Usura, nel 2024 nessuna denuncia in Basilicata
- Postato il 12 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Usura, nel 2024 nessuna denuncia in Basilicata
Fenomeni dell’usura in Basilicata: i dati resi noti durante il vertice in Regione sulla «Carta per la legalità». Il prefetto Campanaro: «Fenomeno radicato ma che resta sotto traccia»
Si è tenuto ieri mattina, presso il palazzo del Consiglio regionale della Basilicata, un momento di confronto e approfondimento sulle strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni dell’usura e del racket, minacce concrete al tessuto sociale ed economico della nostra Regione. L’evento, promosso dalla Fondazione Interesse Uomo in collaborazione con Anci Basilicata, ha voluto rilanciare l’impegno delle istituzioni a un anno dalla sottoscrizione della Carta della Legalità, firmata ad ottobre 2023 nella sala consiliare della Provincia dal presidente dell’amministrazione provinciale Christian Giordano, dai sindaci dei Comuni del potentino e dal presidente della Fondazione Nazionale Antiusura «Interesse Uomo Onlus» don Marcello Cozzi, alla presenza del Commissario nazionale per le iniziative antiracket e antiusura e del Prefetto di Potenza.
All’incontro hanno partecipato autorevoli rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Prefetto di Potenza Michele Campanaro, il presidente della Provincia di Potenza Christian Giordano, il presidente di Anci Basilicata Gerardo Larocca, il Commissario regionale antiracket e antiusura Luigi Gay, il presidente della Fondazione Interesse Uomo don Marcello Cozzi e Emanuele Desina, dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio che ha portato i saluti del presidente Marcello Pittella, attualmente impegnato in missione istituzionale in Brasile con la Commissione lucani nel mondo.
Desina ha messo in evidenza il significato di questo confronto «Per rinnovare l’impegno del Consiglio regionale, che ha scelto di essere presente con atti concreti su una tematica così sensibile come quella della legalità. Attraverso due interventi legislativi, la legge regionale n. 41 e la n. 42 del 2021, successivamente perfezionate nel 2025, sono stati istituiti l’Osservatorio regionale sulla legalità e sulla criminalità organizzata di stampo mafioso e quello sui beni confiscati alla criminalità organizzata, con l’obiettivo di restituire alla comunità, allo Stato e ai cittadini quella percezione di presenza istituzionale che è fondamentale. Ritengo che questo rappresenti non solo un passaggio significativo, ma anche un rinnovato impegno su un tema delicatissimo, che tocca da vicino la nostra Regione.
Non possiamo ignorare – ha sottolineato – come fenomeni quali l’usura, l’estorsione e il racket continuino a colpire in maniera subdola il nostro territorio, aggravando la situazione soprattutto in un contesto segnato da difficoltà economiche. Questi fenomeni non si limitano a danneggiare il tessuto imprenditoriale, ma incidono profondamente anche su quello sociale, colpendo famiglie e cittadini, minando sia le loro risorse economiche che la loro fiducia nello Stato. Di fronte a questo, le istituzioni devono ergersi a tutela dei più fragili, facendo scudo per famiglie, imprese e cittadini. Le azioni messe in campo dalla Regione Basilicata si muovono proprio in questa direzione: costruire una presenza concreta, capace di offrire protezione e restituire speranza».
Il prefetto di Potenza Campanaro ha dichiarato che «Parlando dei reati di usura ed estorsione, i numeri disponibili potrebbero far pensare che il fenomeno sia sotto controllo. In realtà, siamo sempre stati convinti – non solo qui a Potenza, ma anche seguendo le indicazioni del Commissario straordinario del Governo per le iniziative antiracket e antiusura – che si tratti di fenomeni caratterizzati da un fortissimo allarme sociale, ma allo stesso tempo molto difficili da far emergere. Tendono a restare sottotraccia, e questo è evidente anche analizzando i dati relativi alle denunce presentate alla fine del 2024. Per quanto riguarda l’estorsione, si registrano 44 denunce in tutta la provincia, contro le 42 dell’anno precedente: un leggero incremento, sì, ma che non restituisce la reale portata del problema.
Ancor più preoccupante è la situazione legata all’usura, un fenomeno ancora più insidioso e silenzioso. Alla fine del 2024 risultava una sola denuncia per usura: un dato che non può che allarmare. È evidente che occorre lavorare in modo deciso per far emergere questi fenomeni. Come ha sottolineato il Commissario straordinario del Governo, non possiamo basarci esclusivamente sul numero delle operazioni di polizia giudiziaria – che pure ci sono state e con risultati significativi anche nella nostra provincia – per valutare la presenza effettiva di usura ed estorsione. Esistono infatti altri indicatori, ben messi in evidenza da un’importante indagine statistica condotta nel 2024 dal Commissario Nicolò, in collaborazione con Istat e Bankitalia.
