Va a recuperare l’auto rimossa e si trova con 2.700 euro di multe da pagare

  • Postato il 10 settembre 2025
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  • Di Virgilio.it
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Era una Mercedes CLS 320 color cenere, dalle linee slanciate, una di quelle auto che sembrano fatte per scivolare via senza farsi notare. Ma a volte anche le vetture più eleganti finiscono per attirare attenzioni indesiderate. E non quelle che ci si aspetta da un appassionato di motori o da un passante curioso, bensì quelle più meticolose, spietate e silenziose di una pattuglia della Polizia Municipale di Firenze.

Succede tutto in pochi giorni. Un incrocio, il tempo di un semaforo rosso, un’auto ferma dove non dovrebbe. Da qui inizia la storia, o meglio, l’epilogo di una lunga scia di infrazioni lasciata da una macchina che, fino a quel momento, sembrava vivere ai margini della legalità, sospesa tra Romania e Italia, tra chi la usava e chi — solo formalmente — ne era il proprietario.

Un’auto nel mirino

A guidarla, un uomo di 37 anni, originario della Romania, non nuovo alle abitudini disinvolte della guida cittadina. L’auto, invece, è intestata a un connazionale residente all’estero. Una dinamica, questa, non rara: vetture con targa straniera affidate a conducenti che in Italia restano abbastanza invisibili da sfuggire a controlli, notifiche e, più di tutto, al fisco. Ma i tempi sono cambiati. Le pattuglie non girano più soltanto con blocchetto e penna. Ora hanno occhi digitali, banche dati sincronizzate, algoritmi che riconoscono una targa prima ancora che tu accenda l’auto.

Il reparto tecnologie di supporto della Municipale nota la Mercedes ferma in divieto. Un rapido controllo incrociato rivela ciò che potremmo definire un curriculum stradale: ventiquattro verbali accumulati tra semafori rossi ignorati, limiti di velocità superati con nonchalance, soste selvagge degne di un parcheggio da film d’azione. In totale, una cifra che sfiora i 2.700 euro. Non bruscolini, nemmeno per chi guida una berlina di fascia alta.

Dentro alla lista nera

È così che il veicolo finisce in quella che gli agenti chiamano la “lista nera”. Un elenco riservato, costantemente aggiornato, dove vengono registrati i veicoli che, per numero e tipo di infrazioni, meritano attenzioni particolari. Non è una lista dei cattivi, ma qualcosa di più concreto: un promemoria operativo, una trappola legale in attesa che il proprietario — o chi per lui — cada dentro.

La Mercedes viene sorpresa nuovamente il giorno dopo e rimossa. È ancora in sosta irregolare, piazzata proprio su un incrocio. Non è solo una violazione: è un gesto ripetuto, quasi una sfida. Il carro attrezzi la solleva come una reliquia ingombrante e la trasporta nella depositeria comunale. Ma il gioco non è finito. Gli agenti lasciano precise disposizioni: se qualcuno si presenta a ritirarla, avvisateci.

La resa dei conti

Arriva, poi, il momento della verità. Il 37enne si presenta per riprendersi l’auto. Forse pensa che basti pagare una rimozione, firmare un modulo e infilare la chiave nel cruscotto. Ma quando gli agenti entrano in depositeria, non portano solo i documenti, ma l’intero dossier. Gli contestano la sosta sull’incrocio, certo. Ma non si fermano lì.

Gli vengono notificati i verbali non ancora formalmente consegnati: quelli sospesi nel limbo delle targhe straniere, quelli mai recapitati al proprietario residente oltre confine. Verbali che ora, in base alla normativa vigente, possono essere notificati direttamente a chi ha in uso il mezzo. E, con loro, arriva anche la decurtazione dei punti. Non è solo una multa. È il conto di una condotta stradale che, per troppo tempo, si è creduta immune. È la fine di una lunga corsa sotto radar, tra città e periferia, tra infrazioni quotidiane e impunità presunta.

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Virgilio.it

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