippo Rizzo e Vittorio Corona convivono con quelli di maestri come Umberto Boccioni, che mosse i primi passi proprio in Sicilia, o Fortunato Depero, che qui realizzò dei progetti per committenti locali. La storia del movimento in Italia si intreccia così con le esperienze isolane, in un percorso che parte dalle origini, con il Manifesto fondativo pubblicato su Le Figaro nel 1909, e che analizza linee di ricerca, prospettive, evoluzioni: il tema della velocità e del dinamismo, la tendenza all’astrazione, i rapporti con la società, le influenze e le ispirazioni, fino alle utopie dell’Aerofuturismo e del Futurismo Cosmico. Una cornice complessa, in cui collocare le specificità di quei futuristi che in Sicilia si affermarono, aderendo alla rivoluzione estetica e culturale inaugurata da Marinetti.
Centuripe // Fino al 4 novembre 2025
Futurismo e Futuristi siciliani
CENTRO ESPOSITIVO ANTIQUARIUM
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IL FUOCO DELL’AMORE – AGRIGENTO
Discepola di Gesù, testimone oculare della sua resurrezione, giunta per prima dinanzi al sepolcro vuoto e subito entrata in connessione con il Signore risorto, Maria di Magdala, o più comunemente Maria Maddalena, è una tra le figure più affascinanti e misteriose del Nuovo Testamento. Oggetto di studi esegetici, riflessioni teologiche e rappresentazioni iconografiche, Maddalena è simbolo di fedeltà e devozione. A lei è dedicata la mostra al Museo Diocesano di Agrigento, concepita con la Fondazione Agrigento 2025 per il programma di Agrigento Capitale italiana della Cultura, nell’anno del Giubileo. Opere provenienti da importanti collezioni museali delineano un percorso che dal Medioevo giunge fino al XIX Secolo. Da una Crocifissione e Annunciazione di Giovanni Di Pietro da Napoli, tavola del XV Secolo in prestito dal Museo Nazionale di San Matteo di Pisa, alla Santa Maria Maddalena penitente del Guercino, un intenso dialogo tra gli angeli e la fanciulla, capolavoro dei Musei Vaticani; dalla malinconica raffigurazione di Mattia Preti (Fondazione Carit di Terni), sprofondata nei toni dell’oro e del rame, al drammatico ritratto della penitente nell’ombra, colta da Cecco di Caravaggio nel momento intimo del dialogo con il Crocifisso: un prestito della Galleria Nazionale Barberini Corsini di Roma; dalla Crocifissione di Francesco Hayez del Museo diocesano di Milano, con la donna rannicchiata ai piedi della croce, in un istante di commozione e di armonia formale, alla Cena in casa del fariseo del tardomanierista Pietro d’Asaro, che mette in scena l’idea di una doppia identità di Maddalena, peccatrice e discepola pentita. Sono solo alcuni dei pregiati dipinti da scoprire, in questo viaggio biblico intitolato al femminile e alla fede come fuoco d’amore mai spento.
Agrigento // Fino al 30 ottobre 2025
Il fuoco dell’amore. Maria Maddalena testimone di speranza al femminile
MUSEO DIOCESANO
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COUNTLESS CITIES – AGRIGENTO
In origine era sede monumentale del convento costruito nel 1432 ad Agrigento e occupato per oltre mezzo secolo dai Frati Minori Riformati; acquisito nel 1864 dallo Stato, divenne un penitenziario e fu poi abbandonato a fine anni Ottanta. È l’ex carcere di San Vito, un luogo che ha atteso per anni un piano di restauro e riqualificazione: oggi, con Agrigento Capitale, viene finalmente restituito al pubblico grazie all’affidamento temporaneo, da parte del Demanio a Farm Cultural Park, per la durata di tre anni. Il primo anno è intitolato al progetto diffuso Countless Cities, giunto alla sua quarta edizione, con il titolo The Superpowers of Culture and Good Relationships e con la direzione artistica di Andrea Bartoli, fondatore di Farm, florida realtà culturale nata a Favara nel 2014. È un racconto onirico sulle trasformazioni in atto, il padiglione dedicato alla città di Medellín: un sistema elementi pensili in bambù è metafora del paesaggio naturale su cui si estende l’enorme agglomerato urbano, con il fiume che lo attraversa. Per il Padiglione Nazareth l’architetta e curatrice palestinese Razan Zoubi Zeidani si concentra sulle identità urbane della Palestina, affrontando il tema “casa” come simbolo di resistenza e dedicandosi alla creazione di “Aldar”, spazio in cui si integrano arte, cultura e architettura. Travolta da una crisi umanitaria devastante, Haiti, protagonista del terzo padiglione, necessita oggi di risorse alimentari, di assistenza e di programmi di sicurezza per il suo. Il progetto prende le mosse dall’attività di ricerca di Ciganer Albeniz, con il coordinamento di Carla Bartoli. Un quarto padiglione è curato da Oltrecapitale, rete di associazioni locali, unitesi per offrire una risposta culturale indipendente e di qualità al torpore agrigentino e alle falle di Agrigento Capitale: qui hanno allestito Etere, mostra a cura di Rudere Project e YARD44, parte della quarta edizione del DOT Festival. Il progetto di valorizzazione dell’ex carcere di San Vito è frutto della collaborazione con il Politecnico di Milano.
Agrigento // Fino a giugno 2026
Countless Cities – La Biennale delle Città del Mondo
EX CARCERE DI SAN VITO
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DA GIRGENTI A MONACO, DA MONACO AD AGRIGENTO – AGRIGENTO
C’è tempo fino al 18 ottobre 2025 per ammirare da vicino i dieci straordinari vasi della Collezione Panitteri, esposti al Museo archeologico Griffo di Agrigento. Un progetto promosso e finanziato dalla Regione Siciliana, tramite il Parco archeologico della Valle dei Templi, con la cura di Maria Concetta Parello, in occasione di Agrigento Capitale della Cultura.
Si tratta di alcuni tra i più bei vasi greci del VI-V Secolo a.C., appartenenti allo Staatliche Antikensammlungen di Monaco, ma rinvenuti proprio ad Agrigento, nel terreno in cui sorgeva la villa del ciantro Giuseppe Panitteri, alto prelato responsabile dei beni della curia locale: qui, nel 1967, venne edificato il Museo, che inglobò i resti della villa, di una chiesetta e di un antico monastero. Fu proprio il ciantro a vendere nel 1825 quei 47 gioielli della pittura vascolare ellenica al Principe Ludwig I, erede al trono di Baviera, collezionista di antichità, affascinato dal mondo greco-romano, accompagnato nel suo viaggio in Sicilia dal famoso architetto di corte Leo von Khlenze. Un nucleo di quella raccolta torna quindi a casa, dopo 200 anni esatti.
Così si susseguono brani mitologici e scene di vita quotidiana, dipinti con estrema finezza, tra figure rosse su fondo nero, o nere su fondo rosso: dal dialogo fra i poeti Alceo e Saffo, con Dioniso e una Menade che officiano in rito, alla contesa tra Apollo e Ida per conquistare la bella Marpesa; da Odisseo e i compagni in fuga dalla grotta di Polifemo, all’immagine di due amazzoni con i tipici costumi di forgia orientale; dal ritratto di Eracle tra due centauri al ratto di Orizia da parte di Borea.
Agrigento // Fino al 18 ottobre 2025
Da Girgenti a Monaco, da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE PIETRO GRIFFO
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