Questa ricerca ha evidenziato un rapporto diretto tra l’incidenza di questi reati e le condizioni economiche e sociali dei territori, come il livello di solvibilità delle famiglie e situazioni di disagio economico. In un contesto come il nostro, dove i tassi di occupazione non sono particolarmente elevati, questi dati ci fanno riflettere: la presenza dei fenomeni usurari ed estorsivi è molto più ampia di quanto emerga dalle denunce. Occorre quindi rafforzare l’impegno interistituzionale e costruire una vera rete di contrasto, facendo quel salto di qualità necessario per stimolare quella che i tecnici definiscono la ‘cultura della denuncia’.
Le vittime devono essere messe nelle condizioni di segnalare e denunciare, perché il nostro sistema normativo si basa su questo presupposto. Anche i sostegni economici e le agevolazioni previsti per le vittime si attivano solo in presenza di una denuncia, che viene registrata sulla piattaforma Step, gestita dal Comitato di solidarietà presso l’Ufficio del Commissario del Governo. Il contrasto a questi fenomeni richiede l’impegno costante e condiviso di tutti».
Gay ha posto invece l’accento sul ruolo del Comitato antiracket e antiusura regionale che svolge un’importante funzione di prevenzione nei confronti dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione. «Il problema principale – ha affermato – è che, purtroppo, le persone non sempre scelgono di presentare denuncia. Per questo, applichiamo la legge regionale in modo concreto, cercando di intervenire in una fase preventiva, quando le persone si trovano in difficoltà economiche e rischiano di diventare vittime di usura. Occorre fornire un supporto concreto a chi, per far fronte a spese necessarie, si trova in condizioni di vulnerabilità. Il fondo regionale, pur con risorse limitate, ha un ruolo significativo.
Le organizzazioni ascoltano ogni anno un centinaio di persone, anche se i limiti imposti dalla legge regionale e le condizioni che essa prevede fanno sì che solo una parte delle richieste possa essere accolta: in media, tra il 20% e il 25%. Ciononostante, siamo presenti sul territorio. E proprio l’incontro di oggi, promosso – direi doverosamente – da don Marcello Cozzi, rappresenta un’occasione importante per raccogliere ulteriori testimonianze, conoscere meglio le paure e le resistenze che incontrano i cittadini, e fornire strumenti utili anche agli amministratori locali coinvolti nella Carta della Legalità, affinché possano, nei limiti delle iniziative previste, offrire risposte concrete».
Per Don Cozzi «La preoccupazione più grande riguarda il fatto che l’aspetto criminale di queste vicende rimane nascosto. Mi spiego meglio: non ci sono denunce. Ovviamente non siamo noi a raccoglierle, non è compito nostro, ma delle autorità competenti. Tuttavia, ciò che osserviamo – e che purtroppo accade spesso – è che le persone si rivolgono a noi soltanto quando non ce la fanno più, quando si sentono abbandonate e non trovano alcun aiuto. A quel punto raccontano di essersi affidate a ‘amici di amici’. Non è chiaro cosa significhi esattamente, ma possiamo intuire che dietro quel linguaggio si nascondano dinamiche preoccupanti. Ancora una volta, quindi – ha precisato il Presidente della Fondazione – ci troviamo di fronte a un dato sconfortante: zero denunce. E non è un dato isolato, limitato alla nostra realtà locale, ma un fenomeno che riguarda molte aree del Paese».
«Allo stesso tempo, assistiamo a un aumento delle situazioni di indebitamento, con famiglie sempre più in difficoltà. Il sistema di welfare non riesce a sostenere come dovrebbe chi vive queste fragilità, e dunque c’è davvero molto da fare. C’è però una dimensione culturale su cui possiamo e dobbiamo lavorare. Le istituzioni, da questo punto di vista, possono essere alleate preziose dei cittadini. L’aspetto culturale resta fondamentale, e come Fondazione ci impegniamo da sempre a incidere proprio su questo fronte: promuovere l’educazione finanziaria, la consapevolezza nella gestione del debito, l’equilibrio nell’uso del denaro. Sono strumenti essenziali per prevenire certe situazioni. Allo stesso tempo, c’è bisogno che le istituzioni e gli enti locali siano davvero più vicini, non tanto a noi come Fondazione, ma ai cittadini. Perché la pressione fiscale è sempre più opprimente, i redditi sono sempre più bassi, il mercato del lavoro è instabile».
Nel corso dell’incontro è stata ribadita l’urgenza di non abbassare la guardia di fronte a fenomeni criminali che, approfittando della crisi economica e dell’indebitamento crescente di famiglie e imprenditori lucani, si insinuano silenziosamente nel tessuto locale. La giornata odierna è stata l’occasione per rilanciare gli impegni della Carta per la legalità, valutare le azioni già messe in campo e rafforzare la rete di collaborazione tra enti locali, associazioni e mondo produttivo. In un contesto in cui nessun territorio può dirsi immune, è fondamentale continuare a costruire una comunità coesa, vigile e responsabile, capace di proteggere chi resiste e di offrire strumenti concreti per non lasciare indietro nessuno.
Il Quotidiano del Sud.
Usura, nel 2024 nessuna denuncia in Basilicata